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“Sarrocchi”, volontariato in contrada e scrittura: il senese Fabbrini si racconta

Piero Fabbrini, classe 1988, professore di lettere alle scuole superiori, quest’anno al Sarrocchi di Siena, padre di un bambino di cinque anni, Capitano della squadra di calcio del Mazzola che milita nel campionato di eccellenza, allenatore nella Società Trieste, associazione sportiva della Contrada dell’Oca, all’interno della quale è anche attivo come addetto ai giovani, e ora anche scrittore di romanzi. Conosciamo questo senese impegnato su “tanti fronti” che un fronte lo racconta.

Lo incontro all’indomani della presentazione del suo secondo romanzo, “Un altro paradiso”, edito dalla casa editrice Albatros, e per prima cosa gli chiedo quale, di tutte le attività che pratica, lo rappresenta di più.

Ad essere sincero, tutte queste attività mi rappresentano bene, ma quella che pratico da maggior tempo è il calcio. Avevo solo cinque anni, quando ho iniziato a dare i primi calci al pallone e ancora non ho smesso. Diciamo che è una passione storica. Però anche la Contrada dell’Oca è parte integrante della mia esistenza. Sono nato in via della Galluzza, in Fontebranda, e posso dire che quella strada e la Società sono stati e sono il prolungamento di casa. Nell’Oca sono nato e lì sono cresciuto.

E ora possiamo dire che Piero adulto restituisce ciò che ha ricevuto?

Sì, ora da addetto ai giovani, con altri, mi occupo di loro, della loro crescita, sia degli “Anatroccoli” sia degli adolescenti. Sono una cinquantina di giovani che mi danno tanto, così come mi danno tanto anche i ragazzi che praticano sport all’interno della nostra associazione, la Trieste. Sono tutte attività che riempiono la mia vita e mi fanno sentire vivo.”

Crescendo ti sei dedicato agli studi umanistici.

“Sì, mi sono iscritto a lettere, ma ho sempre avuto un particolare interesse per la storia. Al termine della specialistica ho discusso una tesi sul colonialismo e sul costo, anche economico, di quel fenomeno. Quegli studi, poi, ritornano proprio nel mio secondo romanzo, “Un altro paradiso”.

Appunto, Piero ad un certo punto si avvicina anche alla scrittura.

In effetti, ho iniziato a scrivere quasi per caso: sentivo l’urgenza di mettere per iscritto le storie che mi avevano raccontato in famiglia. Mia nonna e mio padre erano la memoria di eventi di un’epoca che rischiava di essere dimenticata e per questo ho iniziato ad appuntarmi quelle narrazioni che sono poi confluite in un lavoro organico, in un romanzo che è stato pubblicato con il titolo “Un’altra gioventù”, in cui scrivo la storia di personaggi reali, vissuti nel Valdarno, nel periodo compreso tra la disfatta di Caporetto e la morte di Mussolini.”

In questo romanzo gli eventi storici sono colti e mostrati nella loro ricaduta sulla  vita della piccola comunità da cui proveniva la famiglia di tuo  padre, Montevarchi.

“Sì,  e i grandi eventi storici ritornano anche nel secondo romanzo, “Un altro paradiso”, edito da Albatros. In questo caso si tratta della storia di un uomo, di Castelnuovo Berardenga, colpito nei suoi affetti più cari che sceglie di andare a combattere nella prima guerra d’Africa, conclusasi con Adua.”

Quello che colpisce in questo romanzo è la poeticità delle relazioni. Ci sono due personaggi che rappresentano la comunità etiope e vengono tratteggiati con un rispetto e una delicatezza che accende un faro su quelle civiltà che non avevano nulla di meno di quelle europee.

“E’ vero,  ho voluto mostrare  il volto dell’Africa di cui non si parla mai. Anche perché di questa guerra, che pure ebbe delle conseguenze importanti, si legge poco, anche nei manuali di storia. E’ una pagina della nostra storia poco conosciuta, mentre per me dovrebbe essere spiegata, e molto bene, ai giovani.”

Sport, Contrada, insegnamento, scrittura: come concili tutte queste attività?

“Con la passione che mi motiva a fare tutto. Per ora riesco, per esempio dedicandomi allo sport nel periodo invernale e alla scrittura d’estate. Mentre la Contrada travalica le stagioni. Finora non sento il peso delle molteplici attività e, francamente, spero proprio di non sentirlo per molto ancora, perché mi sembra di avere ancora molto da fare.”

