Archivi categoria: in memoria

in questa sezione sono presenti gli Articoli che raccontano le storie dei nostri Amici e Volontari che ci hanno lasciato

“Un anno che sei andata via. Scrivere mi ha salvato”

Oggi è esattamente un anno che Paola se n’è andata. Scrivere, in questo anno, per me è stata la salvezza. Mi ha permesso di capire meglio quello che stavo sentendo e pensando, di distanziarmene un po’ e di progredire nel modo di vedere le cose. Forse sono stato un po’ impudico nel divulgare quasi sempre, quasi tutto, e di questo chiedo scusa a tutti, ma il riscontro di chi mi leggeva mi ha aiutato altrettanto a collocarmi nel mio spazio interiore.

Ripercorrendo quello che ho scritto potrei dire, forse ambiziosamente, d’aver precisato l’anatomia e la fisiologia del mio lutto, ma in verità ho solo cercato di soffrire un po’ meno.

L’ho già detto, lo so, oggi è un anno, ma basta piangere! Adesso ho deciso che comincia, per me e per te, il tempo dei ricordi, dei ricordi di cose belle, di frammenti magari divertenti, comici, grandi o minuscoli di vita passata, che non ha avuto solo sorrisi e gioie, ma che nel complesso è stata una vita bella.
Il ricordo da cui voglio oggi cominciare, nasce da una foto che mi ha mandato Maura Martellucci.

Mi ha colpito, riportandomi ad un viaggio fatto oltre dieci anni fa in India, il primo dei due, in una larga comitiva di amici, una trentina di persone, tra cui, ovvio, c’era anche Maura.

Andrea e l'abbraccio a sua moglie

Andrea e l’abbraccio a sua moglie

È la foto di un nostro abbraccio in cui la tua faccia neppure si vede, ma l’affettuoso impeto che intuisco in quel gesto, la rende una foto da raccontare, navigando tra qualche labile ricordo ed il tentativo di creare una sceneggiatura plausibile, in grado di spiegare quel gesto così bello e forte. Non giuro che le cose siano andate proprio così, ma è molto probabile. E comunque è vero il sentimento che trasmette.

Accade spesso in una simile compagnia che si crei un’atmosfera che forse è esagerato definire un po’ da caserma, forse meglio sarebbe dire da gita scolastica, in cui, per esempio, gli uomini dicono male delle donne e viceversa. Ci sono lazzi e scherzi, attraverso i quali si manifestano piccole verità, forse calcando un po’ la mano per trovare sostegno e riscontro nel proprio gruppo.

Quel giorno Paola disse qualcosa del genere, sapeva anche essere molto caustica quando voleva, era qualcosa contro di me, come rappresentante dei maschi, che mi colpiva e che ottenne il consenso del coro delle donne, tutte risero ed approvarono.
Ma non si era resa conto che io ero dietro a lei e che sentii tutto. Se ne accorse subito e poi colse il piccolo disappunto sul mio viso e forse sentì che le sue parole erano state eccessive e non del tutto veritiere.

Allora venne da me e mi abbracciò con impeto, con una passione che almeno in pubblico non era certo consueta tra noi. Voleva scusarsi ed io come si vede, pure un po’ permaloso, fui travolto dal suo amore e mi lasciai andare in un sorriso che dice tutto.

La pace tra noi era ricostruita, se mai era stata messa a rischio.

Eh sì! ci siamo voluti bene ed erano belle queste piccole baruffe che diventavano solo la premessa per fare poi pace.
Eh sì! siamo stati felici, al contrario di quello che si dice di solito, ce ne siamo accorti anche nel momento in cui le cose accadevano, ma adesso che quella felicità è lontana e perduta, mi pare che sia stata ancora più grande e mi scalda tanto il cuore.

Ricordando con poche parole quel momento, è difficile per me non commuovermi, ma anche se piango, è un pianto quasi dolce e sento che è un bel modo per ricordarti, proprio oggi. Sono sempre più convinto che in qualche modo continuiamo a volerci bene.

