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Valdelsadonna attacco social “etichetta che fa rabbia”

Una gara di caccia, con futuro ricavo in beneficienza all’associazione della provincia di Siena, fa nascere una “polemica” su Facebook con diversi commenti negativi su un gruppo locale. La realtà che si occupa di prevenzione oncologica e non solo non ci sta e pubblica un comunicato ufficiale.

Ci possono essere tanti modi questo proprio no“. È uno dei commenti più netti.

La replica di Valdelsadonna è netta: “vorremmo chiarire a tutti la questione della donazione a Valdelsadonna da parte di AAC VICO DI BOSCONA.Siamo state accusate di accettare soldi provenienti da “fucilazione di bestie”.La suddetta associazione ha deciso di devolvere il ricavato di una giornata organizzata da loro, per i loro soci, alla ricerca contro i tumori. Quest’anno, come lo scorso anno, ci hanno contattate per chiederci di fare da tramite per questa donazione. In nessun modo siamo coinvolte nell’organizzazione di questo evento, che si sarebbe tenuto comunque (con o senza la donazione finale) e in nessun modo abbiamo richiesto questo contributo. Lo accettiamo? Si, assolutamente. Il perché è presto detto: siamo una piccola associazione fatta di donne che, nel poco tempo libero a disposizione, cercano di aiutare chi ogni giorno lotta contro un male brutto e subdolo. Alcune di noi hanno lottato in prima persona, altre hanno perso qualche caro o qualche amica con questa malattia. Sappiamo quanto c’è bisogno di aiuto in certi casi e sappiamo che tutto quello che arriva non è mai abbastanza. Il ricavato del 5×1000, delle nostre tessere associative, delle cene che facciamo, dei mercatini che organizziamo, non sono minimamente sufficienti a coprire tutte le situazioni di bisogno che ci vengono riferite. Va da sé che non riusciamo a fare anche donazioni per la ricerca. Quindi la domanda è la seguente: perché non dovremmo accettare di fare da tramite per la donazione di un’associazione che ha creato un evento privato perfettamente legale?!A tutte le persone indignate chiediamo: voi la tessera associativa di Valdelsadonna l’avete fatta? Le donazioni spontanee le avete mai valutate? Avete mai partecipato ad un nostro evento?

Avete provato a chiedere ad donna con una diagnosi infausta se le importa da dove vengono i soldi della ricerca che forse le permetterà di sopravvivere?
Sono domande provocatorie e lo sappiamo, ma dopo tutto il lavoro che c’è dietro alle nostre iniziative, essere etichettate così male sui social fa davvero rabbia.

Con affetto
Il Direttivo di Valdelsadonna”.

Lasciateci dire che le diverse idee pro o contro la caccia poco hanno a che fare con questa situazione.

L’opera meritoria di Valdelsadonna è, da anni, sotto gli occhi di tutti. Altrettanto lusinghiero l’intento degli organizzatori di devolvere il ricavato dell’evento, sul quale si può discutere tra favorevoli e contrari, per solidarietà. Strumentalizzare è un “gioco” che nulla a che fare con l’altruismo.

Giuseppe Saponaro

Una scrittrice iraniana e la condizione femminile

Nella suggestiva cornice del Centro Culturale “La Tinaia” di Sovicille ieri – 8 marzo – è stata celebrata la Giornata Internazionale della Donna con un’ospite molto attesa e molto amica delle donne: Manna Parsì, autrice di testi letterari iraniani nata a Teheran ma che, da anni, vive in Italia e che da tempo racconta la condizione femminile nel suo paese natìo.

La Presidente dell’Associazione Turistica Pro Loco Sovicille aps, Rosanna Recchi e la socia fondatrice Donatella Pollini hanno introdotto e guidato la chiacchierata con l’autrice che ha ricordato il senso della giornata che non va vissuta come una festa ma come un appuntamento finalizzato al raggiungimento dell’equità dei diritti femminili.

Rosanna Recchi Presidente della Pro Loco Sovicille

Manna Parsì ha raccontato che le donne protagoniste nella storia e rimaste spesso anonime, sono state molteplici: migliaia hanno perso la vita perché sottoposte a condizioni lavorative disumane, altre lasciate sole a sfamare figli perché i loro mariti e fratelli erano stati arruolati in guerre senza fine, altre ancora vittime di società patriarcali in cui non vi era nessuna possibilità di riscatto.  Storie lontane, ma purtroppo sempre attuali, che ritroviamo sui giornali in cui leggiamo di femminicidi avvenuti per mano di uomini che uccidono in nome dell’amore, o donne vittime di retaggi culturali, vittime di razzismo, di riti tribali crudeli o di religioni maschiliste.

