YEAH, dire si all’assertività e respingere la violenza
La comunicazione è un processo fondamentale nell’interazione umana, è il tessuto delle relazioni con gli altri individui, il medium attraverso il quale ci facciamo conoscere e valorizziamo le esperienze di vita.
In epoca contemporanea la comunicazione passa in buona parte dall’universo
dei social media che sono diventati mondi paralleli dentro cui ci facciamo vedere,
stabiliamo contatti, addirittura relazioni, ed esprimiamo le nostre opinioni. Proprio quest’ultimo punto è l’aspetto che abbiamo preso in considerazione
sviluppando il progetto Yeah.
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Le opinioni che i milioni di utenti riversano sui social media più usati, Facebook e X in particolare, sono caratterizzate, in buonissima parte, da un’estrema violenza verbale. Il problema è sul tavolo già da molti anni e non sembra trovare una soluzione valida affinché si contengano tutti quei messaggi
pieni di violenza, razzismo, sessismo e tutte quelle forme di svalutazione
dell’interlocutore che prendono il nome di Hate Speech.
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Il linguaggio d’odio, violento e svilente, crea un ambiente tossico e pericoloso poiché la lettura costante di commenti ad alto tasso di aggressività, può generare rabbia sociale che poi si
riversa nel mondo reale.
I giovani sono le prime vittime di questa modalità incivile e pericolosa e l’unico
modo per cercare di scongiurare la deriva violenta è quello di educarne il più
possibile a un uso dei social, e non solo, privo dell’hate speech.
Il progetto Yeah, finanziato dalla Regione Toscana attraverso il Cesvot, si prefigge proprio questo. Yeah, oltre a essere il modo anglosassone per di si, è l’acronimo di Young Educator About non Hostile communication e sottolinea come sia importante formare le giovani generazioni sul tema del linguaggio appropriato alle relazioni.
I ragazzi Yeah diventeranno a loro volta educatori di altri giovani,
innescando un processo virtuoso di welfare generativo che può avere solo risvolti
positivi. Il progetto infatti prevede che i giovani che inizieranno la formazione domani, siano poi impegnati nelle scuole e all’Università per veicolare il messaggio non violento.
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Il cardine per una comunicazione efficace e priva di contenuti aggressivi è
l’assertività, un’abilità in cui si fondono rispetto per se stessi, per l’interlocutore e
competenza sull’argomento di cui si vuol parlare. Essere consapevoli delle proprie
capacità e preparati su quanto vogliamo asserire ci conferisce autorevolezza così da non sentire la necessità di usare toni bellicosi e parole aggressive, tantomeno toni saccenti che generano rabbia e possono innescare reazioni violente. Per questo il sapere è importante in un mondo che, purtroppo, agevola sempre di più l’ignoranza.
Gli incontri, che saranno in modalità esperienziale, si terranno il venerdì nella
sede della Misericordia in Strada del Mandorlo 3 e saranno condotti da Counselor
esperti in comunicazione assertiva, avranno cadenza quindicinale e dureranno
un’ora e mezza circa.
La partecipazione è gratuita. La formazione, per ragioni legate al tipo di progetto, è destinata a giovani under 30. Per informazioni si può scrivere un’email a franchi@misericordiadisiena.it
Filippo Franchi
(nella foto, tratta dal profilo Facebook di Misericordia Siena, un gruppo di giovani)