Il 3 Aprile scorso,  presso il teatro settecentesco Mazzacorati a Bologna, è andato in scena  “Il mio Puccini”, spettacolo della rinata Accademia Verdiana Carlo Bergonzi di Busseto, scritto ed interpretato da una delle sue docenti, portata al debutto a soli 19 anni dal Maestro Bergonzi, il soprano Cristina Ferri.

Un racconto immaginario ed avvincente che rapiva lo spettatore immedesimandolo tra momenti di vita privata e la storia delle composizioni di Giacomo Puccini; un ricamo di emozioni dove al suo interno prendevano vita e si succedevano i vari personaggi delle opere, interpretati con grande intensità e successo dai giovani allievi dell’Accademia.
Il baritono greco Stavros Mantis ha aperto la serata con “Ah Vittoria!” dal Gianni Schicchi e successivamente con “Nulla… silenzio!” dal Tabarro. Mantis ha un notevole strumento vocale, che lo porterà sicuramente ad una luminosa carriera, che modula in maniera efficace per delineare la scaltrezza dello Schicchi e il dolore eroso dalla gelosia di Michele.
Silia Valente ha tratteggiato una Lauretta in “O mio babbino caro” come si conviene ed è stata una delicata e partecipe Mimì in “Donde lieta”, il colore è molto bello e morbido.
Silvia Pantani è sicuramente stata la voce più matura della serata assieme a quella del basso Paolo Breda Bulgherini.
Espressiva nella dolente Butterfly (Un bel dì vedremo) e addolorata e struggente nel “Vissi d’arte” da Tosca. Ottimo anche il duetto “Bimba dagli occhi pieni di malia”, cantato con il tenore polacco Michal Blocki che ha offerto a inizio spettacolo anche la temibile aria “Nessun dorma”; voce importante e dallo squillo sicuro, un’altra sicura futura carriera.
Leonora Sofia, mezzosoprano, è stata una Tigrana sensuale da Edgar e una Frugola, dal Tabarro, molto musicale ed è dotata di un ottimo colore omogeneo in tutta la gamma di voce.
Paolo Breda Bulgherini, come già accennato, è una voce già pronta per l’opera ed ha interpretato con partecipazione l’aria “Vecchia Zimarra”, impeccabile e divertente anche in alcune entrate nel Valzer di Musetta cantato, letteralmente tra le braccia del numeroso e entusiasta pubblico, dal soprano Cristina Ferri: quest’ultima, nel difficile compito di attrice e cantante, ha eseguito anche altri due brani “Tu che di gel sei cinta” da Turandot e “Sola perduta abbandonata” da Manon Lescaut con la professionalità e intensità che si conviene al suo prestigioso nome e del suo amato Maestro.
Il tutto è stato accompagnato magistralmente al pianoforte dal M°Simone Maria Marziali,  direttore artistico dell’Accademia Verdiana Carlo Bergonzi, appassionato interprete nell’intermezzo di Manon Lescaut, sempre pronto a dirigere e concertare, mentre suonava, tutti i suoi artisti.
Presente alla serata il presidente dell’Accademia Eddy Lovaglio che ha illustrato i progetti e i prossimi appuntamenti musicali di questa prestigiosa e storica iniziativa delle terre verdiane, tra gli applausi degli astanti. Serata sold-out dove persino le statue che sostenevano le balconate di questo teatro-gioiello hanno sorriso e pianto di commozione.

Francesca Pedaci, direttore artistico del teatro, ha ricordato quanto sia importante sostenere una simile realtà, che ricordiamo è l’unico teatro privato in Italia.

Carlo Volontieri

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