Marina Berti

nella foto Piero Fabbrini

Raul studente di robotica e violinista: “lo studio parte del divertimento”

Raul Bartalini Bigi, 18 anni appena compiuti, è uno studente della specializzazione di robotica dell’Istituto Sarrocchi di Siena, ma anche un violinista formatosi al Conservatorio di Siena. Lunedì 15 maggio, nell’aula magna della scuola in cui studia, è stato coprotagonista di un evento dedicato alla presentazione di due romanzi, nel corso del quale gli interventi degli scrittori sono stati intervallati da brani musicali interpretati da lui al violino. Fa parte di quella schiera di giovani volenterosi che sono il futuro di Siena

Raul, a quanti anni hai scoperto la passione per la musica?

Ero davvero molto piccolo, avevo quattro anni e già mostravo interesse nell’ascoltare i concerti trasmessi in TV”.

Ma, scegliesti subito il violino, come strumento da suonare?

All’epoca scelsi il violino perché mi affascinava il suono che emetteva: una melodia che per me si distingueva da quella degli altri strumenti.”

Dunque, hai iniziato a studiare musica prestissimo: come hai conciliato la vita di bambino con quella del “musicista in erba”?

Da bambino ero talmente appassionato di musica che riuscivo a integrarla anche nel gioco, conciliando entrambe le cose senza forzatura.”

E ora, come concili la vita dello studente di una specializzazione piuttosto complessa, come quella di robotica, con lo studio al Conservatorio?

Una volta giunto alla scelta della scuola superiore, ho deciso di continuare il mio percorso di studi in ambito tecnico, scegliendo come specializzazione elettronica e robotica perché ero incuriosito dal settore, pur essendo completamente differente da quello musicale. Non è semplice conciliare entrambi gli studi perché, sia l’uno che l’altro, richiedono tempo e costanza, ma grazie alla mia forza di volontà ci riesco, perché intendo ampliare il mio bagaglio culturale.”

Sii sincero, pensi di aver sacrificato qualcosa di importante sull’altare della musica e dello studio?

Sinceramente, non credo di aver sacrificato qualcosa di importante della mia adolescenza dedicandomi a entrambi i percorsi, perché essi rappresentano anche una parte del mio divertimento.”

E il tuo domani: qual è il sogno che Raul desidera realizzare da “grande”?

“Il mio sogno è quello di diventare un violinista di professione e/o un bravo ingegnere.”

Marina Berti

(nella foto Raul suona nella sua scuola)

 

Al Sarrocchi tra musica e letteratura

In un’aula magna gremita di studenti e docenti, lunedì 15 maggio, all’Istituto Sarrocchi di Siena, c’è stata la presentazione di due romanzi: “Un altro paradiso”, del professore Piero Fabbrini, e “Storie sommerse del San Niccolò” , della professoressa Marina Berti. Intervento del professore di antropologia Pietro Clemente.

un momento dell'evento al Sarrocchi

un momento dell’evento al Sarrocchi

Dopo un momento dedicato alla musica, con l’ interpretazione al violino del brano “Cinema Paradiso”, eseguita magistralmente dallo studente di IV A robotica, Raul Bartalini Bigi, la dirigente, Floriana Buonocore, ha salutato la platea invitando i ragazzi a “godere” di queste opportunità offerte dalla scuola, grazie alle quali le diverse forme d’arte, incarnate in questo caso dai due scrittori e dal giovane musicista, si incontrano e interagiscono per accrescere la cultura dei giovani.

La dirigente ha quindi lasciato la parola alla professoressa Elisa Bennati che, dopo un altro breve intermezzo musicale eseguito ancora da Bartalini Bigi, ha letto due pagine tratte da “Storie sommerse del San Niccolò” e da “Un altro paradiso”, scelte per la loro carica espressiva ed emozionale.

L’esecuzione di “Oblivon” di Astor Piazzolla ha quindi introdotto l’intervento del professor Clemente che ha presentato le due opere di cui ha messo in evidenza alcuni tratti in comune, come la scelta degli autori di scrivere due romanzi storici: “Storie sommerse del San Niccolò” che narra vicende avvenute nel periodo del ventennio fascista, a Siena, a personaggi le cui storie si sono intrecciate con quelle degli internati dell’ex manicomio senese; “Un altro paradiso” che racconta la vicenda di un soldato italiano, di origine senese, impegnato nella prima guerra d’Africa, esperienza culminata con la disfatta di Adua.