“Nel mio paese, la cosa che manca di più è la possibilità di scelta, vinta dall’imposizione” dice Manna; come quella del velo in Iran. La scrittrice ha ricordato quando nel 1979, rientrata a scuola dopo le vacanze, vide la segretaria indossare un velo. Subito sembrò uno scherzo tantoché tutte le studentesse cominciarono a schernirla. Quando la segretaria disse loro che non c’era niente da ridere, capirono che stava cambiando qualcosa e che, da lì a poco,  la loro libertà sarebbe stata repressa e tenuta strettamente sotto controllo.

E così fu.

Tutt’oggi le donne che hanno avuto la possibilità di studiare e lavorare sono succubi di mariti (e della famiglia del marito) che impongono loro regole e stile di vita ferrei. La maggior parte di loro non ha neanche il coraggio di divorziare perché la legge prevede l’affido dei figli, al marito.

La scrittrice iraniana Manna Parsì e Donatella Pollini socia fondatrice Pro Loco Sovicille

Manna afferma che col velo le donne si sentono invisibili, brutte, sono tutte uguali e perdono la loro identità, e l’obbligo di indossarlo rigidamente  vieta loro ogni libertà di scelta.

L’episodio di Masha Amini, uccisa nel settembre 2022 perché una ciocca di capelli fuoriusciva dall’hijab però, ha lasciato un segno: da quel momento c’è stata una vera e propria rivoluzione femminile fatta da donne che si tagliavano i capelli pubblicamente quale gesto di solidarietà verso una loro connazionale e di protesta contro il regime. A breve distanza dai primi episodi, la rivoluzione ha visto la solidarietà ed il coinvolgimento anche di padri, fratelli e mariti che manifestavano accanto alle loro donne, pagando conseguenze durissime.

La serata si è conclusa con l’intervento del Sindaco di Sovicille Giuseppe Gugliotti che ha ringraziato la scrittrice per il coraggio dimostrato e per l’intensità della serata. Ha sottolineato che il miglior modo per festeggiare la donna è quello di mettere in luce queste condizioni con l’informazione e la conoscenza e di favorire situazioni di parità, attraverso la consapevolezza. E soprattutto, non dimenticare ma anzi, continuare a dare sostegno, aiuto e vicinanza.

I libri di Manna Parsì saranno presto disponibili presso l’Associazione Turistica Pro Loco, in Via Roma 27 a Sovicille.

Per informazioni: info@prolocosovicille.it

Stefania Ingino

“Otaria la volontaria” presenta Valdelsadonna

Ciao a tutti, cittine e cittini e bentornati! Oggi torno da voi con una storia che affronta un tema molto delicato quanto importante, ma lo fa con un sorriso… Dunque, da dove partire? Forse dalla considerazione che a tutti piacerebbe che la vita fosse fatta solo di rose e fiori (magari!), ma sappiamo bene che purtroppo non è così. Spesso ognuno di noi si trova a combattere una battaglia personale, anche in termini di salute. Esistono per fortuna terapie a cui essere sottoposti, ma queste stesse cure, pur essendo indispensabili, possono avere qualche effetto collaterale difficile da accettare soprattutto per una donna: un colorito spento o fin troppo arrossato della pelle, unghie malate, un umore tremendamente ballerino e la perdita di capelli, simbolo della femminilità sin dall’antichità.

È proprio allo scopo di dare un supporto e strappare un sorriso alle donne che stanno combattendo la loro personale battaglia, nasce il progetto dei laboratori di bellezza de “ La forza e il sorriso Onlus” che, qui sul nostro territorio, ha trovato sostegno grazie all’associazione Valdelsadonna impegnata da anni presso l’ospedale di Campostaggia.

Elisabetta, Barbara, Teresa e Marzia mi hanno raccontato di come queste donne, di un po’ tutte le età e inizialmente diffidenti, riescano poi ad aprirsi, scherzare, scambiare qualche pettegolezzo come delle vecchie amiche mentre viene insegnato loro a prendersi cura del loro aspetto, a valorizzarlo, a sentirsi, nonostante tutto, ancora “donna”. Il momento culminante pare sia quando viene consegnata loro la nuova beauty bag, che poi potranno portare a casa: un cofanetto pieno di tantissimi tesori! Creme, ombretti, lucidalabbra e rossetti di ottime marche tutti da usare. Sembra una banalità, ma non lo è. Ritrovare la voglia di prendersi cura di sé e della propria singolare bellezza significa infatti anche riacquistare stima e fiducia in se stessi. Sentimenti sempre importanti, decisamente necessari nelle situazioni in cui bisogna ricominciare.

