Archivi categoria: il terzo settore in provincia

Pas…QuaViO al via: “aiutateci a moltiplicare le nostre energie”

Anche quest’anno, in occasione della Pasqua, torna sul territorio di “Siena Pas…QuaViO” per sostenere il servizio di cura e vicinanza ai malati oncologici, con l’offerta di uova di cioccolata latte/fondente 250 gr. (contributo 12,00€) e 350gr. (contributo 18,00€). A Pasqua grande lotteria con uovo gigante. La organizzazione di volontariato cerca sostegno.

L’associazione senese che si occupa di cure palliative torna con la speciale raccolta fondi destinata a coprire i costi dei servizi che, da oltre 30 anni, sono offerti gratuitamente ai pazienti oncologici che sono nell’ultimo ma fondamentale tratto della vita. Le uova sono prodotte dalla ditta Masoni Pietro s.r.l. che donerà un grande uovo di cioccolato per la realizzazione di una lotteria il cui ricavato, sommato alla cifra raccolta dalla distribuzione delle uova, sosterrà il servizio di cura e vicinanza.

Vanna Galli, presidente di QuaViO, precisa: “ciascuno di noi può scegliere di moltiplicare le energie di QuaViO sia organizzando una piccola raccolta presso una parrocchia o un luogo idoneo o partecipando all’acquisto delle uova di cioccolato per sé ed i propri familiari“.

Intanto, i volontari sono già in azione nel pieno rispetto del motto “Prendiamoci cura Insieme, QuaViO non si ferma”.  Oggi, dalle 15 alle 17. 30 allo stadio comunale Arnolfo Mangiavacchi di San Quirico, Sonia Rosini, attivissima volontaria, sarà presente con le uova in occasione del match casalingo della squadra. Nel fine settimana, del 19 marzo i volontari saranno presenti presso la parrocchia San Bernardo Tolomei, Siena.

Per informazioni 0577/ 219049 oppure mandando una email: quavio@quavio.it

Per ulteriori informazioni

www.quavio.org

“Voci di donne: parole e musica” oggi a Buonconvento

Presso il Museo della Mezzadria, oggi alle 17.30. Un messaggio che leggiamo sulle pagine Facebbok del comune
“Diamo pace alle donne”. E’ questo il messaggio che viene dalle terre di Siena in occasione dell’8 marzo Giornata internazionale dei diritti della donna. Un messaggio di pace, da intendersi non solo in senso letterale ma anche figurato: diamo pace alle donne in ogni contesto e situazione.
Nel cartellone promosso da provincia, comuni e associazioni del territorio è presente l’iniziativa organizzata dal comune di Buonconvento oggi alle 17.30 presso il Museo della Mezzadria
𝐕𝐨𝐜𝐢 𝐝𝐢 𝐃𝐨𝐧𝐧𝐞: 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞 𝐞 𝐦𝐮𝐬𝐢𝐜𝐚 con la presentazione dei libri di Elisa Mariotti e Sarita Massai accompagnate da Lucia Lorenzini, chitarra e voce.
Un appuntamento da non perdere
"Si-Sienasociale la coprogettazione che tanto vale" : corso antenne del territorio

Si-Sienasociale: ecco il convegno

Il 28 marzo 2023, l’evento dal titolo: “Si-Sienasociale: esperienze di coprogettazione per la costruzione del welfare locale. Analisi e prospettive”. Invito rivolto alla cittadinanza.

L’appuntamento è organizzato dal Comune di Siena, Assessorato alle Politiche Sociali, e si  svolgerà il prossimo 28 marzo a Siena presso il Complesso Museale Santa Maria della Scala – Sala Italo Calvino.

A breve sarà pubblicato il programma ma intanto l’invito è giunto alle realtà appartengo al terzo settore di Siena e provincia.

E’ gradita la preregistrazione entro il 27 marzo al link https://si-sienasociale.sienacongress.it/home.php

Una scrittrice iraniana e la condizione femminile

Nella suggestiva cornice del Centro Culturale “La Tinaia” di Sovicille ieri – 8 marzo – è stata celebrata la Giornata Internazionale della Donna con un’ospite molto attesa e molto amica delle donne: Manna Parsì, autrice di testi letterari iraniani nata a Teheran ma che, da anni, vive in Italia e che da tempo racconta la condizione femminile nel suo paese natìo.

La Presidente dell’Associazione Turistica Pro Loco Sovicille aps, Rosanna Recchi e la socia fondatrice Donatella Pollini hanno introdotto e guidato la chiacchierata con l’autrice che ha ricordato il senso della giornata che non va vissuta come una festa ma come un appuntamento finalizzato al raggiungimento dell’equità dei diritti femminili.

Rosanna Recchi Presidente della Pro Loco Sovicille

Manna Parsì ha raccontato che le donne protagoniste nella storia e rimaste spesso anonime, sono state molteplici: migliaia hanno perso la vita perché sottoposte a condizioni lavorative disumane, altre lasciate sole a sfamare figli perché i loro mariti e fratelli erano stati arruolati in guerre senza fine, altre ancora vittime di società patriarcali in cui non vi era nessuna possibilità di riscatto.  Storie lontane, ma purtroppo sempre attuali, che ritroviamo sui giornali in cui leggiamo di femminicidi avvenuti per mano di uomini che uccidono in nome dell’amore, o donne vittime di retaggi culturali, vittime di razzismo, di riti tribali crudeli o di religioni maschiliste.

“Nel mio paese, la cosa che manca di più è la possibilità di scelta, vinta dall’imposizione” dice Manna; come quella del velo in Iran. La scrittrice ha ricordato quando nel 1979, rientrata a scuola dopo le vacanze, vide la segretaria indossare un velo. Subito sembrò uno scherzo tantoché tutte le studentesse cominciarono a schernirla. Quando la segretaria disse loro che non c’era niente da ridere, capirono che stava cambiando qualcosa e che, da lì a poco,  la loro libertà sarebbe stata repressa e tenuta strettamente sotto controllo.

E così fu.

Tutt’oggi le donne che hanno avuto la possibilità di studiare e lavorare sono succubi di mariti (e della famiglia del marito) che impongono loro regole e stile di vita ferrei. La maggior parte di loro non ha neanche il coraggio di divorziare perché la legge prevede l’affido dei figli, al marito.

La scrittrice iraniana Manna Parsì e Donatella Pollini socia fondatrice Pro Loco Sovicille

Manna afferma che col velo le donne si sentono invisibili, brutte, sono tutte uguali e perdono la loro identità, e l’obbligo di indossarlo rigidamente  vieta loro ogni libertà di scelta.

L’episodio di Masha Amini, uccisa nel settembre 2022 perché una ciocca di capelli fuoriusciva dall’hijab però, ha lasciato un segno: da quel momento c’è stata una vera e propria rivoluzione femminile fatta da donne che si tagliavano i capelli pubblicamente quale gesto di solidarietà verso una loro connazionale e di protesta contro il regime. A breve distanza dai primi episodi, la rivoluzione ha visto la solidarietà ed il coinvolgimento anche di padri, fratelli e mariti che manifestavano accanto alle loro donne, pagando conseguenze durissime.

La serata si è conclusa con l’intervento del Sindaco di Sovicille Giuseppe Gugliotti che ha ringraziato la scrittrice per il coraggio dimostrato e per l’intensità della serata. Ha sottolineato che il miglior modo per festeggiare la donna è quello di mettere in luce queste condizioni con l’informazione e la conoscenza e di favorire situazioni di parità, attraverso la consapevolezza. E soprattutto, non dimenticare ma anzi, continuare a dare sostegno, aiuto e vicinanza.

I libri di Manna Parsì saranno presto disponibili presso l’Associazione Turistica Pro Loco, in Via Roma 27 a Sovicille.

Per informazioni: info@prolocosovicille.it

Stefania Ingino

Misericordia di Poggibonsi: il tris d’emergenza è rosa

Sappiamo che non sono rarissime le ambulanze d’emergenza con equipaggi di sole donne. Tuttavia vogliamo farvene conoscere uno, della Misericordia di Poggibonsi, per rendere omaggio a tutte quelle donne che si mettono a disposizione del prossimo, sacrificando parte del loro tempo libero, facendo ogni giorno di questo mondo un posto migliore.

Sono volontaria – ci racconta Giada, a sinistra nella foto – da quasi cinque anni, ho iniziato quando ancora ero alle superiori. Adesso lavoro e nonostante il tempo da poter dedicare al volontariato sia decisamente diminuito cerco sempre di dare il mio contributo: trascorrendo una mattinata in turno con due amiche e aiutando al tempo stesso chi ha bisogno.

