Riceviamo e pubblichiamo le bellissime parole che i parrocchiani della San Bernardo Tolomei hanno voluto dedicare a Padre Michelangelo recentemente scomparso.
Monteoliveto Maggiore, 16/4/2025
E’ difficile, davvero difficile, sintetizzare in poche parole cosa Padre Michelangelo Tiribilli ha rappresentato per la nostra Comunità Parrocchiale.
Ed è ancora più difficile mettere ordine nei ricordi di tutte quelle persone la cui vita è stata arricchita dalla presenza di questo straordinario Uomo di Dio.
Ricordi belli, ricordi emozionanti, ricordi che commuovono non per una sterile nostalgia del passato, ma per la consapevolezza di come certe esperienze abbiano contribuito alla crescita umana e spirituale di tutti noi.
Prima di tutto la sua straordinaria ed incessante testimonianza di Fede: “Ringrazio Dio per avermi messo Gesù nel cuore”, aveva confidato ad uno dei suoi “ragazzi del BBT” pochi giorni prima di abbandonarsi all’abbraccio di Cristo.
Ed era davvero impossibile guardare a lui senza essere colpiti dalla grandezza di questo dono, da quel cuore grande traboccante di amore per Dio e per gli uomini sue creature, dalla semplicità – talvolta quasi ingenuità – con cui Michelangelo donava al mondo tutto sé stesso in una testimonianza incessante della salvezza in Cristo.
Nel richiamare questo suo essere testimone della Fede in Dio, vogliamo ricordare di lui la cura amorevole per la Liturgia e per tutti i momenti in cui si celebrava l’incontro della comunità con Gesù. Don Michelangelo non lasciava nulla al caso, voleva che tutti i momenti della liturgia fossero preparati con grande attenzione, cercando il coinvolgimento attivo di quante più persone. Egli non solo insegnava alle persone come disporsi all’incontro con Lui, ma stimolava la partecipazione di tutti, organizzando e guidando l’attività di tanti parrocchiani. Il Gruppo Liturgia, il Gruppo delle Lettrici e Lettori, il Gruppo dei Suonatori, il Gruppo dei suoi amati e coccolati Ministranti (quante cose ci sarebbero da dire sul suo amore per una intera generazione di bambini e ragazzi al suo fianco nelle celebrazioni liturgiche): tutte iniziative che nascono e prolificano sotto la sua guida.
Così come il coinvolgimento degli studenti della vicina scuola media nella Liturgia delle Ore. A pensarci oggi sembra irreale: una trentina di adolescenti che prima di ogni giorno di scuola, dalle 8 del mattino, si riunivano nella “Casa dei Padri” per la recita delle Lodi Mattutine, tutti debitamente istruiti da lui sulle modalità di lettura di salmi ed antifone. E che perpetravano tale abitudine, durante i giorni del Triduo Pasquale, anziché dormire fino a tardi nei giorni di vacanza. Perché, nel Triduo, dopo le Lodi bisognava provare la Liturgia del giorno, dividersi le varie attività.
E poi tutti a giocare a pallone, ma non prima che Don Michelangelo avesse dato a ciascuno un compito prezioso, insostituibile. La preghiera ed il servizio, Ora et Labora, in piena coerenza con il suo carisma Benedettino.
Don Michelangelo credeva fortemente nella comunione con Dio attraverso la comunione tra gli uomini, stimolava tutte le forme di aggregazione, quelle legate alla catechesi dei giovani e degli adulti come quelle afferenti alla sfera ricreativa e sociale. Sebbene non possedesse uno spiccato senso dell’umorismo – lui, fine letterato ed uomo di sconfinata cultura classica ed umanistica – era sempre pronto a trarre piacere e divertimento dalle situazioni di convivialità, sempre in prima fila agli spettacoli del Gruppo Teatrale, poi evolutosi nell’attuale Circolo La Sveglia di cui egli è stato uno dei fondatori, sempre presente alle feste ed ai momenti in cui si celebravano i grandi traguardi della comunità.
Traeva un piacere particolare nel vedere realizzati i suoi progetti di aggregazione.
Come dimenticare la magnifica esperienza fatta, come comunità, nell’adozione del percorso di “Nuova Immagine di Parrocchia” da lui promossa. E vogliamo anche ricordare la sua emozione, e la sua grande felicità, nel vedere nascere e proliferare i cosiddetti “Piccoli Gruppi”, gruppi di ascolto e confronto sulla Parola di Dio, il suo correre da una famiglia all’altra per benedire quella straordinaria esperienza di comunione fraterna. Da allora il nostro anno pastorale inizi sempre nel segno della convivialità, con la Festa della parrocchia che vedeva il coinvolgimento di tanti: è lui che dette impulso alla nascita del Gruppo Cucina e dei Messaggeri che portavano di casa in casa la Lettera della Parrocchia con gli inviti, le notizie, le sue esortazioni.
Lui era il nostro pastore. E come il buon pastore della parabola, non lasciava nessuno indietro.
Aveva il dono incredibile di riuscire a raggiungere tutti, di non perdere mai di vista nessuna delle sue pecorelle, di fare sentire tutti importanti, quasi indispensabili, di mostrare loro la bellezza dell’amicizia con Gesù. Lui, con quel suo sguardo penetrante e quel mezzo sorriso perennemente sul volto, sembrava avere una specie di “radar” per cogliere quanti nel tempo si allontanavano o diluivano la loro presenza in parrocchia, trovando sempre il tempo per una telefonata, un incontro, un invito. Non si perdeva d’animo di fronte all’indifferenza e questa dolce perseveranza, lungi dall’esasperare le persone, finiva per dare i suoi frutti. In un quartiere che negli anni ’80 e ’90 ancora portava i segni di un disagio giovanile, Don Michelangelo ha saputo toccare il cuore di tanti ragazzi e ragazzi, avvicinandoli alla parrocchia ed a percorsi virtuosi di realizzazione personale, contrastando col suo entusiasmo ed il suo perenne ottimismo l’assenza di valori e di stimoli che tanti e terribili danni hanno fatto nelle giovani generazioni di quegli anni.
Che tu frequentassi i gruppi dopocresima, esperienza profonda di fede e comunione per molti, o che tu venissi semplicemente per ritrovarsi “alle Stanze” (come dicevano – e dicono ancora – i “vecchi” ragazzi) o per giocare nel campino…non eri uno anonimo, ti conosceva, eri “prezioso ai suoi occhi”. E benediva le nostre iniziative giovanili: il gruppo sportivo, la stanza della musica, il palio delle biciclette.
Con lui e con la tenace volontà di Antonella i giovani furono protagonisti anche della nascita del centro “Il Laboratorio” che tanto ha fatto e tanto continua ancora a fare a beneficio dei ragazzi affetti da varie forme di disabilità e a supporto delle loro famiglie.
Senza retorica, in tanti parrocchiani del BBT ha lasciato un seme, un messaggio di speranza, un’espressione di affetto, uno sguardo dolce: lo sguardo di Gesù.
Sii benedetto Signore Dio, Padre misericordioso, per l’amore che ci hai dimostrato donandoci Padre Michelangelo come pastore, guida e amico: possa contemplarti in eterno e intercedere per noi. Amen