E ricordatevi sempre che una mamma, una nonna, una zia, prima di essere una qualunque di queste cose sono donne, e come tali hanno bisogno di sentirsi, parola di Otaria la Volontaria!

Otaria la volontaria è il personaggio di Sienasociale.it   Nata dalla splendida matita di Elisa Bigio, la nostra protagonista,  presentata in conferenza stampa lo scorso 12 novembre, racconta le magnifiche storie di Elisa Mariotti e aiuta i più piccoli “ad entrare” nell’affascinante mondo del volontariato. Le storie di Otaria le trovate, ogni domenica, su sienasociale.it…raccontatele ai cittini!

“Legate ad un filo” : storie di donne in un laboratorio che “cura” la solitudine

Può un semplice filo unire tante storie legate da un destino comune? “Il filo condiviso” è il nome dell’iniziativa organizzata da “Valdelsadonna”: una serie di incontri in sede dedicati alle abilità manuali, per condividere qualche ora in piacevole compagnia di vecchie e nuove amiche. Con o senza uncinetti a sostegno di donne che stanno affrontando o hanno affrontato un tumore al seno. Ecco come è andato il primo incontro: il racconto di Antonella Lomonaco presidente dell’associazione.

Può un semplice filo unire tante storie legate da un destino comune?

Questo era quello che speravamo quando abbiamo pensato di dare vita a un laboratorio di lavori creativi nella nostra sede di Via Trento a Poggibonsi: l’idea è stata pubblicizzata nel gruppo Whatsapp dell’Associazione con un esito un po’ deludente.

Una risposta, forse due, poi “tre o quattro”… ci siamo chieste se non fosse il caso di rimandare il primo incontro, in attesa di una maggiore adesione, ma alla fine abbiamo deciso di andare avanti comunque, per dare inizio al progetto.

All’ora convenuta le prime “tre o quattro” erano già arrivate e le loro chiacchiere si sentivano nel corridoio della Galleria facendo ben sperare: stavano familiarizzando.

Avevamo predisposto intorno al tavolo un numero di sedie maggiore rispetto alle prenotazioni, non si sa mai, meglio non farsi trovare impreparate.

Pochi convenevoli di rito e ad un tratto altre voci hanno preannunciato un folto gruppo di signore che, a passo svelto, si avvicinavano portando vassoi di biscotti fatti in casa per “l’ora della merenda”.

In un baleno la sala si è riempita di voci e di allegria, gomitoli multicolori appoggiati sul tavolo, ferri e uncinetti, aghi e fili da ricamo, le sedie sembravano insufficienti, ma ce l’abbiamo fatta: il laboratorio ha preso vita e le partecipanti sembravano conoscersi tutte, anche se in effetti non era così.

E’ stato bello vedere l’entusiasmo, la condivisione delle loro storie, mentre una insegnava all’altra e viceversa, apprezzando la gioia di stare insieme in un pomeriggio che avrebbe potuto essere il solito pomeriggio passato in casa a sferruzzare in solitudine.

Poi, fra i gomitoli sul tavolo sono arrivati i biscotti e, come sempre accade, c’è qualcuna che, dopo aver assaggiato, chiede la ricetta ed è pronta a prendere appunti da trascrivere in uno di quei magici diari delle nonne, che le giovani non usano più perché oggi ci sono i social e i ricettari non servono.

Gesti comuni e semplici che diventano importanti in situazioni particolari come queste.

La solitudine può essere piacevole, se ricercata per riflettere o per concedersi un momento di pace, ma quando la vita impone un isolamento forzato, ci si sente abbandonati e può diventare pericolosa, inducendo uno stato depressivo che non favorisce il percorso terapeutico.

Questo stato gli inglesi lo chiamano loneliness, mentre loveliness viene definito il suo contrario.

Il nostro ‘Laboratorio del Filo Condiviso’ vuole dare un modesto contributo al benessere psicofisico delle nostre donne, che prima di indossare il cappotto, a fine serata ci hanno ricompensato domandando in coro

Allora, quando possiamo rivederci ?”.

