Da Siena a Buckingham Palace e ritorno. Marco Baragli, professore di filosofia e musicista, sabato 6 maggio ha vissuto l’esperienza di un momento che è storia: ha suonato al “Crown & Gowns Concert”, nella Cappella di Buckingham Palace, per la celebrazione dell’incoronazione di re Carlo III d’Inghilterra, davanti alla Principessa Anna e ai 500 ospiti, esponenti delle associazioni e della società civile, persone che si sono distinte per la loro attività sociale.

Ci sono eventi nella vita di una persona che restano indelebili nella sua mente e nella sua anima. Se poi quegli eventi stanno facendo la storia, l’emozione si amplifica per la sensazione di aver attraversato un momento che si è cristallizzato per raggiungere i posteri. E se poi a quel momento si è contribuito sulle note di uno strumento musicale, allora l’emozione lascerà sul volto di chi quell’attimo lo ha vissuto un sapore indefinibile di gioia. Quest’emozione si legge, a due giorni di distanza sul volto di Marco Baragli.

Come arriva Marco Baragli a suonare a Buckingham Palace, nel giorno più importante per la Gran Bretagna?

Sono un insegnante, ma anche un musicista. Insegno filosofia, dopo essere stato a lungo professore di religione cattolica. Anni fa da cattolico sono diventato membro della comunione anglicana, dove sto seguendo, ormai da tempo, un percorso per essere sacerdote della Chiesa d’Inghilterra. Ho studiato teologia, poi filosofia e nel frattempo mi sono diplomato al Conservatorio, e anche alla Chigiana, con il maestro Aurèle Nicolet, in flauto. Ho amato la musica, fin da bambino. Avrei inizialmente voluto suonare il violino che ho scoperto durante le vacanze in Ungheria, con i miei genitori, ma le lezioni erano costose. Così mi avvicinai allo studio del flauto, prima nella banda di Arezzo, la città dove sono nato, e poi con insegnanti privati e al Conservatorio.”

Studi teologici e musica; infine la conversione?

Fin da bambino frequentavo la chiesa. La conversione è stato un passaggio della mia vita per percorrere un cammino di servizio sacerdotale. La conversione ha significato molti cambiamenti. Per esempio ora insegno filosofia. D’altra parte, teologia e filosofia sono due strade per avvicinarsi alla verità, intesa come espressione di Dio.”

Ma, per tornare all’incoronazione di Carlo III, come arriva il professor Baragli alla corte inglese?

E’ stata una conseguenza inaspettata della mia conversione. La Chiesa di Inghilterra è divisa in National Church e in Diocesi che a loro volta sono divise in Arcidiaconie. Ognuna di queste ha ricevuto una mail in cui si invitava a segnalare artisti da far partecipare al “Crown & Gowns Concert”, nella Cappella di Buckingham Palace. Tra gli italiani, sono stato segnalato io, insieme al pianista Gaetano La Francesca. Due settimane fa ho ricevuto la mail. Lì per lì sono stato colto da un sentimento di incredulità che poi si è trasformata in emozione, quando ho realizzato che era tutto vero. Un’emozione amplificata dal fatto che amo la Gran Bretagna al punto che mi emoziono quando ascolto “God save the King””

Poi è giunto il momento di raggiungere Londra.

Il mattino di venerdì 5 maggio ero ancora a scuola. I giorni precedenti sono stati molto impegnativi, tra doveri scolastici e lo studio per portare a compimento questo impegno. Ho dovuto scegliere tra i compositori britannici quello che fosse maggiormente nelle mie corde: ho optato per Sir E. Elgar e di lui ho deciso di interpretare “Chanson de matin” e “Chanson de nuit”. Le ho provate con un amico pianista fiorentino. A Londra ho provato solo venerdì scorso.

Londra, venerdì, deve essere stata una città in fermento.

Dopo essere scesi in albergo, abbiamo attraversato la città. Io ero con mia moglie e avevamo un pass speciale. Abbiamo potuto raggiungere Westminster sia la vigilia, sia il sabato mattina, almeno fino a quando hanno chiuso gli accessi perché stava giungendo il corteo e la coppia reale. C’era una strana atmosfera. Già il fatto di poter circolare dove a pochissimi altri era concesso mi emozionava molto. Potevo osservare da vicino i preparativi. A Westminster ho assistito ai Vespri dell’incoronazione, ho stretto la mano all’arcivescovo di Westminster e poi ho provato nella Church House. Ogni singolo momento sembrava voler preparare il nostro spirito affinché fosse pronto ad entrare in quel preciso momento che stava cambiando la storia d’Inghilterra, con l’incoronazione di un sovrano così diverso dalla regina Elisabetta.”

E infine giunge il giorno del concerto.

La nostra esibizione era prevista per le 5 del pomeriggio, ma dovevamo essere a Buckingham Palace un’ora prima, tassativamente in lungo le signore, in tight gli uomini. Volevo assistere però agli ultimi preparativi. Siamo ritornati a Westminster. Lungo la strada abbiamo visto le truppe che convergevano a Buckingham Palace. Tutto era organizzato in modo perfetto. Mezz’ora prima della cerimonia di incoronazione abbiamo dovuto lasciare la zona di Westminster. Abbiamo assistito alla cerimonia incollati ad un maxischerno: era emozionante anche la sensazione di poter condividere quel momento con tante persone.”

Alle 5, finalmente, il flauto è uscito dalla custodia per allietare gli ospiti della Corona.

Tutti avevano preso posto, nella Cappella di Buckingham Palace. Ultima ad arrivare è stata la Principessa Anna che si è accomodata in prima fila. C’era una tensione che si tagliava con il coltello, ma tutti eravamo focalizzati sui nostri strumenti. Quando è stato il mio turno, sono entrato; il cuore batteva forte; non ho guardato nessuno, concentrato solo sul mio flauto e sui due brani che dovevo suonare; ho fatto appello a tutta la mia professionalità e alla mia capacità di autocontrollo. Ho suonato per sette minuti; solo al termine della mia esibizione ho visto realmente il pubblico. Mi sono inchinato al cospetto della Principessa Anna, ho salutato e mi sono ritirato. Appena uscito, ho raggiunto la finestra e ho respirato: avevo bisogno di aria. Mi sentivo liberato da un peso, sgravato dall’enorme responsabilità, ma anche dispiaciuto. Pensavo che avevo lasciato qualcosa di me in quel momento che è già storia. Poi, ragionando, ho concluso che non c’era bisogno della mia esibizione per dare ulteriore dignità ad un evento che, anche solo per la simbologia che l’incoronazione prevede, è già storia. Però mi piaceva pensare di averne preso parte.”

programma del concerto
programma del concerto

Poche ore ed è tornato alla normalità.

Quando ho ricevuto l’invito, non ho dubitato un istante. Non si può rinunciare a partecipare ad un momento che è storia. Poi però si rientra e si riprende il proprio lavoro, nella scuola, con i propri studenti. Con un sogno che c’era anche prima, quello di tornare a Londra, da sacerdote della Chiesa d’Inghilterra. E con una certezza che mi è stata comunicata stamattina, che i brani suonati nella Cappella di Buckingham Palace, sabato scorso, saranno pubblicati dalle edizioni musicali Kicco Music di Milano.”

Marina Berti

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