Ciao Paola e grazie per la vita, bella, che abbiamo vissuto insieme e per quella, tanto diversa, che abbiamo cominciato insieme a sperimentare.

Sienasociale.it ospita con estremo piacere le riflessioni del dottor Friscelli che ringraziamo per la disponibilità. Andrea Friscelli, psichiatra e psicoterapeuta ha lavorato per molti anni nel servizio di Psichiatria della locale ASL, è tuttora attivo anche nel Terzo Settore cittadino come fondatore della cooperativa sociale La Proposta (Orto de’ Pecci) di cui è stato per lunghi anni il presidente. Negli ultimi anni ha pubblicato alcuni libri e si dedica alla riflessione sui fatti felici o dolorosi della vita

Per saperne di più

“Ho perso mia moglie. Mi impegno nel lavoro del lutto” la storia di Andrea – SIENASOCIALE

“Sentirsi colpevole senza colpa” Andrea e la pima fase del lutto – SIENASOCIALE

nastro nero lutto

Prof. Grottanelli De’ Santi: cordoglio di Fondazione Monte Paschi

La Fondazione Monte dei Paschi di Siena partecipa commossa alla scomparsa del prof. Giovanni Grottanelli De’ Santi, primo presidente dell’Ente dalla sua costituzione nel 1995 fino al 2000. Dal 1993 al 2000 ha ricoperto anche la carica di presidente dell’Accademia Musicale Chigiana.

“Ricordiamo con grande stima il prof. Giovanni Grottanelli De’ Santi, nostro primo presidente. Grande giurista e uomo di grande saggezza pose le basi della neonata Fondazione delineandone il suo percorso a sostegno del territorio. Il nostro Ente e la comunità gli sono profondamente riconoscenti.” – afferma Carlo Rossi, attuale presidente della Fondazione Mps.

Il ricordo di Marina Brogi, guida riconosciuta e amata per la Misericordia di Siena

Paolo Almi, provveditore dell’Arciconfraternita di Misericordia di Siena ricorda Marina Brogi, da tempo la volontaria più anziana, venuta a mancare nella giornata di ieri

Marina Brogi mi ha accompagnato in tutta la mia storia nella Misericordia di Siena“. Comincia così il commosso ricordo che Paolo Almi, provveditore dell’Arciconfraternita di Misericordia di Siena, ha voluto dedicare sulle pagine di Sienasociale.it a Marina Brogi, volontaria dal 1956 e  Responsabile del Guardaroba e Capogruppo delle Sorelle Attive.

Quando nel 1973 – racconta Paolo Almientrai in associazione per la prima volta, come consigliere del Gruppo Donatori di sangue Fratres, che era parte integrante (oggi diremmo gruppo operativo) dell’Arciconfraternita, Marina era già un punto di forza del Gruppo: la sua tessera era la numero 2 ed era però già da anni una ‘Sorella Attiva‘ di spicco della Misericordia. Del gruppo delle Sorelle Attive la ricordo come vera anima e come guida riconosciuta e amata. Nel Gruppo Donatori e nell’Arciconfraternita non ha mai fatto mancare non soltanto l’apporto fondamentale del suo costante dono, a partire dal sangue, ma ha animato sempre i momenti ricreativi di incontro con l’ineguagliabile caratteristica dell’impegno fatto di sorriso, gioia e generosità creativa, fantasiosa e originale. Ho avuto sempre la certezza che tale gioia derivasse proprio da tale generosità: la gioia vera viene dal cuore e le manifestazioni di affetto e riconoscenza di cui ora siamo testimoni, a mio avviso, sono la prova migliore e più convincente della affermazione che da tempo proclamo come ‘sottotitolo’ della nostra Istituzione: ‘La comunità è gioiosa se è fondata su spirito di Carità’. La presenza di Marina in questa sua seconda famiglia è stata la dimostrazione che lei liberava il suo tempo per gli altri, rispondendo ad una ‘Chiamata’ superiore, in cui ha fermamente creduto.