Antonella Lomonaco

Per saperne di più

Dal 2007 Valdelsa Donna opera nella zona della Val d’Elsa senese con iniziative a sostegno di coloro che stanno affrontando l’esperienza del tumore al seno. L’Associazione, che opera senza fini di lucro, è nata da un gruppo di donne che hanno affrontato direttamente o indirettamente quella malattia e hanno deciso di mettersi a disposizione di chi sta affrontando quello stesso percorso per accompagnarle con la propria esperienza. L’idea è quella di esorcizzare la paura e sconfiggere la solitudine in un momento della vita tanto impegnativo sia a livello fisico che psichico, per combattere con consapevolezza la propria battaglia. Per fare questo non bastano le cure programmate dai nostri eccellenti oncologi ma bisogna attivare uno spirito positivo perché quel percorso possa diventare un cammino di speranza e di rinascita interiore. Quello che fino a qualche anno fa veniva definito “ male incurabile” è diventata una patologia curabile nella maggior parte dei casi in cui viene diagnosticata in tempo e contro la quale si può agire preventivamente grazie a quelle regole che stanno alla base della Prevenzione Primaria. Anche di questo si occupa Valdelsadonna Odv, diffondere la cultura della prevenzione divulgando i principi di uno stile di vita corretto che si basa tra l’altro su una sana alimentazione.

Valdelsadonna aderisce a “Toscana Donna” e a “Europa Donna Italia” con le quali condivide le idee e i progetti con l’obiettivo di creare canali di collegamento tra quanti operano nell’ambito della salute al fine di rendere più agevoli i percorsi di diagnosi e di cura.

Tante le attività che l’Associazione mette a disposizione delle donne in terapia oncologica, prima fra tutte quella dedicata alla cura di sé per ritrovare il sorriso e riscoprire la propria femminilità grazie ai laboratori di bellezza de La Forza e il Sorriso, che si svolgono con le nostre estetiste presso il reparto oncologico dell’Ospedale di Campostaggia ogni terzo lunedì del mese.

Una delle nostre iniziative più richieste è quella legata al supporto psicologico che Valdelsadonna mette a disposizione delle donne e dei loro familiari con incontri con due psicooncologi, che si svolgono all’interno del reparto previo appuntamento.

Arte terapia, Scrittura creativa, Reiki, Ginnastica adattata, Attività all’aria aperta per favorire il benessere psicofisico, incontri di auto mutuo aiuto sono altre iniziative a disposizione delle donne in terapia.

Valdelsadonna Odv supporta anche il Reparto oncologico e la Senologia dell’Ospedale di Campostaggia grazie alla generosa partecipazione della comunità Valdelsana che sostiene l’Associazione in occasione di eventi destinati alla realizzazione dei progetti più importanti

www.valdelsadonna.org

A Campostaggia musica che cura

Dalla pagina Facebook ufficiale di Valdelsadonna, associazione che si occupa di sostenere donne che combattono battaglie per la vita contro patologie incologiche, apprendiamo una notizia che scalda il cuore. La proponiamo di seguito con la consapevolezza che la musica può curare cuore e corpo.

Nel reparto oncologico dell’ospedale di Campostaggia questa mattina si respirava un’atmosfera natalizia che ha toccato i cuori di medici e pazienti mentre le infermiere, impegnate nel loro prezioso lavoro, si soffermavano incantate dalla voce della dottoressa Giulia Orlandini che nel reparto si occupa di Cure Palliative.

Nella foto la dottoressa Orlandini e i musicisti

Nella foto la dottoressa Orlandini e i musicisti

Le musiche della tradizione hanno portato un momento di serenità grazie al flautista Franco Vichi anche lui medico, e a un gruppo di giovani e valenti musicisti che lo accompagnavano.

Un Concerto di Natale organizzato dalla dottoressa Casi e dai suoi colleghi Oncologi riservato al personale sanitario e ai pazienti del Day Hospital Oncologico.

La redazione di Sienasociale.it si complimenta con tutte le persone che hanno dato il proprio contributo a questa lodevole iniziativa

Calendario Valdelsadonna: imprenditrici del vino protagoniste

Veder nascere un progetto, seguirlo passo passo e riuscire a presentarlo realizzato così come era stato concepito è sempre motivo di grande coinvolgimento emotivo.
Questa emozione si è rinnovata nel pomeriggio di sabato 3 dicembre presso il Castello della Magione a Poggibonsi, un complesso medievale sede della Milizia del Tempio, dove Valdelsadonna Odv è stata gentilmente ospitata per la presentazione del suo Calendario 2023 la cui veste grafica è stata curata da Irene Schnider Grafic Design. Un progetto realizzato con la collaborazione dei fotografi Ugo Marzi e Carlo Fiorentini e della Tipografia Parri di Colle Val d’Elsa.

Dopo il Calendario 2022 dedicato all’arte e alle artiste valdelsane, quest’anno le protagoniste dei dodici mesi dell’anno sono altrettante imprenditrici del territorio che, con coraggio e caparbietà, si sono affermate nel mondo del vino riuscendo in una battaglia che cinquant’anni fa poteva sembrare persa in partenza.