Il professor Clemente ha voluto sottolineare come entrambe le opere mettano in risalto personaggi, verosimili, che hanno lottato per dar voce alle proprie idee, non solamente attraverso l’esposizione delle stesse, ma anche con comportamenti che intrecciano l’amore per un ideale e la capacità di provare sentimenti come l’amore e l’amicizia, che possono nascere  nonostante  contesti non favorevoli.

Un aspetto che Clemente ha evidenziato è come entrambi i romanzi illustrino episodi della storia del nostro Paese, poco conosciuti anche agli studenti delle scuole superiori, relegati spesso in poche pagine dei manuali di storia.

La professoressa Bennati ha quindi dato spazio alle domande poste dagli studenti che sono state numerose e pertinenti. L’incontro si è concluso sulle note del violino di Raul Bartalini Bigi che ha suonato come ultimo brano “Méditation” di Jules Massenet.

 

Presentato il libro di Giacomo Vigni : “svelo la magia della vita”

Ieri, presso “Palazzo Patrizi”, la presentazione del libro che è stata successiva a quella di, giovedì 11 maggio 2023, presso l’Aula Magna del Liceo Linguistico Monna Angnese. 

𝑰𝒍 𝑪𝒐𝒏𝒕𝒆 𝑮𝒊𝒂𝒌𝒉𝒚 𝒆 𝒊𝒍 𝒑𝒐𝒍𝒍𝒂𝒊𝒐 𝒎𝒂𝒈𝒊𝒄𝒐 ( Albatros Edizioni) di Giacomo Vigni, docente di psicologia presso l’Istituto Professionale Caselli di Siena,  è un “reale tuffo” nella vita dell’autore che si racconta senza ombre al lettore.

Questo libro racconta la mia vita: le persone che hanno caratterizzato il mio cammino. La vera magia della vita va trovata in cio’ che facciamo ogni giorno senza dimenticare una cosa fondamentale: i sogni”. 

Cosi ‘ ha introdotto la pubblicazione l’autore che ha evidenziato: “il mio sogno e’ quello di realizzare un centro aperto ai ragazzi che sono nello spettro autistico: e’ qualcosa che potrebbe arricchire la nostra città e dare una svolta a concetti come quelli di piena integrazione e dopo di noi”.

La seconda presentazione di ieri ha visto protagonista anche la nostra testata giornalistica. Giada Da Frassini, una delle firme del nostro giornale nonché docente che ha cari i valori dell’altruismo e solidarietà, ha fatto conoscere più da vicino questo poliedrico senese alla sua prima opera letteraria. Ha moderato l’evento il direttore di Sienasociale.it

L’incontro di ieri ha seguito, di pochi giorni, la prima presentazione del libro avvenuta giovedì 11 maggio 2023 alle ore 18.00, presso l’Aula Magna del Liceo Linguistico Monna Angnese, via del Poggio, 16.

Il libro di Giacomo Vigni si configura come un romanzo di formazione in cui confluiscono esperienza personale e temi cari all’autore, come l’inclusione, la disabilità, l’amicizia, la cura degli altri e l’amore per gli animali.

(nelle foto momenti della presentazione di ieri)

Giacomo Vigni in un libro: dopo il liceo linguistico Palazzo Patrizi

Domani ore 17.30, presso “Palazzo Patrizi”, la presentazione del libro che segue quella di, giovedì 11 maggio 2023, presso l’Aula Magna del Liceo Linguistico Monna Angnese. 

𝑰𝒍 𝑪𝒐𝒏𝒕𝒆 𝑮𝒊𝒂𝒌𝒉𝒚 𝒆 𝒊𝒍 𝒑𝒐𝒍𝒍𝒂𝒊𝒐 𝒎𝒂𝒈𝒊𝒄𝒐 ( Albatros Edizioni) di Giacomo Vigni, docente di psicologia presso l’Istituto Professionale Caselli di Siena,  è un “reale tuffo” nella vita dell’autore che si racconta senza ombre al lettore. 

