Tutte le storie d’amore hanno qualcosa di speciale. Soprattutto per chi le vive. Ce ne sono alcune più di altre, che colpiscono e lasciano tanta dolcezza nell’ animo. È la storia di Silvia Palmieri e Alfredo Macchioni. Si sono sposati domenica scorsa, il 10 settembre.

Chiamo Alfredo e mi faccio raccontare.

Non ho preparato domande.

Preferisco sia lui a narrare con libertà la sua nuova felicità.

Eh , non si dovrebbe mai andare a fare la spesa, non si sa mai cosa può accadere” inizia ridendo.

L’ho conosciuta lì, nel 2005 , a volte la trovavo alla cassa della cooperativa per cui lavorava e presso cui andavo a fare la spesa. Una parola oggi, due domani. Piccole frasi quotidiane, capitava ogni volta”.

Due realtà vicine, molto vicine, ma soprattutto due vite parallele per tante cose. Lo hanno scoperto giorno dopo giorno cosa li rendeva così vicini. La dedizione e le attività nelle rispettive parrocchie, a Vicchio lei, a Borgo san Lorenzo lui. E qualcosa anche di più personale e quotidiano: entrambi figli unici, entrambi legati indissolubilmente al destino dei propri genitori, che, invecchiando, avevano bisogno di loro.

Interviene Silvia, nel racconto:
Mi colpì subito, fin dal primo giorno, quella bontà di animo, quell’affetto e quella cura speciale che Alfredo aveva verso sua madre mentre erano a fare la spesa insieme . Cosa rara da vedere“.

Il destino non si accontentò di quegli incontri casuali, per unire queste due anime.

Una ricerca da fare. In un paesino contiguo infatti era nata la madre fondatrice dell’ ordine delle suore di San Filippo Neri. La parrocchia era senza un parroco fisso e Alfredo si era offerto di cercare i documenti che la riguardavano. Chiese a Silvia un aiuto.

Gli incontri così non si limitarono più ai piccoli scambi di parole sulla spesa. Adesso c’era un terreno fertile e comune su cui far crescere un sentimento profondo che pian piano prendeva forma.

Solo che a un certo punto i documenti da cercare erano finiti! E noi eravamo troppo timidi per dire qualcosa l’uno all’altra. Come potevamo continuare a vederci? Per fortuna la custode della chiesa di Vespignano ci richiamò, un giorno, per comunicarci che c’erano altri documenti da compulsare.
Così avemmo una nuova occasione ancora per vederci, e stavolta anche per mostrare quello che provavamo l’uno per l’altro. Non potevano continuare a non dirci niente“.

Era il 2011.

E ancora di tempo ne sarebbe dovuto passare. Alfredo da solo con la madre anziana. Silvia prima con entrambi i genitori, poi con sua madre.
Non era facile trovare una soluzione per conciliare amore, doveri e affetti familiari.

E di ostacoli non mancarono.
Anche di salute.

Un brutto periodo di malattia di Alfredo. Poi l’isolamento del covid.

Pareva che i loro sogni potessero davvero infrangersi. Una data era già fissata per il matrimonio. Ma non era possibile , in quel momento: troppe erano le difficoltà per entrambi.

Hanno aspettato. Ancora e ancora.

Intanto la Chiesa era stata scelta. Non a Borgo San Lorenzo, né a Vicchio. Ma una chiesetta piccola, di campagna. Un prato davanti, nessuna barriera architettonica, in modo che le rispettive madri anziane potessero partecipare alla cerimonia.

Così non è stato. Le due mamme se ne sono andate prima di questo lieto giorno, una a pochi mesi di distanza dall’ altra.

Ma credo che in altra sembianza ci siano di certo state anche loro, domenica scorsa, a gioire dell’ unione dei loro figli.

Due linee parallele, da anni specchiate l’una nella vita dell’ altra, adesso finalmente sovrapposte in una unica linea della vita da vivere da ora in poi.

Non hanno dimenticato in questo momento di gioia gli altri. “Avevamo due piccole case già piene di tutto il necessario, non abbiamo voluto regali di nozze. Abbiamo chiesto ai nostri amici di dare un contributo alla Fondazione Onlus Il Cuore e le mani, per un progetto in Camerum sostenuto dai Salesiani e da un nostro amico medico militare. Si costruirà un ambulatorio per assistere la popolazione. E assumere ostetriche, infermieri, medici.
Niente bicchieri di cristallo o piatti della domenica. Noi siamo felici così. “

Li ringrazio del racconto.
Appena scrivo la vostra storia ve la mando”.
Mi ringraziano.

È ora di cena. E io me li immagino ancora per un attimo. Sotto lo stesso tetto. Finalmente, a decidere cosa preparare per cena.

Ogni storia d’amore è speciale. Questa però sembra proprio più speciale di altre.

Ci sono persone straordinarie che, nel proprio quotidiano, lasciano un segno, una testimonianza. Alfredo Macchioni e’ tra queste. A lui e alla sua splendida signora, gli auguri più sentiti da parte di tutta la redazione di Sienasociale.it

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