Abbattere il muro di un settore da sempre appannaggio degli uomini non deve essere stato facile.

A loro, guerriere nella loro professione, Valdelsadonna ha affidato il compito di “ambasciatrici” di un messaggio importante: quello della prevenzione, che riguarda anche questo alimento che come sappiamo è vita, è cultura, è tradizione e raffinato piacere da coltivare con saggezza e moderazione.

La presentazione di questo calendario ha visto una partecipazione da parte della comunità che non ci aspettavamo: tanti amici che hanno voluto condividere un momento di grande soddisfazione per l’Associazione, che ha colto l’occasione per brindare al suo quindicesimo anno di attività con l’ottimo vino offerto dal Consorzio della Vernaccia di San Gimignano.
Il momento migliore per ricordare le figure femminili che hanno costituito l’Associazione che di anno in anno si è consolidata e arricchita di nuove volontarie, di nuovi progetti e di un impegno sempre maggiore.

Da qualche tempo Valdelsadonna ha allargato i propri orizzonti e dopo il mondo dell’arte, siamo entrate in contatto diretto anche con il mondo dello sport, coinvolgendo personaggi e Società che hanno aperto le porte alla nostra Associazione, dedita al servizio delle donne malate di tumore al seno, e dunque fortemente orientata anche alla promozione della consapevolezza del ruolo essenziale svolto dalla Prevenzione Primaria.

La campionessa valdelsana Irene Siragusa per prima ha abbracciato con entusiasmo questo progetto con nostro grande piacere.
Le atlete della Pietro Larghi Volley di Colle Val d’Elsa hanno giocato con la fascia rosa al braccio per condividere l’impegno della nostra Associazione nei confronti dell’Ottobre Rosa: “Prevenzione come progetto di vita”.
Recentemente anche il Valdelsa Rugby di Colle Val d’Elsa e l’U.S. Poggibonsi hanno dato vita ad iniziative per sostenere e amplificare il messaggio che desideriamo diffondere anche fra i giovani atleti.

La brillante serata al Castello della Magione ci ha confermato l’apprezzamento e la considerazione dell’Amministrazione Comunale di Poggibonsi, attraverso le belle parole dell’Assessora Enrica Borgianni e quelle della Direttrice del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano, Sara Grazzini, che ha assicurato la vicinanza del Consorzio e sua personale al nostro impegno per il territorio.

Un ringraziamento particolare va indirizzato poi a Vincenzo Niccolini e Laura Castellacci, della delegazione Sommelier Siena Valdelsa, per l’elegante servizio offerto e a Lorenzo Scala, perfetto anfitrione che ha fatto gli onori di casa con una interessante pagina di storia medievale, in cui ha illustrato le origini del luogo che ha ospitato la serata, sorto come sito di accoglienza per i pellegrini in transito sulla via Francigena.

Antonella Lomonaco (Presidente di Valdelsadonna)

Nelle foto, tratte dalla pagina Facebook ufficiale di Valdelsadonna, 2 momenti della serata

Valdelsadonna: “non possiamo restare in silenzio”

Riceviamo e pubblichiamo il significativo messaggio della Presidente di Valdelsadonna. È il nostro modo per far sentire realmente da che parte stiamo. Grazie ad Antonella Lomonaco

Noi di Valdelsadonna siamo impegnate nella battaglia per la vita su un altro fronte ma siamo anche donne che non possono rimanere in silenzio in una giornata come questa.

Oggi 25 Novembre 2022 essere ancora costretti a combattere la battaglia contro la violenza sulle donne ci comunica un senso di frustrazione. In una società nella quale si parla con insistenza delle conquiste ottenute dal mondo femminile per un’indipendenza economica e sociale, per un rapporto di reciprocità con il mondo maschile, per la parità di genere, per la tutela dei propri diritti fra i quali la libertà e l’autodeterminazione, dobbiamo purtroppo prendere atto che la battaglia più importante non è stata ancora vinta.

Si parla di dati che indicano i femminicidi in aumento rispetto allo scorso anno ma oltre a questi drammatici eventi il nostro pensiero va alla violenza psicologica che tante donne sono costrette a subire in ambito familiare e lavorativo. Una violenza che si consuma spesso nel silenzio e nell’abitudine consolidata di gesti e parole che feriscono l’anima.

Noi siamo convinte che questa battaglia sarà vinta grazie anche alle testimonianze di donne forti che hanno rifiutato di genuflettersi a costo della loro stessa vita.

Antonella Lomonaco (Presidente di Valdelsadonna)

Per saperne di più

da Monsanto a Isole e Olena – Il castello della Paneretta