Dalla collaborazione tra lo staff di “Controtempo”  e l’esperienza in ambito educativo del centro M’ama, nell’ambito della coprogettazione tra comune ed enti del terzo settore “Si-Sienasociale”, nasce “Musica di Parole” una serie di laboratori musicali e di comunicazione  per ragazze e ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 14 anni. Abbiamo richiesto un bilancio dell’attività ad uno degli ideatori del progetto che lo ha seguito passo dopo passo. Ecco un suo resoconto.

Anche il silenzio comunica è l’ultimo punto del “Manifesto della comunicazione non ostile”, il decalogo di buone pratiche comunicative, pensato per i più giovani dall’associazione “Parole O_Stili” di Trieste. Ed è una verità incontrovertibile, sancita già dal primo assioma della comunicazione di Paul Watzlawick del 1967, ma ancora attualissimo, che recita “non si può non comunicare”, nel quale è implicito il fatto che anche stando in silenzio si può essere in connessione.

In quest’ultimo appuntamento dei 10 previsti e passati a scoprire tutti gli altri punti del Manifesto, abbiamo fatto in modo che i ragazzi partecipanti ai laboratori “Musica di Parole”, organizzati in collaborazione con l’Associazione Centro M’ama e Rock Factory all’interno del progetto Si-Sienasociale (che vede protagonisti della coprogettazione comune ed enti del terzo settore) si collegassero, nel più assoluto silenzio, con i compagni e le compagne attraverso un tratto colorato di pennarello.

Ognuno ha messo in comunicazione il proprio disegno con gli altri in un continuum che ha permesso ai ragazzi di sperimentare la condivisione delle emozioni senza bisogno di esprimerle a parole, in un’età in cui è difficile avere capacità di spiegare a un adulto i propri stati d’animo.

Il risultato è stato un intreccio di colori, linee, omini stilizzati e disegni un po’ più strutturati ma tutti evidentemente fluiti con naturalezza; dopo i primi momenti di indecisione, i colori hanno cominciato a correre sul foglio liberando creatività ed emozioni.

Lo scopo di questa giornata finale, lo stesso di tutte e due le settimane di laboratori, è stato quello di educare i ragazzi alle relazioni prive di violenza verbale e inclusive di tutte le diversità, che come abbiamo avuto modo di sperimentare creando il gruppo, fanno parte di noi e possono solo arricchirci; la provenienza geografica, il colore della pelle, le caratteristiche fisiche, il genere di appartenenza, non possono in nessun modo essere motivi di esclusione sociale e aggressione verbale.

La musica con gli educatori di Rock Factory e la scoperta giornaliera dei punti del Manifesto con noi di Controtempo, hanno unito le ragazze e i ragazzi presenti in un’esperienza che ha reso possibile saggiare come si possa stare insieme con rispetto e senza prepotenza, facendo la conoscenza delle proprie peculiarità e di quelle altrui.

I giovani che hanno preso parte a questi laboratori sperimentali stanno varcando la soglia dell’adolescenza, avviandosi a diventare utilizzatori più frequenti di canali social e ad avere relazioni significative con i pari.

L’uso consapevole del linguaggio e di tutte le sfaccettature della comunicazione, li renderà, speriamo, più coscienti di come un’interazione assertiva e non violenta sia più funzionale di quella escludente e offensiva, molto presente sulle piattaforme social e utilizzata in particolare da noi adulti.

D’altra parte, come asserisce il punto 3 del manifesto, “le parole danno forma al pensiero” ed è più efficace un’intelletto formato nella ferma e sicura gentilezza che uno sviluppato nell’oscurità della violenza verbale e della volgarità.

Filippo Franchi

(Misericordia di Siena)

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