Questa storia sembra una favola. Non inizia con “c’era una volta” ma con un messaggio dell’associazione Valdelsadonna.

Da qualche tempo ci arriva da un’amica di Palermo un pacco postale che noi riteniamo prezioso per vari motivi. Al suo interno troviamo turbanti destinati alle donne che stanno facendo un percorso di chemioterapia e borsette per il drenaggio post operatorio. Si tratta di oggetti realizzati e decorati da ragazzi diversamente abili del Liceo Scaduto di Bagheria, della Scuola Gabelli e del Liceo Dolci di Palermo. I ragazzi realizzano con passione questi manufatti aiutati dagli insegnanti e dagli stessi genitori. Le nonne creano deliziose applicazioni fatte all’uncinetto per decorarli, i tessuti arrivano in Sicilia da Prato grazie alla generosità di alcuni imprenditori tessili. Questa volta i turbanti sono accompagnati da deliziosi orecchini e da una bottiglietta di Acqua di Zagara per farci arrivare i profumi di questa terra meravigliosa. È lunga la cordata di volontari che lavorano a questo progetto e non possiamo elencarli tutti ma ai ragazzi, agli insegnanti, alle famiglie e al gruppo di Trama Solidale capitanati da Nunzia La Rosa vogliamo dedicare questo post in segno di gratitudine e ammirazione per il loro costante impegno.
Naturalmente questi doni sono a disposizione di chi ne ha bisogno, basta mettersi in contatto con Valdelsadonna”.

Incuriositi abbiamo cercato e trovato la protagonista di questa favola.

Nunzia La Rosa e un’insegnante. Felice ci racconta: “circa 6 anni fa due mie alunne, M. ed E., facevano la chemioterapia. E. portava la parrucca, M. un turbante grigio molto triste. Un giorno, mentre spiegavo Machiavelli e Guicciardini, ho chiesto a M. perché avesse scelto quel brutto colore e avendomi detto che non riusciva a trovare turbanti di colori pastello e avendo io stessa una certa abilità nell’ arte del cucito, tornata a casa, ho preso una mela e un tovagliolo e ho creato il mio prototipo di turbante. Ho deciso che il mio turbante doveva essere un dono di amore che partendo dal mio cuore doveva giungere al cuore della donna che lo avrebbe ricevuto”.

Ed ecco dove tutto inizia. Ma sappiamo bene che la solidarietà e’ un fiume in piena: travolge, trascina. E’ la nostra protagonista ad evidenziarlo.

Avendo saputo i miei consuoceri pratesi, Antonella e Fabrizio, di questa mia iniziativa, immediatamente hanno contattato due loro amici che producono e distribuiscono tessuti pregiati, Maria e Alessandro. Da allora, periodicamente, mi inviano i tessuti con cui realizzo turbanti coloratissimi e confortevoli”.

Ma non finisce qui.

Maria, del Progetto Aurora Donna di Prato, un giorno mi ha chiesto di realizzare le borsette porta drenaggio che tanta dignità danno al malato. Ho colto l’invito  e incominciato la produzione”.

La vera magia sta negli incontri, nelle idee.

Le borse porta drenaggio sono diventate piccole opere d’arte da quando Elena, mia collega, ha pensato di farle decorare ai suoi ragazzi diversamente abili , idea che è stata sposata da Katia e da Luigia. Abbiamo fatto squadra e siamo cresciuti di numero quando la mia alunna Sara ha realizzato gli orecchini da donare in corredo al turbante, iniziativa che è stata condivisa da Silvia, da Mariolina, Ignazia, Lilly; Anna e Antonella realizzano i cappellini in lana che durante l’ inverno scaldano più del turbante;Francesca, Lucia, Rosa Maria, Anna, Elena, Laura, realizzano le borsette porta drenaggio; io, Giusy e Laura realizziamo i turbanti; Giusy porta le macchine per cucire alla manutenzione; Michela confeziona tutto ciò che produciamo; Elio provvede alla distribuzione e spedizione; Fabrizio provvede al tessuto per le borsette porta drenaggio; Marianna cura la pagina Instagram e i nostri amici e familiari ci supportano come possono”.

Ciò che accomuna tutti è la gioia nel donare tempo ed energie a chi e’ più fragile.

I numeri parlano chiaro.

“Attualmente ogni mese realizziamo circa 200 turbanti, 300 borsette porta drenaggio, decine di orecchini e li doniamo a ospedali, associazioni a cui fanno capo donne in chemioterapia , medici, psicologi, donne che me li chiedono direttamente, sia in Sicilia che in Toscana”.

Non ci sono statuti o regole scritte. E’ volontariato informale ma assolutamente efficace.

Ci siamo dati un nome: trama solidale perché ci piace tramare senza se e senza ma. E crediamo che nella vita regalare un sorriso non ha prezzo. Nel donare riceviamo tantissimo e ciò ci rende felici e appagati”. Conclude Nunziatina.

Sullo sfondo il bene che porta altro bene.

Oggi abbiamo fatto la festa di primavera e come laboratorio abbiamo dipinto le borsette all’aperto con i girasoli
I bambini erano felicissimi.
Ci mettono impegno, consapevolezza e amore”. Il riferimento ai bimbi con disabilità che decorano i porta drenaggio sulle quali lavorano anche:  Nerina, Marilina, Antonella, Matilde, Lilly, Katia.

Un circolo virtuoso dove ognuno da quello che può: le amiche della palestra, le mamme della scuola senza dimenticare Maria Rita e Michela, due amiche parrucchiere, che trattano gratuitamente le parrucche delle donne in chemioterapia a cui vengono donati i turbanti.

E vissero felici e contenti. ..Questa storia pero’ non finisce ed e’ bellissimo che sia così.

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