Nei secoli, la propensione del territorio a sostenere chi è più fragile. Un viaggio nel tempo per capire il vero senso del moderno welfare.

Il 14 aprile 1785, il granduca Pietro Leopoldo di Lorena, tra le varie Compagnie laicali che decide di sopprimere, non contempla la Confraternita dei Disciplinati di Maria Santissima (operante sin dal Duecento con sede presso il Santa Maria della Scala), ma la trasforma nella Società di Esecutori di Pie Disposizioni.

La “Compagnia della Madonna sotto le Volte dell’ospedale”, detta anche “dei Disciplinati” (per l’antico uso del flagello come strumento di umiliazione fisica personale) acquisisce nei secoli ricchezza, potere e importanza, avendo tra gli adepti personalità quali: Bernardo Tolomei, fondatore degli olivetani; il beato Giovanni Colombini, fondatore dei gesuati; il beato Pier Pettinaio; il beato Ambrogio Sansedoni; San Giovanni di Capistrano, Santa Caterina.

Il salvataggio di questa istituzione non è casuale: per il governo toscano è chiaro il ruolo che essa svolge nel quadro dell’assistenza e della beneficienza a Siena e nel suo territorio. Fin dal XIII secolo, accanto all’aiuto concesso alle famiglie povere, essa elargisce, elemosine alle fanciulle che difettano di dote per sposarsi e, grazie ad appositi lasciti, dal Seicento, garantisce, tramite gli “alunnati”, borse di studio per i giovani che, mancando di mezzi propri, vogliono comunque addottorarsi in Teologia, Giurisprudenza, Medicina, Chirurgia e, infine, grazie al lascito di Marcello Biringucci del 1728, anche in Pittura e Scultura. Consapevole di questo, non solo l’istituzione non viene toccata, ma, anzi, è promossa fra le principali dispensatrici di assistenza in città: ad essa vengono infatti commesse le gestioni dell’ospedale per i bambini con malattie della pelle (conosciuto come Ospedale dei Tignosi), il ricovero per le partorienti “occulte”, portatrici di una gravidanza illegittima, e la gestione del nuovo manicomio.

Nel 1791-92, il successore di Pietro Leopoldo, Ferdinando III, restituisce alla Società tutte le sue antiche attribuzioni e ne ripristina l’antico nome di Compagnia dei Disciplinati. Il ruolo di questo ente verrà riconosciuto pienamente anche vent’anni dopo, quando, nel 1811, ancora una volta uscirà indenne dalle soppressioni volute, questa volta, dal governo francese, consapevole anch’esso, del danno gravissimo che sarebbe stato inferto alla città e al suo territorio dall’elimina ione di questa istituzione. Ad essa ci si limita a cambiare il nome in Comitato di Beneficienza, prontamente dismesso all’indomani della Restaurazione. Ripreso l’antico nome, il sodalizio ridiventerà Società di Esecutori di Pie Disposizioni con l’Unità nazionale, a partire dal 1877, quando le verrà riconosciuto lo status giuridico di opera pia laica, come era stato, del resto, in età leopoldina. Nell’Ottocento, il consiglio e i rettori della Società annoverarono il gotha della aristocrazia, dei professionisti e degli intellettuali senesi, selezionati in base a severissimi giudizi di ammissione al sodalizio

Maura Martellucci

Iscriviti alla nostra newsletter per rimanere aggiornato sulle attività delle Associazioni del Territorio Senese

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi