Riceviamo la bellissima lettera che Sofia Rossi scrive “idealmente” a sua sorella, purtroppo, recentemente scomparsa.

Fuori dalla finestra che dà sul giardino si vede il mandorlo che ho piantato per te, si chiama Lola. Quando l’ho comprato aveva bellissimi fiori rosa: volevo anche fuori qualcosa che mi parlasse di te.

La casa è tappezzata delle tue fotografie: tu con in braccio la mia gattina Carlotta, noi in gita a Budapest e ancora sulla spiaggia a fare le linguacce. Tu con Olly ancora piccina tra le braccia che sorridi: come facevi sempre.

Nell’armadio i tuoi vestiti che indosso come fossero un’armatura capace di difendermi dal dolore. All’inizio, su di loro, c’era il tuo profumo così buono: ora dopo tre anni è evaporato ma ancora piango immaginando che avresti potuto e dovuto indossarli tu.

Ho mille oggetti che mi hai regalato o che abbiamo comprato insieme nelle nostre mille uscite per shopping e, per quanto non ami gli “attaccamenti”, ci sono cose delle quali non potrò mai privarmi come il portachiavi su cui hai fatto incidere in inglese “Una sorella è qualcuno con cui ridere piangere e affrontare la vita.”

Lo rigiro tra le dita ingoiando l’amaro pensiero di dover vivere senza di te.È un’arte quella di saper convivere col dolore, è arte e duro lavoro abitare un pianeta che non comprende più chi abbiamo tanto amato ed è incredibile che nessuno ce la insegni. Ci insegnano a leggere scrivere, e fare i conti, a guidare una stupida macchina ma nessuno che ti spieghi come sopravvivere alla mancanza di un genitore, di un figlio, di un amore, di una sorella.

Lo si impara da soli con fatica e diligenza, con lo sforzo costante di guardare avanti con speranza e ottimismo che dobbiamo a chi rimane e la consapevolezza che il mondo è un posto bellissimo anche se con te ha perduto per sempre un po’ della sua meraviglia.

Ma sono grata di averti avuto: di tutti i film visti insieme, delle canzoni urlate a squarciagola in macchina, delle mille risate. 48 anni di affetto, complicità, avventure, confidenze prima di addormentarci e preziosi consigli sulle decisioni importanti. 48 anni di amore, perché nessun’altra parola descrive meglio quello che ci legava.

Amore anche nei litigi dove correvamo a richiamarci per chiederci scusa e la frase ricorrente era “L’unica cosa che conta è che ti voglio bene”.

E davvero è l’unica cosa che resta, al di là degli oggetti, dei ricordi, del dolore resta così tanto amore che di te potrei scrivere libri: resta il tuo sorriso stampato sul mio cuore. Sulla tomba ho posato un sasso su cui ho scritto la frase di Victor Hugo: “Non sei più la dov’eri ma sei ovunque io sono “ed è questa la grande vittoria della vita.

Che la morte non può separare chi si ama: in ogni cellula del mio corpo continua a vivere il ricordo di te e l’esempio di bellezza che mi hai regalato.

Ti sento fortissimamente in ogni respiro, in ogni sorriso, in ogni brivido ci sei e, se ascolto bene, se riesco a tacere la confusione del mondo, mi sembra di sentire ancora la tua voce che mi parla.

Il mandorlo ora ha perduto tutti i suoi fiori: sono spuntati due piccoli frutti, è il ciclo naturale delle cose, le radici si fortificato, le foglie crescono e c’è tanta vita che non vediamo ma scorre gioiosa attraverso la sua linfa. I fiori torneranno a primavera e saranno bellissimi come bellissimo è stato averti con me: compagna, amica, confidente, sorella e anima mia.

Grazie di tutto Lory.

Tua sorella Sofia

Le 2 sorelle bambine insieme
Le 2 sorelle bambine insieme

 

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