Domani la seconda presentazione che vedrà protagonista anche la nostra testata giornalistica. Giada Da Frassini, una delle firme del nostro giornale nonché docente che ha cari i valori dell’altruismo e solidarietà, farà conoscere più da vicino questo poliedrico senese alla sua prima opera letteraria. Modererà l’evento il direttore di Sienasociale.it

Incontro che segue di pochi giorni, la prima presentazione del libro avvenuta giovedì 11 maggio 2023 alle ore 18.00, presso l’Aula Magna del Liceo Linguistico Monna Angnese, via del Poggio, 16. L’incontro, introdotto dal Dirigente Scolastico dell’ IIS “Giovanni Caselli” Luca Guerranti,  è stato moderato da Filomena Cataldo, docente e formatrice, che ha presentato il libro in tutte le prospettive di lettura e di interpretazione, ponendo focus sulle tematiche chiave del testo. L’evento, aperto alla cittadinanza, ha visto tanta affluenza di pubblico.

Il libro di Giacomo Vigni si configura come un romanzo di formazione in cui confluiscono esperienza personale e temi cari all’autore, come l’inclusione, la disabilità, l’amicizia, la cura degli altri e l’amore per gli animali.

(nelle foto momenti della prima presentazione)

 

 

A.L.I. oggi inaugurazione mostra: ecco i nomi degli artisti

Oggi pomeriggio, alle ore 16 presso la Palazzina del Museo di Murlo, ci sarà l’inaugurazione della mostra itinerante a tema 2023 “Copernico, Picasso, Zeffirelli e Calvino – ricerca arte cinema e letteratura” organizzata dall’Associazione A.L.I. – Artisti Liberi Indipendenti.

Gli artisti che proporranno le loro opere e delle quali rimarremo certamente stupiti in quanto a creatività e genialità sono: Anzani Alcea, Azzi Stefano, Babic Dea, Baroncini Mauro, Berti Francesca, Bigio Elisa, Brogi Cecilia, Bruni Graziella, Cantini Eleonora, Casalvalli Loretta, Casu Anna, Cipriani Silvana, Collini Renato, Consorti Lorella, Contini Maria Stella, Corfini Mara, Costanza Katrin, Crucitti Angela, Danielli Costanza, De Amicis M. Cristina, Degan Emanuela, Dei Paola, Di Napoli Grazia, Di Pietrantonio Cosetta, Faggioli Mara, Ferruzzi Caruso Debora, Fineschi Patrizia, Francini Oriella, Ghezzi Luigino, Girolami Elena, Gramigni Giusi, Kydalova Anita, La Rosa Susi, Maggiulli Elena, Maleki Katy, Mannini Rossana, Marisi Marilena, Migliorini Elena, Najafi Azin, Napoli Anna, Nardini Riccardo, Persia Fulvio, Sembianti Sandra, Sonnini Massimo, Tommasi Antonella, Vichi Patrizia, Zaskotska Oksana.

La mostra proseguirà per molti altri Comuni della Toscana: Chiusdino, Colle di Val d’Elsa, Sarteano, Chiusi, Empoli, Cerreto Guidi, Certaldo; l’ultima tappa sarà a Radicondoli, a novembre.

Stefania Ingino

“La mia terra fra… memoria, storia e leggende della Val di Merse” in memoria di Fiorenza Mannucci

La Biblioteca Comunale “Michele Squarci” di Chiusdino ospiterà nel pomeriggio del 13 maggio l’evento “LA MIA TERRA fra… memoria, storia e leggende della Val di Merse”, in ricordo di Fiorenza Mannucci, insegnante della scuola primaria e scrittrice molto amata, prematuramente scomparsa nel 2018.

Il titolo richiama una delle numerose pubblicazioni dell’autrice, dedicate a narrare storie di gente comune e, soprattutto, a non disperdere la memoria. Per anni Fiorenza Mannucci si è impegnata nella raccolta diretta di testimonianze, per lasciare su carta traccia di un passato che alle nuove generazioni appare sempre più distante.

foto 1- Alcune pubblicazioni di F. Mannucci

Grazie alla sua importante collaborazione con la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari e all’affetto e la stima da sempre provati nei sui confronti, nello scorso autunno all’interno del “Festival dell’autobiografia” è stata inaugurata la Biblioteca Nazionale delle letterature dei luoghi, intitolata a suo nome.

foto 2- Fiorenza Mannucci con il Prof. Duccio Demetrio (foto dal sito www.lua.it)

Dopo la sua scomparsa anche il Premio Letterario Città di Siena ha voluto omaggiarla istituendo il Premio “Fiorenza Mannucci”, riguardante la sezione narrativa per bambini di età compresa tra i 6 e i 13 anni.