Daniela è la volontaria al centro della foto e ci spiega: “Ho conosciuto il mondo del volontariato nel 2012 facendo l’animatrice ai campi estivi ‘Misestate’, da lì a fare il Corso per Soccorritori e Soccorritrici il passo è stato breve perché avevo conosciuto la bellezza di aiutare il prossimo. C’è stata poi l’esperienza del Servizio Civile. Bellissima anche quella, un’esperienza che consiglio a tutti i giovani under 29: sia come approccio al mondo del lavoro, ma soprattutto per capire l’importanza di essere di aiuto a chi è nel bisogno perché è solo e malato, povero ecc. Ho avuto la fortuna di trasformare questa passione in un lavoro, diventando la prima dipendente autista soccorritrice di Mise Poggi, cosa che mi onora e mi soddisfa tantissimo”.

Fabiana, a destra nella foto, nella vita fa l’impiegata. “Ho iniziato a fare volontariato – ci dice – perché mi ha sempre affascinato questo mondo, fin da quando mio nonno usufruiva del servizio di trasporto. Mi fa stare bene poter aiutare in qualche modo altre persone o anche solo poter donare un sorriso”.

Storie e vite ordinarie che, messe insieme, compongono lo straordinario mondo del volontariato del quale le donne sono parte integrante.

Grazie a tutte quante, non solo l’otto marzo, ma ogni giorno dell’anno.

8 marzo: il progetto “Noi ci mettiamo il cuore” compie un anno

Un anno fa le volontarie della Pubblica Assistenza Val d’Arbia effettuavano la prima donazione di cuscini sotto-ascellari e borse portadrenaggi alle donne operate di tumore al seno

L’idea era nata molto tempo prima ma il progetto ha spiccato il volo, dopo la brutale battuta di arresto a causa della pandemia, lo scorso 8 marzo 2022, quando le volontarie della Pubblica Assistenza Val d’Arbia hanno potuto effettuare la prima donazione di cuscini sotto-ascellari e borse per contenere i drenaggi realizzati per le donne operate di tumore al seno e in cura nella UOC Chirurgia Oncologica della mammella dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese.

Un momento della prima consegna avvenuta l’8 marzo 2022.

Un gesto di solidarietà scaturito dalla riflessione per cui ogni anno sempre più donne sono colpite da tumore al seno che, come conseguenza, porta all’esportazione della mammella. Circa il 25-30% delle donne operate subisce anche l’asportazione dei linfonodi ascellari con il conseguente svuotamento del cavo ascellare. Ciò comporta delle difficoltà a stare in posizione supina ed una riabilitazione particolare, oltre che l’uso di drenaggi che le donne devono portarsi dietro per alcuni giorni. L’idea di realizzare e donare alle pazienti questi supporti che possono essere molto utili aveva preso vita dal confronto con alcuni specialisti: il cuscino a forma di cuore, con la forma ergonomica e una soffice imbottitura, offre sostegno al braccio e diminuisce la pressione sulla zona operata, alleviando il dolore; mentre le borse portadrenaggi rendono più sopportabili i disagi post-operatori.

A distanza di un anno – spiegano Anna Tani ed Enza Terzuoli, referenti del progetto ‘Noi ci mettiamo il cuore‘ per la Pubblica Assistenza Val d’Arbiapossiamo tirare le somme e guardare con emozione e un pizzico di orgoglio i numeri importanti che abbiamo registrato. Le nostre volontarie hanno realizzato e donato 739 borse portadrenaggi e 75 cuori sotto-ascellari. Dal taglio delle stoffe alla cucitura al confezionamento, in ogni fase della lavorazione ci mettiamo il cuore e facciamo il pieno della gratitudine e del sostegno che, donazione dopo donazione, riceviamo dalle pazienti e da tutte le donne che supportano con il loro operato il nostro progetto e ci aiutano a portarlo avanti.

L’infopoint del progetto gestito dalle volontarie della Pubblica Assistenza Val d’Arbia è attivo presso la sede sociale dell’associazione in via IV novembre n. 147 a Monteroni d’Arbia ogni primo e terzo venerdì del mese dalle ore 16.00 alle ore 18.00.

Emilia Di Gregorio

L’ A – B della Cooperazione Sociale

Parlando di cooperazione sociale, per chi legge di questo argomento o ne sente parlare ma non fa parte di questo “mondo”, a volte bisogna partire letteralmente dall’A-B (e C). Ecco le differenze.

