Pubblichiamo la bellissima lettera che Federica Scaglioso ha idealmente indirizzato a sua sorella scomparsa. Parole che rispecchiano un amore oltre la morte che vive nel ricordo.
Lunedì 17 marzo 2025.
Ti lascio sempre in salotto, nel posto in cui sistemo, ogni 31 ottobre, anche tutte le foto dei miei fantasmi.
Gli altri, invece, tutti quanti, nonno, nonna, mamma e Alceo li ho riportati in corridoio subito dopo la loro festa.
Solo te ho lasciato qui. Nella stanza che da qualche anno è diventata la più rumorosa della casa. Quella dei miei pranzi, delle mie cene, delle serie tv, dell’ abbaiare grave e insistente di Agostino e di quello più acuto di Mia, delle chiacchiere effervescenti e acute di tutti noi che siamo qui ancora.
Quel salotto che invece quando eravamo piccole era la stanza chiusa, silenziosa, utilizzata dalla mamma solo in rare occasioni, per ospiti speciali, e poi richiusa a chiave con grande lavorio notturno di pulizia, la sera stessa dell’utilizzo. Per poi restare di nuovo chiusa serrata per mesi.
Sarà per questo che tengo solo la tua di foto, qui, perché tu partecipi alla nuova vita di questo decennio senza te.
Alla mamma meglio non farglielo vedere troppo questo salotto, sarebbe turbata. Il catino dei panni in un angolo, un mio zaino attaccato a una sedia, i miei libri di scuola sparsi sul tavolino di vetro rosso, perfino un paio di scarpe da ginnastica lasciate sotto una sedia .
Meglio se lei lo vede solo per il giorno dei morti, sì, questo salotto così diverso da dieci anni fa. E da venti. Da trenta. Da quaranta. E da cinquanta anni fa.
Oggi volevo fare la solita torta della nonna. Sarebbero stati i 59 anni da festeggiare , oggi , per te che invece sei arrivata a 49 soltanto.
Niente torta della nonna invece. Ho fatto quella di mele. E al posto del burro ho messo l’avocado.
Dovresti esserne contenta.
Una torta piena di salute. Come tutto quello che preparavi tu, nell’ ultimo periodo in cui lottavi per restare qua con noi.
Quel brodino di miso, verdure tagliate sottili con la precisione di un giapponese. E poi la zucca al forno con il miglio. Qualche goccia di tamari e qualche alga.
Sì, ci sarebbe stata bene, a fine pranzo, la mia torta di mele. Più di quella della nonna con crema pasticcera e troppo zucchero. Lo so lo so che sei d’accordo
Auguri, sorella, dovunque tu sia.