Tanti giovani infatti rammentano i tempi della scuola primaria in cui “La signora Tantetasche” (nomignolo derivato da un abito che indossava per relazionarsi con i bambini) vivacizzava le lezioni con i suoi laboratori scolastici all’insegna della pedagogia della memoria e faceva riflettere anche i più piccoli sull’importanza del non dimenticare da dove e da chi proveniamo.

Domenica 13 maggio Fiorenza Mannucci verrà quindi ricordata inizialmente tramite il saluto del Sindaco Luciana Bartaletti e un’introduzione della Presidente della Biblioteca Comunale Lucia Da Frassini.

Seguiranno gli importanti interventi del Prof. Duccio Demetrio e del Dr. Roberto Scanarotti, della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari.

Alcune letture tratte dai suoi testi saranno affidate all’attrice Paola Lambardi e accompagnate dalle musiche di Francesco Vichi.

Silvia Schiavo

 

 

Iniziativa per Valdelsadonna

A Poggibonsi “Balla e Snella” per solidarietà

Balla e Snella Poggibonsi, in collaborazione con l’Associazione Valdelsadonna Odv annuncia un evento nel centro storico della città valdelsana.  Si tratta di una camminata alternata a ballo con cuffie wireless: il gruppo delle partecipanti si snoderà per le vie centrali di Poggibonsi a ritmo di musica nello stile di Balla e Snella che da circa otto anni opera in Valdelsa, attraverso passi di danza ed esercizi di fitness che hanno come obiettivo il modellamento del corpo, perdita di peso e tonificazione.  Tutto questo divertendosi ballando…a scopo solidale.

Sabina Brocchi, titolare e insegnante per i centri di Balla e Snella di Poggibonsi, Siena e Barberino Tavarnelle e sostenitrice degli effetti  psicofisici prodotti da questa attività, ha voluto fortemente il coinvolgimento di Valdelsadonna in questo progetto allo scopo di aiutare l’associazione nel suo impegno di supporto alle donne in terapia oncologica, e in particolare per sostenere la raccolta fondi per la quale Valdelsadonna è impegnata con altre associazioni del territorio, destinata all’acquisto di un Casco Refrigerante per il reparto oncologico dell’Ospedale di Campostaggia, mirato a combattere l’alopecia causata dalla chemioterapia. Sappiamo quanto questo problema sia sentito soprattutto dalle donne che nella perdita dei capelli vedono una violazione della propria femminilità tanto da, in alcuni casi limite, rifiutare le terapie per non incorrere in questo effetto devastante a livello psicologico.

È la stessa Sabina, entusiasta dell’iniziativa, ad esprimere piena soddisfazione nel contribuire a questa causa attraverso l’organizzazione dell’evento che avrà inizio alle 10 del 14 maggio;  divertimento e solidarietà si sposeranno perfettamente grazie alla partecipazione di tante donne che con amici e famiglie al seguito, parteciperanno contribuendo alla riuscita di una bella iniziativa di solidarietà.

Per informazioni e prenotazioni: 347 9307839 Sabina

La copertina del libro di Giacomo Vigni

Un “conte” di nome Giacomo: il prof, il volontario e lo scrittore

Giacomo Vigni, 48 anni è il professore che tutti noi avremmo voluto avere. Non solo per la sensibilità e l’empatia che trasmette ma anche perché dove passa lui, lascia un segno, un bel ricordo, una bella emozione… qualcosa di positivo, insomma!  Assaporiamo insieme la sua bella storia che da oggi e’ anche in un libro.

Dopo gli studi fatti presso l’istituto d’arte si trasferisce prima a Roma e poi a Milano per coltivare la passione del teatro; qui lavorerà per diversi anni anche per conto di televisioni importanti, ma purtroppo, a causa di un’improvvisa malattia del babbo, Giacomo deve ritornare a Siena ed abbandonare il sogno.

Una volta rientrato a casa ho sentito la spinta di dover iniziare a lavorare nel sociale, quasi per voler dare un senso all’aver abbandonato la recitazione; ho cominciato a lavorare presso alcune cooperative e scuole come educatore; qui ho avuto la fortuna di conoscere Federico, un ragazzo autistico che mi ha cambiato la vita. Ho trascorso con lui tanti anni facendo progetti sia dentro e sia fuori la scuola e compiendo insieme un bellissimo percorso insieme; questo mi ha spinto a rimettermi in gioco ricominciando a studiare per approfondire conoscenze ed acquisire competenze, visto che il solo aspetto pratico non bastava: volevo essere in grado di supportare in maniera più completa e proficua lui e gli altri ragazzi che avrei incontrato sul mio cammino”.