Le prime due lettere dell’alfabeto, infatti, distinguono i due settori della cooperazione sociale: esiste, infatti, una cooperazione “di tipo A” e una “di tipo B”. La definizione di cooperativa sociale si trova nella Legge 381/91, che disciplina il settore: è un’impresa che nasce con lo scopo di “perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini” (art.1).

Da qui la distinzione: le cooperative sociali “di tipo A” si rivolgono alla comunità, mirano alla promozione umana e all’integrazione sociale attraverso la gestione di servizi socio sanitari ed educativi rivolti a categorie “deboli” come anziani, malati, disabili, minori.

Le cooperative “di tipo B”, invece, svolgono attività di impresa (agricola, industriale, artigianale, commerciale, di servizi) con la specificità di destinare almeno un terzo dei posti di lavoro a persone svantaggiate, altrimenti escluse dal mercato del lavoro (invalidi, psichici, tossicodipendenti, alcolisti e condannati ammessi alle misure alternative alla detenzione, secondo l’articolo 4 della 381/91).

Maura Martellucci 

 

A Murlo con “ALI” la donna è arte e scrittura

Come ogni anno l’Associazione A.L.I. (Artisti Liberi Indipendenti), per l’8 marzo, propone l’Iniziativa ” Invadiamo il paese di arte e di idee” con due momenti. Uno artistico , l’altro letterario. Sienasociale.it ha incontrato la scrittrice Carla Bardelli protagonista di questa edizione intervistata dalla nostra Marina Berti.

Una festa della donna ricca di idee, di calore e calore. È quella che l’associazione ALI ha organizzato nel comune di Murlo.

Alle ore 16 “Arte in vetrina” dove gli artisti esporranno, nei negozi, i loro quadri: al centro dell’attenzione temi riguardanti l’universo  femminile.  Alle ore 18,30 la presentazione del libro ”Io con i mostri non ci parlo”( Effegi editori) della scrittrice Carla Bardelli . A colloquiare con l’autrice Antonia Banfi dell’Associazione Donne di Carta.

La locandina dell'evento

La locandina dell’evento

Proprio Carla Bardelli ci parla della sua scrittura al femminile. Lei, letterata senese e Donna di carta, che, dopo una vita da lettrice, e bibliotecaria, si è avvicinata alla scrittura e ha dato alle stampe, nel giro di pochi anni, tre romanzi, in cui ha messo al centro storie di donne comuni.

“I personaggi di “Il suono breve della neve”, “La guerra è femmina” e “Io con i mostri non ci parlo”, sono donne come lei, che mette qualcosa di sé nelle protagoniste di queste storie, ma chi è Carla Bardelli al di là della scrittura?”

“ Io sono una persona semplice,  una donna normale e non mi definirei neppure una scrittrice, anche se scrivo e la passione per la scrittura mi definisce da sempre. Ho sempre avuta la voglia di scrivere e ho sempre scritto storie che però chiudevo in un cassetto. Un giorno una mia cara amica psicologa mi ha invitato a scrivere l’introduzione di un suo articolo. L’ho fatto e le sue parole di incoraggiamento poi mi hanno sollecitata a portare alla luce quelle vicende che fino a quel momento non avevo mostrato a nessuno.”

“I personaggi dei suoi romanzi sono prevalentemente donne, come li sceglie?”

Oggi si sentono raccontare tanti brutti fatti di cronaca: quasi ogni giorno veniamo a conoscenza di un femminicidio o di una violenza perpetrata contro una donna. Quando ho scritto il mio primo romanzo, “Il suono breve della neve”,  avevo in mente questi fatti di cui spesso parlavo con la mia amica che assisteva donne abusate e maltrattate. A loro pensavo quando è nato “Il suono breve della neve”. Però non ho raccontato di un fatto in particolare. Nella mia mente si sono delineati i due personaggi, Rosa e Lisa, che, prepotentemente, hanno preso corpo per raccontarmi le loro vicende. Sono figlie della mia fantasia che, però, sono diventate reali nel loro bisogno di farsi ascoltare da me  e narrare ai lettori.”

“La voce narrante del secondo romanzo, “La guerra è femmina”, è invece quella di una bambina.”

