Oggi, per la rubrica “Una zampa sul cuore” raccontiamo la storia di Matisse della nostra Catia Prosperi. “A volte nella vita il destino decide strade che il cuore non conosce e una di queste è stata Matisse, un gattino dal pelo arancione e dal cuore grande quanto l’amore incondizionato che ci ha donato per due anni, nonostante la sua malattia, la leucemia felina (FELV)“.

Era un pomeriggio di fine ottobre quando ci chiamarono per una riunione alla casina di A.mici Miei: obiettivo era organizzare i gruppi di volontari per dare da mangiare alle colonie.  Era il 2017.

Arrivati lì, io e la mia compagna con sua madre, vedemmo questo micio nella stanza dove stavano i gatti con patologie.

Ad un certo punto un piccolo miagolino:  una zampina, che usciva dalla grata della gabbietta, si era impigliata nei pantaloni della mia compagna.

Subito l’attenzione e la curiosità andarono a questo gattino arancione: fu amore a prima vista poiché i nostri sguardi si incrociarono e chiedemmo subito se fosse stato possibile adottarlo.

Ci dissero di sì ma c’era un problema, che ci spiegarono con molta calma, lui, appunto soffriva di FELV e le aspettative di vita erano basse, perché è una malattia che non lascia scampo.

Ci guardammo un po’ dubbiose. Poi, dopo un po’, decidemmo di adottarlo nonostante tutto. Eravamo consapevoli che ogni giorno poteva essere il suo ultimo, ma non importava, meritava un’opportunità di vita migliore, in una casa, circondato dal nostro affetto e amore, con il fratello Scheggia.

E così venne a casa con noi.

Gli abbiamo dato il nome di un grande artista e anche quello di un gattino degli Aristogatti: Matisse.

Da allora ci furono giorni felici e spensierati, fatti di momenti di coccole, di amore, di giochi. E anche momenti difficili per la sua malattia, visite mediche e tante spese ma a noi non importava, a noi bastava che lui stesse bene e che fosse felice.

Il suo grande cuore da gatto fiero qual era ci stava regalando il suo amore e una lezione importante: amare il prossimo nonostante una sigla che, generalmente fa paura alla gente perché è sinonimo di sofferenza.

I giorni, gli anni passavano fino al 2019: a fine marzo il nostro Matisse ebbe un crollo fisico dovuto della malattia.

Lo portammo di corsa in clinica e ci dissero che la situazione era molto grave e che aveva poco tempo da vivere. Io non avevo ancora coraggio di lasciarlo andare, volevo tentare l’impossile.

Decidemmo di riportarlo a casa, nella sua casa, nel luogo che conosceva, dove era al sicuro e amato.

Ma le cure ormai non facevano più effetto, e in una mattina un po’ grigia di aprile si addormentò per sempre nel mio abbraccio più intimo e caldo, fatto di coccole e di lacrime. In quel momento un piccolo raggio di sole illuminò la stanza e il suo pelo divenne dorato e lui mi salutò con un piccolo miagolio e fusa. Lo strinsi forte nel mio cuore in eterno.

Ti voglio ricordare e dire che il tuo insegnamento non lo dimenticherò.

Grazie piccolo e grande gattino arancione di nome Matisse…. Quando l’amore va oltre una sigla.

Non abbiate paura di amare, di amarli per la vostra paura di soffrire.

Come tutti meritano di essere scelti e avere l’opportunità di una famiglia, un’opportunità di vita migliore. Queste creature donano il doppio dell’amore che noi umani a volte dimentichiamo di dare.

Katy Prosperi

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