Emanuela è una donna forte, mi verrebbe da dire una “super donna” usando un termine poco raffinato, ma che rende perfettamente l’idea della persona che mi ha voluto donare la sua testimonianza affinché si parli, senza vergogna e senza timore, di cancro al seno.

La sua storia comincia sei anni fa quando, a seguito della retrazione di un capezzolo, decide di fare degli accertamenti nel reparto di senologia all’Ospedale Le Scotte di Siena. Seguono altre indagini cliniche a Milano fino a quando, purtroppo, una risonanza magnetica mette in in luce la presenza di un nodulo. Emanuela viene operata d’urgenza. Inizia un percorso lungo e travagliato che la porterà ad altri interventi.

Frequentando l’Ospedale di Campostaggia dove era in cura, viene a conoscenza di Valdelsadonna e comincia a partecipare ad alcuni incontri rimanendo così entusiasta da decidere di dare vita ad un’associazione in Val d’Orcia denominata “Hop Hope” insieme alle amiche Giudy e Giusy “fin da subito c’è stato un bel ritorno: abbiamo organizzato convegni prendendo spunto da Valdelsadonna e cercando di essere un punto di supporto e di riferimento per le donne malate di cancro”.

Emanuela con Antonella Lomonaco di Valdelsadonna ed altre volontarie dell'associazione
Emanuela con Antonella Lomonaco di Valdelsadonna ed altre volontarie dell’associazione

 

Il percorso di Emanuela continua e, pur non essendo sottoposta a cicli di chemioterapia in vena, ha dovuto iniziare una cura ormonale piuttosto invasiva con effetti collaterali dolorosi alle articolazioni tanto da impedirle una corretta deambulazione:  “piano piano ho capito che sforzandomi di fare attività fisica, il dolore si placava – ci racconta – così ogni giorno effettuavo più di un’ora di trekking e, quando non era possibile per le avverse condizioni meteo, andavo in palestra impegnandomi costantemente, fino a sentire meno la sofferenza e riuscendo a tornare ad una vita apparentemente normale”.

Sembra seguire un periodo di tranquillità ma, nel novembre 2019, Emanuela è costretta ad altri due interventi anche a Siena.

Nel periodo pandemico ho avuto grossi problemi: in quei momenti ho creduto davvero di toccare il fondo! Oltretutto, a causa delle limitazioni avute durante la pandemia, ho dovuto sospendere l’attività motoria con conseguente ritorno dei dolori lancinanti alle articolazioni. Stavo crollando, ma per fortuna, grazie a Valdelsadonna, ho conosciuto il dott. Iacopo Grisoladi che offre supporto psicologico alle donne con problemi oncologici. Beh, devo dire che mi ha proprio salvato la vita, un vero professionista che in poco tempo mi ha rimesso in piedi e, di questo, gliene sarò eternamente grata”.

Sfortunatamente, dopo cinque anni, la nostra amica è costretta a fare ancora una volta i conti col cancro che ritorna sottoforma di recidiva e la porta ad un’ennesima operazione, con conseguente radioterapia e cure chemioterapiche. Il male non pare dare tregua.  

Ma una cosa positiva in tutto questo, Emanuela l’ha trovata; l’amore di un uomo che le dona quotidianamente la forza e la spinta ad andare avanti “grazie a lui ed ai miei figli riesco ad affrontare le giornate col sorriso e la speranza; abbiamo anche cominciato ad organizzare delle sfilate di beneficienza (l’ultima è stata “Fantino da sogno” in Fortezza il cui ricavato è stato donato all’associazione Le Bollicine) perché fare del bene appaga sempre”. E a testimonianza della sua forza di volontà, a giugno di quest’anno, ha deciso di tornare a lavorare ottenendo il trasferimento in un altro ufficio, con una nuova posizione professionale: “non nascondo le difficoltà che incontro quotidianamente. Penso spesso al disagio di guardarmi allo specchio e alla consapevolezza di avere la vita appesa ad un filo, ma vado avanti a testa alta, apprezzando anche la mia nuova occupazione che mi dà energia e voglia di vivere”.

L’amore accompagna tutta la nostra vita, ci supporta e ci permette di affrontare e superare anche grossi ostacoli!  Ringrazio Emanuela per la testimonianza e per la forza che mi ha trasmesso raccontandomi la sua esperienza affinché questa sia da esempio per le tante donne che vivono la medesima malattia.

Buona vita cara Emanuela!

Stefania Ingino

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