Sì, e  quella bambina sono io, cresciuta in una famiglia allargata, fatta da genitori, nonni e zie, che, in un clima che sembra oggi così lontano, narravano le storie di una guerra che era finita non da troppo tempo, quando venni al mondo. In quella casa dove interagivano tanti adulti, con le loro fragilità, ho capito cosa sono i piccoli dissidi  e le grandi guerre. E poi ho imparato che la guerra non è solo quella degli uomini che erano partiti per il fronte, ma anche delle donne che restavano a casa ad aspettare e a patire per chi combatteva e per le condizioni in cui si viveva. La bambina che ero è diventata protagonista per raccontare quello che allora le raccontavano e per testimoniare che la guerra era, ed è, sì fatta dai soldati, ma si abbatteva, e si abbatte tuttora, sulle donne: mia nonna aveva quattro figli maschi, tutti al fronte. Possiamo pensare che quel conflitto non fosse anche un suo dramma? Forse non è un caso ma,  in molte lingue europee, la parola guerra è al femminile!”

Nel terzo romanzo, “Io con i mostri non ci parlo”, le due protagoniste sono di nuovo due donne e hanno lo stesso nome, Caterina;  sono lontane parenti, ma cresciute in due epoche completamente differenti: c’è una Caterina vissuta all’inizio del Novecento e una Caterina, giovane moderna, che vive la complessa realtà delle donne di oggi.”

“Sì, si tratta di due personaggi, potremmo dire, speculari: la Caterina antica è una contadina, analfabeta, che affronta i “mostri” della quotidianità con gli strumenti che avevano le persone non istruite di inizio Novecento, radicati nel pensiero superstizioso. Se i “mostri” del passato erano per così dire più materiali, quelli  che deve affrontare la giovane Caterina, colta ed emancipata, invece, sono quelli della mente, in primis la depressione “post partum”. Anche in questo caso, mi sono rifatta alla narrazione della cronaca che ci racconta di come tante donne che, in uno dei momenti più importanti della loro vita, vengono “rapite da questo mostro” che le fa sentire inadeguate a svolgere il ruolo di madri perfette che la società pretenderebbe da loro. Nel momento in cui la mia giovane Caterina sente mancarle il terreno sotto i piedi a causa di questo problema, raggiunge la casa dell’antica parente e, in questo percorso a ritroso, che tiene uniti passato e presente, si ritrova.”

“Perché scrivere un romanzo le cui protagoniste sono così diverse?”

Quando ho deciso di scrivere “Io con i mostri non ci parlo” avevo in mente un obiettivo ben preciso: non solo parlare di un dramma che accomuna tante donne, soprattutto ora che si chiede alla donna una sorta di “perfezione”, ma volevo raccontare una storia che, intrecciando presente e passato, valorizzasse il secondo quale strumento per comprendere meglio ed accettare ciò che avviene nel primo. La diversità delle due protagoniste, e dei mondi che vivono, erano funzionali a questo obiettivo. ”

“I suoi romanzi sono storie di donne. Ma gli uomini? Che ruoli rivestono gli uomini nella narrazione della scrittrice Carla Bardelli?”

Spesso mi è stata posta questa domanda sottintendendo, forse,  che nei miei romanzi io formuli un atto d’accusa nei confronti degli uomini, ma non è vero. So con certezza che non tutti gli uomini sono violenti o prevaricatori. Anzi, a volte mi soffermo ad osservarli, anche nei miei lavori, e sento una sorta di “indulgenza” nei loro confronti perché sono ben consapevole che siamo diversi e che per loro è complicato comprendere le donne. C’è sempre qualcosa che sfugge alla loro capacità di capirci. Ma non è una condanna, si tratta solo di una constatazione.”

Carla Bardelli, ora che ha iniziato, ci ha preso gusto a scrivere e non si ferma qui: ora sta scrivendo il nuovo romanzo il cui titolo è ancora top secret, ma che sarà di nuovo una storia di donne, di amicizia e di confessioni di qualcosa taciuto da sempre. Nel frattempo, però, la scrittrice continua a portare le sue opere al pubblico che la potrà incontrare, anche prossimamente, ad eventi e a presentazioni.