Le esequie saranno celebrate oggi, venerdì 28 aprile, alle ore 16.00 nell’Oratorio della sede storica in via del Porrione.

Per leggere la nota istituzionale dedicata a Marina Brogi e diffusa dall’Arciconfraternita di Misericordia di Siena: clicca qui.

Ciao Marina, un esempio per tutti

Nella giornata di ieri un grande lutto ha colpito la l’Arciconfraternita di Misericordia di Siena. E’ venuta a mancare Marina Brogi, da tempo la volontaria più anziana. In una nota istituzionale il ricordo delle volontarie e dei volontari

“La Consorella Marina Brogi è tornata alla casa del Padre”. Lo comunica l’Arciconfraternita di Misericordia di Siena in una nota istituzionale. Marina era da tempo la volontaria più anziana, in servizio dal 1956. Inizialmente si è occupata dell’assistenza alle persone anziane e bisognose svolta dalle Sorelle Attive poi, è diventata soccorritrice di emergenza (appena fu consentito alle donne) e, infine, dal 1996, è stata la Responsabile del Guardaroba e Capogruppo delle Sorelle Attive. 

“Tutti noi – ci scrivono dall’Arciconfraternita di Misericordia di Siena la ricordiamo per la sua immensa dedizione, spirito di Misericordia e fede nel Signore. Con umiltà e devozione ha servito la Misericordia per 67 anni. Tutti noi la ricordiamo per la cura, la precisione e il rigore con cui gestiva e consegnava le divise e le magliette. Il suo ‘Quaderno servizio vesti‘, scritto a lapis, in cui vengono segnati scrupolosamente i numeri delle divise e degli armadietti, è più preciso ed efficiente di tutti i computer moderni. Ci ha insegnato che la divisa deve essere sempre pulita, portata in ordine e con rispetto, ma con la sua opera e le sue parole ci ha soprattutto trasmesso i valori più tradizionali della Misericordia. É stata un esempio per tutti noi, un punto di riferimento per la Misericordia e ci mancherà moltissimo.”

Qualche mese fa Marina aveva incontrato il Presidente della Confederazione Nazionale delle Misericordie che, rimasto particolarmente colpito dalla storia e dall’attività che svolgeva ancora a 92 anni, l’aveva ricordata anche durante il discorso all’Assemblea Elettiva della Federazione Regionale Toscana.

Le esequie saranno celebrate oggi, venerdì 28 aprile, alle ore 16.00 nell’Oratorio della sede storica in via del Porrione.

Per me era il signor Tangari: oggi scopro che si chiamava Mario

Questo quotidiano nasce con il preciso scopo, tra gli altri, di onorare la memoria. Il ricordo. Per questo, appena ho appreso la notizia relativa alla scomparsa del signor Tangari, mi è sembrato giusto scrivere. Rivolgere, a lui e ai suoi cari, un pensiero.

Dico signor Tangari perché, per me, per noi bambini prima e ragazzi poi, lui era quello: “il signor Tangari”. Un vicino di casa diverso dagli altri perché  quel “signor” non era un appellativo aristocratico o regale ma voleva essere la nostra massima forma di rispetto per una persona elegante, mai sopra le righe, sempre dignitoso: un vero signore insomma.

Ai tempi dell’università, la mia confidenza con lui era un tantino cresciuta. Fosse inverno o estate ci soffermavamo a chiacchierare: mi chiedeva dei miei studi e poi si finiva a parlare di calcio. Anche in quello era un “moderato”: tifoso si ma con sportività.

Con gli anni era diventato amico di mio padre e, in generale, della nostra famiglia.

A causa del mio trasferimento fuori regione, i nostri incontri erano divenuti sempre più rari ma, comunque, assai piacevoli. Sapevo che non stesse bene: fino ad oggi in cui ho scoperto che si chiamava Mario.

Con lui va via, forse, anche un pezzo della mia, della nostra spensieratezza.  Sicuramente tutto il senso di un messaggio prorompente: per essere ben ricordati non serve fare grandi cose ma provare ad essere, con semplicità, unicità e disponibilità verso il prossimo, semplicemente, se stessi. 

Sentite condoglianze alla famiglia di Mario Tangari.

Giuseppe Saponaro

 

“Ciao Gianluca”, il ricordo dei volontari ANPAS

Gianluca Spina aveva 49 anni, serviva il Paese da parà della Folgore ed era volontario della Pubblica Assistenza di Siena, formatore cinofilo di Zona Senese e valutatore nazionale per le unità cinofile. E’ scomparso in circostanze tragiche, ma resta nel cuore delle volontarie e dei volontari che lo hanno conosciuto. 

Un volontario, un formatore, un amico. Gianluca Spina aveva la divisa arancione cucita sul cuore e ha lasciato il segno in ogni persona che ha incrociato il suo percorso. Lo testimoniano i messaggi di cordoglio che i volontari ANPAS hanno condiviso in queste ore. “E’ difficile – ci ha detto Sara Giannini, presidente della Pubblica Assistenza di Siena trovare parole idonee in un momento come questo. Gianluca era un nostro volontario dal 2003: aveva il cuore arancione proprio come la nostra divisa. Soccorritore, autista, eccellente formatore per le unità cinofile: un punto di riferimento per la zona Senese e non solo. Tutti ricordano la sua voce pacata, la sua gentilezza, la disponibilità, la competenza.”

“Gianluca era – ha commentato Daniela Salvadori, coordinatrice ANPAS zona Senese – un volontario preparato e attento in grado di essere un sostegno per la squadra di soccorso. Un uomo dal carattere riservato e quasi spigoloso all’apparenza ma forte, gentile e soprattutto sempre pronto ad aiutare gli amici e le persone vicine.”

“Ho perso – ha raccontato Paolo Leoncini, coordinatore di Protezione Civile ANPAS Zona Senese –  prima di tuttoun amico. Gianluca era un volontario competente e preparato ma soprattutto appassionato e disponibile, ha dato tanto al mondo della cinofilia da soccorso e ci mancherà immensamente.”

“Ciao Gianluca – si legge sulla pagina Facebook del Gruppo Cinofili zona Senese ANPAS – noi vogliamo ricordarti con il tuo sorriso e la tua voglia di lavorare, due cose che niente e nessuno riusciva a toglierti. Sei stato un grande volontario, sempre disponibile ad aiutare chi aveva bisogno, sempre pronto ad imparare da tutti, anche se avresti potuto insegnare tanto a tutti. Tutti i volontari del tuo gruppo si uniscono in questo immenso dolore, consapevoli che ora stai già correndo insieme al tuo inseparabile Baloo, nella libertà del cielo.”

“Qualche anno fa – ricorda Sonia Vannoni, volontaria della Pubblica Assistenza di Siena e componente del social team di Sienasociale.it – ci trovavamo spesso con Gianluca e con il gruppo cinofilo a fare addestramento la domenica mattina. Mi diceva sempre ‘Zigulì è un piccolo grande cane’. Per me era una esperienza nuovissima e Zigulì a quei tempi era un cucciolo, ma Gianluca aveva un grande intuito e preparazione nel mondo cinofilo. Era riservato e taciturno, di una bontà e disponibilità immense.”

“Ci sono molti modi di servire – si legge sui canali ufficiali di ANPAS – e Gianluca aveva scelto probabilmente i più nobili: serviva il Paese da parà della Folgore e serviva i suoi concittadini da volontario. Siamo vicini alla sua famiglia e a tutti i volontari che lo hanno conosciuto e apprezzato.”

Ci uniamo anche noi al pensiero dei volontari ANPAS zona Senese.

Cieli blu, Gianluca!

Misericordia di Poggibonsi ricorda il governatore Lorini

Onorare la memoria. Sempre. È quello che fa la Misericordia di Poggibonsi con il seguente messaggio su Facebook.

