“Una storia che sa di buono”. La definisce così Letizia Pini mamma orgogliosa di Riccardo. Un figlio che e’ riuscito a conquistare il suo sogno. Genitori che non hanno mollato e lo hanno sostenuto. Questa storia che sa di buono e’ tutta loro. Questa e’ la lettera di Letizia.

“Che dire! Una bella emozione e un altro traguardo raggiunto. Riccardo voleva fare il pizzaiolo, imparare l’arte della panificazione e tutto sommato ‘fare la pizza’.
Così abbiamo chiesto dove potesse imparare, che scuole ci fossero e come poter accedere. Perché aveva frequentato il Liceo Artistico Artistico e non aveva un percorso professionale adatto.
Ecco: diciamo che, come al solito, nonostante la necessità di tali figure professionali sul mercato, chi sia davvero disposto ad investire sulla formazione senza esclusioni non è così poi tanto alla portata.
Ma, come per la suola, non ci siamo arresi e dopo un bel girovagare per la regione tutta, finalmente, abbiamo trovato (ci avevano consigliato anche di tornare a casa a Milano dove ci sono progetti “ad hoc” e dove Riccardo è nato).
Purtroppo non era proprio comodo alzarsi la mattina, andare a Milano e tornare la sera: era un po’ troppo in giornata per qualunque pendolare!
Abbiamo trovato dunque in Toscana chi era disposto a realizzare con lui un percorso. Era una scuola vera, con i suoi dubbi e scetticismo ma anche con la certezza del suo fare e delle sue competenze, senza esclusioni, senza sconti, senza leggerezza né superficialità ma sicuri, convinti, forti della professione e del mestiere che vanno ad insegnare: l’Accademia Italiana Chef, un nome di tutto rispetto e spessore, garanzia per il settore e il mercato.
E peraltro, è una scuola dove poter imparare, non dove fare percorsi alternativi.
Non proprio dietro l’angolo, ma più facile che raggiungere Milano: una trasferta a Firenze ci può stare tranquillamente in giornata. In quel contesto, hanno permesso a Riccardo di seguire il corso che desiderava, accogliendolo e guidandolo assieme agli altri studenti. E siamo arrivati a metà percorso senza sentirsi diversi, privilegiati o svantaggiati: semplicemente parte di un tutto in divenire. Come dovrebbe essere, ovunque e per chiunque!
Poi, era necessario un altro aspetto dell’insieme: trovare chi fosse disposto ad accollarsi il suo tirocinio formativo.
Diciamo che tutte le strade non sono aperte, che non si è in uso ad accogliere persone con fragilità, con sindrome di Down poi!
Abbiamo trovato il nostro eroe , “Filippo Orsini della Piccola Ciaccineria di Siena. Abbiamo mangiato tante pizze e ciaccini ripieni. Veri “must”: la margherita e il ciaccino con la salsa ai porri.
E siamo arrivati all’esame conclusivo. Ha studiato, abbiamo studiato assieme: sappiamo ormai tutto di impasti, terminologie, pesi, forni e temperature.
Ma dall’impararle e saperle ripetere in più in forma scritta, in un sistema non proprio adatto per lui, senza un supporto o un aiuto, diciamo che le perplessità e i dubbi – tutti nostri! – di buona riuscita fossero molti. L’ansia saliva ma lui non ha mai vacillato, ben consapevole delle sue difficoltà – pregio che non tutti hanno – e forte della sua positività e sana incoscienza di 23enne ha studiato, ripassato. Si è concentrato, si è emozionato. E così è stato.
Un bel traguardo che non dovrebbe fare notizia ma che, facendola, può essere di esempio per altri: che si può fare se ci si crede e che non si deve mai demordere. Non pretendere perché nulla è dovuto, ma insistere per poter avere una possibilità, sì!
Non sempre la nostra società accoglie, ma si trova sempre una soluzione se si vuole e si trova anche chi è disposto a mettersi in gioco, perché nell’era della tecnologia, sono sempre le persone a continuare a fare la differenza.
Perché c’è spazio per tutti, se si vuole.
Una volta in una scuola non proprio illuminata, in un colloquio ufficiale a noi genitori un docente ci disse:” .. non siamo abituati”. Noi ci guardammo increduli e interdetti perché non capivamo cosa volesse dire e chiedemmo:”A cosa? alla sindrome di Down’?”. Risposta “No, a genitori che si interessano così tanto”.
Insomma: allora disturbiamo, interessiamoci, chiediamo, non arrendiamoci mai. E’ così per tutte e tutti, per qualcuno ancora di più: vuol dire che dovremo solo insistere.
Ora abbiamo un pizzaiolo in più che può servire al mercato, anche se lui ha già il nome della sua futura pizzeria che, sono sicura, alla fine riuscirà ad aprire: si troverà i soci però! Noi abbiamo già una certa età…
Una mamma orgogliosa