Riceviamo e pubblichiamo la bellissima lettera di Glenda Celeste Sbardellati. Colpisce la sua forza, il suo messaggio positivo il suo attaccamento alla vita: Glenda sta combattendo la sua personale battaglia con la malattia. Con la consapevolezza che il suo esempio può aiutare molti, ribadiamo qualche concetto che a lei abbiamo già espresso: siamo con te, sei bellissima, non mollare! 

Glenda e il suo sorriso
Glenda e il suo sorriso

Ci sono un paio di notizie che nessuna donna vorrebbe mai e poi mai ricevere nella sua vita. Una di queste è la diagnosi di un cancro al seno.

La seconda? Quella che la sua parrucchiera ha chiuso i battenti e adesso se ne deve trovare un’altra. Credetemi fa venire i sudori freddi.

Ma per fortuna a me hanno dato la prima, altrimenti con i prezzi che ci sono in giro chi la ritrova più una parrucchiera degna di questo nome?

Con la diagnosi di tumore al seno, anzi per la precisione di carcinoma mammario infiltrante ci si deve fare i conti velocemente, perché non ti dà il tempo di pensare a quello che devi fare. Te lo devi togliere, e subito.

E già questa è la prima di una serie di buone notizie. Perché con una diagnosi del genere bisogna tenere conto delle buone notizie, perché le cattive notizie devi fartele amiche e anche alla svelta.

L’altra buona notizia, per me, è che il tumore è operabile e si esegue una mastectomia. Per quanto mi riguarda sono anche potuta andare in vacanza, il che è una gran buona notizia. Stare ad aspettare l’inevitabile per due settimane girandomi i pollici sul divano sarebbe stato un incubo.

Poi quando sono tornata mi hanno aperto e rivoltato come un calzino, ma questo è un altro discorso. L’operazione, però, è andata benone, il giorno dopo già stavo a casa a smaniare per tornare alla mia vita normale. Ovviamente però, anche questa notizia devi farci i conti. La tua vita non sarà, per un bel po’, una vita “normale”. O almeno non sarà più la vita che conducevi prima. E una donna già non ce l’ha mai una vita normale, figuriamoci dopo una diagnosi del genere.

Per prima cosa, devi superare il trauma di guardarti allo specchio per la prima volta dopo una mastectomia e, credetemi, non è la cosa più facile del mondo. Devi fare i conti con un corpo che non è più molto tuo, che è cambiato per sempre e cambierà ancora senza che tu possa farci niente.

E così vai avanti, aspettando il risultato dell’istologia del tumore, e del linfonodo sentinella. Perché sì questo buon diavolo doveva complicare ulteriormente le cose. Perché alla fine per ogni buona notizia ce ne deve essere per forza una cattiva. E sono quelle che, ricordati, ti devi fare amiche.

A me, questa notizia, me l’hanno data a mo’ di martellata sul piede. Linfonodo positivo per cellule tumorali. E ora?

E ora chemioterapia e radioterapia.

La consapevolezza che in quelle due orribili parole risiede il tuo immediato futuro è come aver ricevuto una coltellata in pieno petto. Ti manca il respiro, cominci a sudare, a chiederti se ci sarà mai una fine, a domandarti se tutto questo te lo sei meritato. E la prima cosa, da donna, che ti viene in mente quando ti dicono “devi fare un ciclo di chemioterapia” è: perderò i miei capelli.

Perché di tutte le potenziali complicazioni a cui puoi pensare la prima è quella, da trentaquattrenne e da donna. Il pensiero di guardarti allo specchio e non riconoscerti più. Guardarti e pensare, chi è questa? Io non la conosco, non so chi sei. Desiderare che sia tutto un incubo da cui puoi svegliarti. Ma noi donne siamo più forti della chemio. Vedi il lato positivo: risparmi di parrucchiera (che come abbiamo già detto di questi tempo non è poco!), non ci sono più capelli da tirar fuori dalla doccia, la parrucca, se mai la metterai, è sempre in piega. Sì, magari a volte fa un po’ freschino, ma vuoi mettere la soddisfazione di andare al lavoro senza doversi preoccupare della messa in piega?

E poi, dobbiamo riconoscercelo, noi donne abbiamo un certo modo per affrontare la cosa. Turbanti colorati, parrucche, foulard. Io non ho ancora cominciato ma so per certo una cosa: mi salverà il lavoro. Il lavoro dei miei sogni, che dopo dieci anni ha deciso di farsi vivo proprio adesso. Proprio nel momento più difficile della mia vita, c’è il lavoro che mi salva, i miei ragazzi che mi aspettano, un anno scolastico da cominciare.

E allora vedi, che tutto sommato questi sei mesi che ti devi fare fra ospedali e infusioni, passeranno e tra un po’ potrai essere di nuovo tu, di nuovo libera. Lo devi fare per te, per evitare che tu debba di nuovo affrontare tutto questo.

Ed è questa la buona notizia per eccellenza. Questo è quello che mi dà la forza per poter affrontare tutto questo. E parlarne. Non fa bene tenersi tutto dentro, bisogna urlare e sfogarsi. E se un giorno vuoi rimanere a letto a piangere, hai tutte le ragioni per farlo, fallo e poi alzati e mangiati un gelato, un bignè, comprati un vestito, un foulard, vatti a fare una passeggiata. Perché tutto questo finirà. Questo ha un inizio e ha una fine, e finirà e la vita continuerà a girare per il verso giusto.

Perché quando accade qualcosa di così grande, hai bisogno di tutta la forza di questo mondo, e a me questa forza me la dà la consapevolezza di non essere sola. Ho tante persone che mi vogliono bene, i miei genitori, il mio compagno, i miei amici; a loro devo la mia forza e il mio coraggio. La determinazione che andrà tutto bene. Perché vada tutto bene devi credere che andrò tutto bene.

E io ci credo. Credo anche che a ognuno di noi sia data una scelta in questo frangente. La mia di scelta, è quella di essere felice, anche senza capelli, anche se a volte vorresti prendere a pugni qualcuno (ricordati che non è socialmente accettabile, quindi fai la brava), anche se a volte vorresti delle spiegazioni che non potrai mai avere.

La mia scelta sarà sempre questa. Perché la felicità è una scelta.

Glenda con il suo compagno
Glenda con il suo compagno

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