Il 5 Aprile 2022 cessava la propria esistenza terrena il Governatore emerito Gianfranco Lorini, che per 27 anni è stato alla guida della nostra Confraternita.

Questa sera alle 21:15 ci uniremo in preghiera nella chiesa dello Spirito Santo con la Santa Messa in sua memoria.

Tutti gli iscritti al nostro sodalizio e quanti lo hanno conosciuto sono invitati a partecipare.

I volontari sono pregati di indossare la divisa.

Oggi i funerali di Mons. Giustarini

Ad annunciarlo la pagina Facebook ufficiale della nostra arcidiocesi in cui si legge: “lunedì 3 aprile 2023 è nato al Cielo Mons. Giordano Giustarini, nato a Asciano (SI) il 15 gennaio 1928 e ordinato sacerdote il 19 luglio 1950.

Il funerale avrà luogo domani, mercoledì 5 aprile 2023 alle ore 15,00 nella Chiesa parrocchiale di San Bernardo Tolomei.

La Celebrazione sarà presieduta dall’Arcivescovo, il Card. Augusto Paolo Lojudice.
Preghiamo per questo Fratello, affinché da subito goda della gloria del Paradiso con la Vergine Madre insieme a Sant’Ansano e a tutti gli altri nostri Santi”.

Nella foto la chiesa di San Bernardo Tolomei a Siena

“Oggi è il tuo compleanno. Ci sei sempre”

Qualche mese fa ho perduto mia moglie dopo una lunga malattia. Ho scritto mia moglie, ma forse avrei dovuto dire la mia compagna di vita, una vita che abbiamo trascorso insieme dai tempi del liceo, percorrendo gli stessi studi, lavorando insieme, vivendo insieme e tanto altro. Per me è stata una perdita enorme e molto dolorosa, un dolore che è tutt’ora presente dentro di me, ma che sento via via attutirsi attraverso il “lavoro del lutto”. È questa un’espressione che tutti conosciamo, che tutti usano a volte anche senza conoscerne in pieno il significato. Pubblico oggi il mio quinto intervento su Sienasociale.it

Ciao Paola, non ti ho più scritto, sono stato preso da mille altre cose, ma nei giorni appena trascorsi ho pensato spesso al fatto che tra poco sarebbe il tuo compleanno, e in più ricordo i giorni dell’anno scorso così crudi. Non posso fare a meno di cedere alla voglia di farti gli auguri ed in più di immaginare qualche bilancio e di parlarti.

Oggi è il tuo compleanno, è il primo che passiamo separati ed in più tra un mese esatto sarà un anno che sei partita per quel viaggio che tutti faremo. Devo dirti che la mia situazione interna, col tempo (me lo dicevano tutti, anche tu, ma stentavo a crederci) è cambiata e mi sento più tranquillo con me stesso e con te. Con te forse ero arrabbiato per questa partenza e mi faceva disperare il pensare che ci si stava salutando un po’ male. Forse quando entrambi abbiamo capito che la partenza era prossima, siamo stati travolti dalla paura e siamo diventati vittima di una serie di equivoci.

Io, pensando che anche tu lo volessi, avrei desiderato un addio importante, non dico con la banda e tutto il resto, ma un po’ di enfasi la immaginavo, forse la volevo, con saluti e dichiarazioni definitive sul nostro aver passato la vita insieme.

Tu invece, sempre in linea con il tuo inossidabile “understatement”, preferivi ignorare, lasciar perdere, forse lasciarsi andare più che alla tristezza alla rabbia di come le cose stavano andando. Adesso quindi capisco meglio, certe immagini, certi toni che mi rivolgevi per smorzare ogni cerimonia che esaltasse ancora di più quello che stava accadendo. Tanto – immagino che tu pensassi – che ci dobbiamo dire? oltre al fatto che abbiamo passato la vita sempre insieme e bene. E così quei ricordi dentro di me si sono attutiti, hanno cambiato senso ed ora, posso dire, ti sento di nuovo presente e vicina come quando potevo vederti e toccarti.

