“Donare è una scelta naturale” è questo il messaggio della XXVI Giornata Nazionale per la donazione di organi, tessuti e cellule che si celebra oggi, 16 aprile 2023. Abbiamo intervistato il presidente di AIDO Siena (AIDO Associazione Italiana per la Donazione di Organi Tessuti e Cellule).

La giornata è promossa dal Ministero della Salute e dal Centro Nazionale Trapianti in collaborazione con le associazioni di settore e certamente questo slogan è un invito, una sollecitazione, a compiere una scelta di cuore e di coscienza, un gesto di grande valore umano e sociale.

Donare fa bene a chi dona e a chi riceve. Donare fa bene alla comunità che ascolta, partecipa, diffonde. E’ un atto di immensa solidarietà e compartecipazione.

Da una recente indagine risulta che in Italia, circa 8.000 pazienti sono in attesa di un trapianto, la loro vita è dunque appesa ad un si o ad un no.

Riflettiamo che ogni “no” detto in vita dai cittadini corrisponde a trapianti mancati, vite non salvate, lasciate andare.

La Toscana è una Regione virtuosa a livello nazionale per atti di consenso e di persone utilizzate ai fini del trapianto – sottolinea Stefano Bechini, Presidente dell’Associazione AIDO comunale di Siena, che raggiungiamo telefonicamente di ritorno da una giornata di sensibilizzazione sul territorio –  La Toscana ha investito moltissimo nella formazione e preparazione dei propri medici, mandandoli in Spagna, paese all’avanguardia nel campo della Donazione, che ha raddoppiato la sua attività di trapianti in meno di un decennio grazie ad una serie di fattori combinati, fra cui, il più importante, la capacità di convincere il parente del defunto ad accettare il principio della donazione e di diffondere e sensibilizzare la “pratica”del dono”

L’Associazione AIDO sin dal 1973 è impegnata a diffondere la cultura della Donazione di organi, tessuti e cellule ed ha una missione chiara e precisa: l’informazione e la sensibilizzazione dei cittadini sulla cultura del dono.

“È stato fatto tanto, ma la strada è ancora lunga – dice Stefano Bechini – se si considera il numero di persone in attesa di un trapianto, ultima possibilità di cura. Informare ed educare al dono è l’azione costante di AIDO, che ci vede impegnati in molte attività di promozione e sensibilizzazione sul campo. La nostra presenza nelle scuole secondarie di secondo grado, ad esempio, con incontri di circa 2 ore sul tema donazione sia dal punto di vista medico e giuridico, ci consente non solo di informare e sensibilizzare, ma anche di educare i giovani ad uno stile di vita sano al fine di non compromettere la possibilità/scelta del dono. Sollecitiamo, inoltre,  l’interesse dei ragazzi su tematiche etico-sociali con il preciso obiettivo di renderli consapevoli di “una scelta” e pronti a diffidare di molte fake-news che purtroppo circolano e non solo sui social. Ogni anno raccogliamo dagli 80 ai 100 atti di consenso alla donazione grazie ad argomenti etico-sociale.

Sicuramente questa nostra attività e’ resa ancora più urgente dall’Accordo fra il Ministero della Salute ANCI e AIDO in merito alla manifestazione di consenso o diniego alla donazione di organi e tessuti al momento del rilascio della carta di identità.

Vogliamo che i nostri giovani possano esprimersi con consapevolezza”.

Abbiamo detto che il mondo della donazione è una realtà complessa in cui sono coinvolti non solo aspetti medico-scientifici, ma anche relazionali, emotivi, personali, molti dei quali, a volte, possono rendere difficile aprirsi al racconto, alla condivisione, sia per il donatore, se consideriamo chi dona gli unici due organi che si possono donare in vita, rene e fegato, che per il ricevente.

Tuttavia però nell’esperienza di AIDO, sono diverse le voci e le storie che si sono svelate in questa “rinascita assistita”, divenendo negli incontri testimonianze dirette del dono, di una luce che regala la “seconda possibilità”.

C’è la storia commovente della donnina di 94 anni, morta di ischemia cerebrale mentre curava le sue rose. All’ospedale Le Scotte di Siena venne chiesto al figlio se volesse donare, la risposta fu un pianto di assenso e di sorpresa che sua madre potesse ancora continuare a vivere in qualcun altro” – racconta Bechini- “Ma ci sono anche storie difficili e di diniego, come quella dell’uomo, sempre all’ospedale Le Scotte di Siena, che non donò gli organi della moglie, dopo che la donna attese tanto per un trapianto di polmoni fino a morire – lei non li ha avuti e quindi nessuno”.

Non siamo certamente qui a giudicare, ma a prendere atto della complessità delle situazioni e dei fattori che in essi concorrono.

Qual è il ruolo del volontariato del dono e l’impegno nel sociale?

Sono diventato volontario solo dopo la pensione, ma credo fermamente che il volontariato sia volontariato a prescindere dai temi. Bisogna fare rete in modo impattante perché il volontariato ha la grande capacità di permeare il tessuto sociale. E’ importante che questa sensibilizzazione sia diffusa già da subito nelle scuole, attraverso un coinvolgimento costante, anche sulle tematiche etico-sociali di cui dicevamo prima. Noi investiamo sulla comunicazione e non sulla costrizione alla donazione. I docenti potrebbero porsi già loro come promotori di iniziative nel sociale e di solidarietà. Ogni anno promuoviamo un concorso per le scuole secondarie di secondo grado “Dona la vita con AIDO” in collaborazione con l’Aou Senese, chiedendo agli studenti di produrre elaborati multimediali, reportage, grafici, sugli aspetti emotivi della donazione degli organi.Da discenti a docenti: un percorso di formazione.”

In quale prospettiva, su questo tema, vede il ruolo della famiglia?

Credo che l’educare i giovani a considerasi non degli abitanti ma cittadini consapevoli passi davvero e soprattutto anche dalla famiglia. Lo scopo della famiglia è fare qualcosa per sviluppare la percezione e la coscienza del volontariato, del fare qualcosa per gli altri. Il volontariato è un mezzo per la collettività, e bisogna ragionare in termini di comunità e di benessere collettivo. Far capire ai ragazzi, ai propri figli, che fanno parte di una collettività, che non sono abitanti ma cittadini e in quanto tali devono fare la propria parte per il bene comune.  Si tratta di investire da subito, fin da piccoli, sulla scala valoriale, educare la persona, che non è banale”

La donazione di organi implica un percorso di crescita e di consapevolezza, un percorso che richiede un lavoro delicato e sinergico fra istituzioni e associazioni, volontari e tessuto sociale. Solo facendo rete diverrà sempre auspicabile quella riduzione delle “liste di attesa” che rallentano la “luce di quella seconda possibilità’”

Ergo, Informiamoci, Formiamoci e Crediamoci. Diciamo SI.

Filomena Cataldo

La foto è tratta dalla pagina Facebook ufficiale di AIDO

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