Giacomo riesce a conseguire ben due lauree e a tirare fuori dal cassetto il suo secondo sogno: quello di insegnare… “ho cominciato a lavorare presso diverse scuole superiori per approdare poi all’Istituto Caselli inizialmente come insegnante di sostegno, cosa che mi ha permesso di portare avanti un progetto educativo che seguivo e che mi stava a cuore, per poi raggiungere il traguardo: insegnare la mia materia (psicologia) potendo usufruire della disponibilità e libertà di espressione concessimi dal Caselli.  Fin da subito ho avuto la fortuna di poter dare un contributo personale, sentendomi libero di proporre progetti che dessero la possibilità a tutti i ragazzi – non solo disabili – di usufruirne. Da diversi anni ormai, insieme alla didattica tradizionale, riesco a proporre percorsi diversi e innovativi che uniscono il territorio alla scuola, due realtà che non devono restare isolate ma piuttosto dialogare, interagire e conoscersi approfonditamente”.

Il nostro prof da sempre è presente nel sociale da quando, negli anni della malattia del babbo, si è trovato solo in molte occasioni e le poche persone disponibili, anche solo all’ascolto, lo hanno realmente arricchito e fatto la differenza nel suo rapporto col padre “un percorso terminato cinque anni fa con la sua morte, ma molto significativo ed importante perché sono riuscito a prendermi cura di una persona che non si era presa cura di me; avendo però sempre coltivato un senso di gratitudine nei suoi confronti per avermi donato la vita insieme a mia madre, nel nostro ultimo periodo insieme mi sono avvicinato al perdono;  perdonandolo ci siamo concessi la gioia di amarci come si devono amare un padre ed un figlio”.

“Da tempo ormai, faccio parte di diverse associazioni dando la mia totale disponibilità perché se qualcuno ha bisogno (un’associazione, una famiglia o una situazione di emergenza) posso dire che ci sono; per questo non ho mai sposato l’identità di una sola associazione. L’idea di sienasociale.it a cui ho aderito come persona, infatti, è stata la soluzione ideale ed importantissima perché è un luogo di condivisione di problemi, disagi, difficoltà, vittorie e risultati. Ad esempio, ho avuto tante condivisioni con Letizia Cambi delle Bollicine: ci siamo sostenuti a vicenda nel periodo della pandemia, così come abbiamo assaporato periodi di gioia; con lo stesso Giuseppe Saponaro (Direttore di sienasociale.it ndr) ci siamo capiti subito ed è nato un rapporto empatico! Lo stesso potrei dire di tante altre persone che camminano con me nel percorso della vita…”

Inoltre, Giacomo ama coinvolgere e sensibilizzare i suoi studenti nelle cose in cui crede e che fanno bene all’anima ed allo spirito “forse perché non avendo avuto figli cerco di trasmettere nel mio piccolo i valori della vita ai miei ragazzi durante le poche ore che trascorro con loro. Ad esempio, la condivisione della donazione del sangue è stata molto emozionante. Credo che donare sia proprio un atto d’amore: possiamo salvare delle vite e personalmente ho visto gente che ne aveva assoluto bisogno a causa di incidenti; donare è dare amore allo stato puro ed in maniera naturale ed averlo condiviso coi ragazzi mi ha commosso al punto che ho versato delle lacrime. E loro, mi hanno ringraziato ed erano pieni di entusiasmo per il gesto”. 

Ma non è finita qui… Il nostro prof ha scritto “Il Conte Giakhy e il pollaio magico” un libro che parla di empatia, inclusione, disabilità, comunicazione ed ascolto; tutti termini che gli stanno a cuore e a cui lavora tutti i giorni condividendoli con chi ama: alunni, colleghi, amici. “E’ un piccolo libro, scritto con linguaggio semplice che spero passano leggere tutti! Racconto del rapporto con mio nonno e dell’amore per gli animali; proprio attraverso di loro affronto il tema della disabilità in maniera delicata, senza sottolineare la sofferenza (non volevo mettere in risalto il dolore) ma piuttosto evidenziando l’arricchimento che questa porta con sé”.