Sei diventata una presenza che fa da sfondo alla mia vita attuale, insomma ci sei sempre ed il nostro colloquio è continuo anche senza tante parole. Inoltre, mi accorgo che ti sto dando ragione su tante piccole cose e faccio mie quelle che erano le tue abitudini che, prima magari criticavo un po’ e che adesso invece mi sembrano ben fatte. Per esempio, mi sono accomodato sul tuo divano, trascurando molto l’altro salotto, oppure ho smesso di lambiccarmi sui programmi della lavatrice e, come dicevi tu, faccio sempre il solito, quello “tutti i giorni” tanto – dicevi – so’ tutti uguali e tante altre cosette simili.  

Stanotte ti ho sognato e come succedeva spesso si discuteva un po’ su un lavoro da fare. Non siamo mai stati inclini alle moine ed agli sbaciucchiamenti, anche se ne avevamo voglia entrambi.

Nella nostra generazione i genitori (o almeno i nostri) ci hanno insegnato ad essere parchi con l’esternazione dei sentimenti e noi, come sempre, siamo stati ubbidienti, anche troppo. E poi forse è proprio dei toscani un comportamento magari a volte un po’ stringato e quasi grezzo ma mai mieloso.

E quindi oggi vorrei parlarti con il tono che avrei utilizzato se tu fossi stata qui con me e ti dico: senti, tu riposa tranquilla. Alle cose che sono rimaste da fare e che abbiamo iniziato insieme, ci penso io.  Oh… basta che poi tu non trovi da dire e cominci a brontolare come hai fatto spesso! Riposa tranquilla, quaggiù ci sono io. È anche un modo per restituirti il tempo e l’assiduità che avevi per me, per noi. Adesso tocca a me.

Poi penso che, come dice il poeta: “… un giorno, ma chissà quando/ ti rivedrò/col naso ti sposterò i capelli / e dopo non lo so…”[1] Ecco queste parole, soprattutto quel “ma chissà quando” mi fanno ancora piangere, ma in altri momenti mi sento saldo invece nel sentirti con me, come sempre, come prima.

Ti saluto con un semplice ciao, così come siamo sempre stati semplici, soprattutto tu. Tu lo sapevi e l’hai richiesto a tutti, anche alla fine, là dove io, invece, volevo essere enfatico. E così mi hai anche insegnato che non sono necessarie tante cerimonie per morire, insomma in fondo che sarà mai morire, una cosa che fanno tutti! Meglio rimanere come sempre semplici!

 Il tema della morte è uno di quelli che non sarà mai risolto, anche se ci occupa in lunghe meditazioni. Ma ci sono dei momenti, magari fugaci, in cui le cose sembrano chiare e limpide. Devo dire, ringraziandoti ancora una volta per le riflessioni che mi obblighi a fare, che mentre scrivevo mi è sembrato di trovarmi in uno di quei momenti. La morte è un atto della vita, sia pure quello finale, lo si può affrontare in mille modi, tra i quali c’è anche quello che ci hai fatto vedere tu: la semplicità, magari non proprio la serenità, ma chissà se la rabbia non fosse in relazione all’equivoco tra di noi, l’ultimo. Io che volevo dare importanza al passaggio e tu che invece preferivi non pensarci e che tutto andasse come il destino aveva già deciso. E chissà che non sia quello il modo più semplice per partire.

[1] Da “Sei volata via” canzone portata al successo da Ron, ma scritta, parole e musica, da Jovanotti. È una piccola storia struggente, tratteggiata con poche frasi.