Ed ecco gli artisti che esporranno

ANZANI ALCEA
AZZI STEFANO
BERTI FRANCESCA
BIGIO ELISA
CASALVALLLI LORETTA
COLLINI RENATO
CONTINI MARIA STELLA
DANIELLI COSTANZA
DE AMICIS M. CRISTINA
FINESCHI PATRIZIA
FRANCINI ORIELLA
GHEZZI LUIGINO
MAGGIULLI ELENA
MALEKI KATY
MARISI MARILENA
MOSCADELLI CATERINA
NAJAFI AZIN
SEMBIANTI SANDRA
TOMMASI ANTONELLA
ZASKOTSKA OKSANA

(La foto è tratta dalla pagina Facebook di Carla Bardelli)

 

Le Bollicine cercano casa

“Collega_Menti”: ecco il secondo appuntamento

Oggi è domani – linea progettuale di community management – progetto Collega_Menti”: un percorso progettuale di rete per favorire l’inclusione sociale e comunitaria dei ragazzi con disabilità in uscita dalla scuola secondaria di secondo grado: sabato il secondo appuntamento.

Ha preso avvio l’11 novembre il percorso di condivisione e capacitazione per e con le famiglie di persone con disabilità, che a vari livelli sono beneficiari di servizi,  nel territorio, rivolti all’autonomia e alla vita indipendente nell’ambito del  “Durante e Dopo di Noi” (palestre di autonomia, residenzialità brevi, cohousing), promosso dal Progetto triennale Collega_Menti nato in seno al tavolo Ddn scuola promosso da Fondazione Monte Paschi di Siena e condiviso con le organizzazioni del territorio della provincia che, a vario titolo, erogano questa tipologia di servizi: la Cooperativa sociale Valle del Sole, Anffas Alta Valdelsa, Le Bollicine Aps.

L’obiettivo è quello di arricchire le conoscenze e le competenze dei familiari, di fornire occasioni di confronto e scambio, riconoscendo loro un ruolo fondamentale nel “Progetto di Vita” della persona con disabilità e per il successo dei percorsi di autonomia e vita indipendente.

Sabato 11 marzo, presso Casa Fattoria, sede della Cooperativa Sociale Valle del Sole (Via Venti n.2, Casole d’Elsa), si svolgerà il secondo di una serie di incontri organizzati a questo scopo.

I temi di approfondimento della giornata saranno “I siblings: fratelli e sorelle delle persone con disabilità” e “Gli strumenti classici di diritto privato per il Dopo di noi”.

La locandina dell'evento

La locandina dell’evento

Interverranno al mattino Alessia Farinella (pedagogista, formatrice e supervisore pedagogico), Barbara Bentivogli (presidente regionale Anffas Emilia Romagna) e Viola Cappelli (assegnista di ricerca in Diritto Privato presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa), mentre nel pomeriggio, dopo il pranzo organizzato dalla Cooperativa, i familiari e gli operatori intervenuti potranno riunirsi in gruppi di lavoro, moderati dalle relatrici, in base agli interessi principali, ed elaborare ulteriormente gli argomenti trattati.

Al termine del pomeriggio ci sarà una rielaborazione e restituzione dei risultati dei lavori che consentirà allo staff del progetto Collega_Menti e alle referenti delle organizzazioni di raccogliere nuovi spunti e rilanciare per il prossimo incontro che presumibilmente si svolgerà prima dell’estate.

MM

(Nella foto “Le Bollicine” di Siena)

 

 

Strade Bianche: i volontari siamo noi

Un piccolo esercito di donne e uomini che si sono messi a servizio della collettività per una grande manifestazione sportiva 

Oggi – raccontano i volontari in servizio di Pubblica Assistenza Val d’Arbia – insieme a tante pubbliche assistenze della zona Senese ANPAS, con l’impegno e la sinergia di sempre, abbiamo portato un po’ di ‘arancione’ delle nostre divise e il nostro supporto in caso di bisogno lungo il percorso della Gran Fondo Strade Bianche, una manifestazione unica che ha visto la partecipazione di circa 6500 amatori e che si svolge in una cornice mozzafiato, senza eguali nel mondo: il nostro territorio, lo stesso in cui operiamo ogni giorno da volontari con competenza e passione.”

Con loro tante associazioni tra cui la Misericordia di Torrenieri e “La Racchetta” che opera in ambito protezione civile.

Volontari mandateci le vostre foto: le pubblicheremo! WhatsApp 3336353249

Per saperne di più https://www.sienasociale.it/2023/03/05/strade-bianche-volontariato-della-val-delsa-dice-presente-le-foto/