Al termine della chiacchierata, Giacomo ci saluta così “nella vita ho imparato a non dare consigli e a non sostituirmi alle decisioni degli altri nonostante spesso mi ritrovi a coprire il ruolo del consigliere! Ma un po’ per gli studi fatti e un po’ per la professione che svolgo, preferisco far vedere quali possono essere le prospettive delle azioni che verranno e permettere alle persone di trarne il giusto insegnamento, da soli”.

A questo punto, come dicono gli studenti di Giacomo… “stay tuned”, cioè restiamo connessi, in contatto, in connessione, insomma uniti… perché presto, anzi prestissimo, ci ritroveremo tutti ad assistere alla presentazione del Conte Giakhy!

Buona vita “the prof” e grazie per tutto ciò che fai e dei tuoi insegnamenti!

Stefania Ingino

Quale direttore di questa testata non posso che essere onorato. Il professor Giacomo Vigni ha rilasciato alla “nostra” Stefania Ingino una bellissima intervista che parla di lui e del “nuovo nato”: il libro. Credo che il protagonista di questa storia sia un reale valore aggiunto per la comunita’ senese: uno di quelli che fa la differenza. A me non resta che il piacere di leggere il libro e il privilegio di essere, semplicemente, suo amico.

Giuseppe Saponaro

Il libro

In vendita in libreria e in tutti i maggiori store on line “Il Conte Giakhy e il pollaio magico”
di Giacomo Vigni
Genere: Narrativa
Listino: € 13,90
Editore: Albatros
Collana: Nuove Voci Strade
Pagine: 130
Lingua: Italiano

Vigni, alla sua prima opera letteraria, ci regala un delizioso romanzo di formazione nel quale
racconta la sua crescita nell’incontro con gli animali che hanno segnato il suo percorso: la gallina Clara e il gallo Guido, la cagnetta Sophie, le gatte, i cavalli, gli anatroccoli… tutte bestioline che andranno a far parte della Fattoria Didattica realizzata poi da adulto. Un percorso costellato anche dalle figure peculiari dei nonni, delle amiche, dei compagni di strada, amici, colleghi e colleghe, vicini di casa. Ognuno unico, descritto magistralmente con pochi vividi tratti. Un libro che ha al tempo stesso il profumo della favola e della vita vera.

La copertina del libro di Giacomo Vigni

La copertina del libro di Giacomo Vigni

“Vedere soffrire la propria figlia è qualcosa che non si può descrivere”: mamma Reina racconta il coraggio di Luce

Accogliere una storia è di per sé un immenso privilegio; raccontarla è avere in dono la possibilità di narrare le corde più profonde dell’anima e dell’esistenza umana dinanzi al dolore, alla sofferenza, al coraggio, alla gioia, alla tristezza, alla forza, alle lacrime e ai sorrisi.

Perché anche in storie di grande sofferenza ci sono tenaci sorrisi ed è questo il senso profondo del messaggio di Reina Raffo, la madre di Luce, ragazza toscana con sindrome CHOPS.

Luce ha sedici anni, vive a Montecatini Terme ed ha la sindrome CHOPS, in una variante diversa da tutti gli altri casi ad oggi conosciuti.

<< La diagnosi arriva solo nel 2017, Luce ha già 10 anni – racconta Reina – il percorso di ricerca di una diagnosi è stato lungo, sofferto, a volte disperato, perché vedere soffrire la propria figlia è qualcosa che non si può descrivere, non esistono parole>>

I genitori di Luce, Reina Raffo e Luca Battiloni, attraversano momenti di sconforto tra ospedali, ricoveri, diagnosi inesatte (malattia mitocondriale generativa) e volti medici senza risposta, ma non si danno per vinti, e con forza e coraggio ricercano casi, storie, contatti. Volano negli Stati Uniti d’America al Texas Children’s Hospital di Houston e Luce ha la sua diagnosi: CHOPS. << Nel 2017 Luce è il 4^ caso riconosciuto della sindrome; oggi in letteratura medica ce ne sono solo 13 e – nella rete delle famiglie – se ne contano circa 30. Ma c’è ancora poca, pochissima conoscenza ed è importante fare informazione, sensibilizzare, fare rete per sostenere la ricerca. La diagnosi è solo l’inizio di un lungo cammino >> – risponde Reina con tono sicuro, battagliero e, mentre conversiamo, la voce meravigliosa, musicale di Luce la chiama “mamma, mi vuoi bene?; si – risponde Reina – “come l’anima?” Incalza Luce – “Come l’anima”!