Andrea Friscelli

Sienasociale.it ospita con estremo piacere le riflessioni del dottor Friscelli che ringraziamo per la disponibilità. Andrea Friscelli, psichiatra e psicoterapeuta ha lavorato per molti anni nel servizio di Psichiatria della locale ASL, è tuttora attivo anche nel Terzo Settore cittadino come fondatore della cooperativa sociale La Proposta (Orto de’ Pecci) di cui è stato per lunghi anni il presidente. Negli ultimi anni ha pubblicato alcuni libri e si dedica alla riflessione sui fatti felici o dolorosi della vita

Per saperne di più

“Ho perso mia moglie. Mi impegno nel lavoro del lutto” la storia di Andrea – SIENASOCIALE

“Sentirsi colpevole senza colpa” Andrea e la pima fase del lutto – SIENASOCIALE

Il ricordo di Francesco Muzzi “vive” a San Miniato

La famiglia Muzzi ha fatto un gesto lodevole che merita di essere raccontato e divulgato sia per il significato del gesto in sé e sia per il ricordo che il dono racchiude per la famiglia e per gli abitanti di San Miniato. Donato un defibrillatore 

Alla fine dello scorso anno purtroppo è venuto a mancare Francesco, capostipite della famiglia Muzzi e babbo di Massimo ed Alessandra, volontari di Siena Cuore. La perdita è stata dolorosa e sentita, oltreché dalla famiglia, anche da tutta la comunità che è stata sempre vicina e di supporto.  Su consiglio di Juri Gorelli – presidente di Siena Cuore e amico dei due fratelli – la famiglia decide di acquistare un defibrillatore con le offerte ricevute dagli amici in occasione del funerale del loro caro babbo e farne dono al quartiere di San Miniato.

Questa idea ha trovato subito il consenso del Comitato Siena 2, attivo nel quartiere e sempre attento ai bisogni ed alle richieste dei cittadini, tantoché domenica 22 gennaio scorso, alla presenza del Presidente di Siena Cuore ODV Juri Gorelli, il Presidente del “Comitato Siena 2 cittadini attivi e associazioni per i beni comuni ODV” Roberto Beligni, il Coordinatore provinciale della Consulta del Volontariato della Protezione Civile Ezio Sabatini, il consigliere della Associazione Nazionale Mutilati in Servizio Machetti Martino e una rappresentanza dell’Arma dei Carabinieri, è stata inaugurata una nuova postazione DAE ed affissa una targa commemorativa dedicata a Francesco Muzzi.

 

 

 

 

 

La famiglia commossa ha ringraziato tutti coloro che si sono adoperati per la messa in funzione del nuovo apparecchio: simbolo di pace vicinanza ed accoglienza.

Massimo e Alessandra Muzzi, fratello e sorella infermieri dedicano il loro tempo libero all’associazione Siena Cuore fin dalla nascita della stessa, nel 2015. Massimo ci racconta che fin dall’inizio ha abbracciato e ha contribuito a realizzare l’idea nata da Juri che, osservando la modalità operativa di altre realtà del nord Italia in cui la presenza dei defibrillatori nei luoghi pubblici era già “operativa” oltreché utilissima, ha pensato di portarla anche a Siena.

Da allora, è stato un crescendo di iniziative e di corsi dedicati ai bambini di scuole elementari e medie, ragazzi degli istituti superiori e giovani universitari; ma l’associazione non si ferma qui: ha esteso la sua formazione alle Contrade, ad enti privati, ai Comuni limitrofi arrivando fino a Grosseto. Oltretutto il personale formato all’uso del defibrillatore, una volta conseguita l’abilitazione, attraverso la domanda di accreditamento, può a sua volta divenire formatore ed insegnare ad altre persone.

Il defibrillatore donato dalla famiglia Muzzi sarà oggetto del corso di formazione organizzato per il prossimo 25 marzo nell’auditorium di San Miniato, al quale parteciperanno numerosi abitanti del quartiere.

L’inaugurazione della nuova postazione DAE a San Miniato

Un sentito ringraziamento anche da parte della redazione di sienasociale.it per l’encomiabile gesto, che renderà il quartiere di San Miniato più sicuro e cardio-protetto.

Stefania Ingino

Nella foto principale Massimo ed Alessandra Muzzi