Devo ammettere che la mia penna si ferma, per qualche istante, assorta nel suono della voce di Luce; penso che in quella musicalità sia custodita tutta la forza che avevo colto fino a quel momento, nelle parole di Reina.

<< Non so come sia possibile>> – risponde Reina – << ma Luce è felice, canta, gioca a fare pranzi e cene finte, si inventa personaggi, è quasi cabarettista. A volte si rende conto che alcune cose non riesce a farle, ma vince la parte allegra di lei>>

La vittoria della parte più allegra di Luce è il senso di questa storia, non è la sindrome, non è il dolore, è la vita che supera la realtà <<nell’incertezza  della diagnosi, quando ricercavamo risposte e cenni, l’unica cosa che ci interessava era che vi fosse una possibilità di vita per Luce, che non dovessimo perderla>> – << può sembrare strano, ma Luce non ci vede mai tristi, cantiamo insieme, scherziamo, facciamo battute e in questo modo insegniamo a Luce “la normalità”, che non è semplice perché – purtroppo – c’è ancora indifferenza ed anche paura dinanzi alla diversità. Ecco perché sarebbe fondamentale spiegare, raccontare, incontrare giovani, prima che genitori, volontari, operatori perché questi ragazzi non sono la patologia, sono ragazzi>> tuona convinta la mamma di Luce.

Luce ha provato tutte le difficoltà sulla sua pelle in questa strada tortuosa verso la diagnosi, le prova ancora in una quotidianità scandita da esami, terapie e centri specializzati; ha una notevole percezione ed una sensibilità straordinaria, quando deve sottoporsi ad esami invasivi e dolorosi, è lei che chiede scusa.

Per questo mondo di Luce e perché altri bambini possano essere riconosciuti in tempo con una diagnosi ed aiutati nelle cure, mamma Reina si impegna con tutte le sue forze, condividendo la storia di Luce e raccogliendo fondi affinché  la ricerca possa individuare farmaci per attenuare i sintomi.

<< Chiediamo l’aiuto di tutti e speriamo che vogliano prenderci per mano in questo percorso, dandoci supporto>>

Sono tanti i temi che affrontiamo in questa nostra conversazione, ricerca scientifica, cure, sensibilizzazione,  informazione, inclusione, ma il messaggio che Reina ci lascia è quasi più potente, ci dice che la vita può essere felice anche nel dolore e che non bisogna tralasciare – rivolgendosi alle neo-mamme- nessun segnale. Bisogna osservare, ascoltare il proprio “sesto senso mamma “ e cercare risposte, non darsi mai per vinte, condividere, raccontare, parlare.

Anche Reina e Luca, come Manuela e Gianni, i genitori di Mario, saranno a Siena alla Certosa di Pontignano, per la Conferenza Internazionale “Disorders of Chromatin and Transcriptional Regulation: Cohesin & Beyond” (13-15 maggio 2023).

Per saperne di più e non restare indifferenti!

Secondo la rete Orphanet Italia, nel nostro Paese i malati rari sono circa 2 milioni: nel 70% dei casi si tratta di pazienti in età pediatrica. In base ai dati coordinati dal Registro Nazionale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in Italia si stimano 20 casi di malattie rare ogni 10.000 abitanti e ogni anno sono circa 19.000 i nuovi casi segnalati dalle oltre 200 strutture sanitarie diffuse in tutta la penisola (OsservatorioMalattieRareosservatoriomalattierare.ithttps://www.osservatoriomalattierare.it › malattie-rare)

RareBase è la compagnia californiana che sfrutta la tecnologia e la biologia all’avanguardia per scoprire e sviluppare trattamenti per milioni di persone in tutto il mondo che vivono con una malattia rara ; RareBase porta avanti la ricerca farmacologica per limitare gli effetti della CHOPS (Rarebaserarebase.orghttps://www.rarebase.org)

Saluto Reina e la ringrazio per parole, emozioni e sensazioni condivise, le chiedo quale sia la musica preferita di Luce, mi risponde che Luce è appassionata di Elvis Presley (Incredibile! Elvis è anche il mio mito) e che quando sono stati in America, nel 2017, l’hanno portata a Graceland, la dimora di Elvis, al numero 3734 dell’Elvis Presley Boulevard a Memphis.

Penso che Luce sia Rock, e che debba fare rumore!

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Raccolta fondi di Manuela Mallamaci : Un aiuto per Mario e non solo (gofundme.com)

Fai Luce!

Filomena Cataldo