Abbiamo incontrato Francesca Semplici, appassionata contradaiola della Nobile Contrada dell’Aquila, nonché presidente della Commissione Finanziaria della Contrada, che da alcuni anni sostiene a distanza (ma non troppo) scuole gestite da Italiani nell’Isola di Zanzibar. Francesca ha adottato a distanza un bimbo autistico. Ecco la sua storia

Questa e’ la storia di una donna coraggiosa ed altruista. Una persona che ha deciso di aiutare i più fragili. Gli ultimi.

Perchè proprio Zanzibar?

Ho iniziato a frequentare Zanzibar come turista ma quest’isola mi è subito entrata nel cuore: l’atmosfera, l’Africa, la gente, i colori…Tutto è speciale compresa la serenità dei suoi abitanti nonostante la loro povertà.

Cosa ti ha spinto ad aiutare i bambini di Zanzibar?

Durante il mio terzo viaggio, ho sentito il desiderio di immergermi totalmente nella cultura del Paese provando a dare una mano e così ho visitato una scuola gestita da un italiano: la Donnino School, una scuola per bimbi diversamente abili.

In un Paese povero come la Tanzania i bambini sono poco alfabetizzati e le famiglie non danno importanza alla scolarizzazione. In un contesto come questo i bimbi disabili sono gli ultimi degli ultimi e sono considerati un peso per le famiglie. In questo difficile contesto la Donnino School li accoglie e li aiuta. Ho deciso di adottare a distanza uno di loro.

Come hai preso questa decisione e cosa ha significato per te?

Non avendo figli e vedendo che questi bambini avevano bisogno di tutto ho pensato di poter dare il mio contributo. Da anni ormai sostenevo una associazione che operava in Africa ma non sapevo precisamente dove andavano i miei soldi. Adottando a distanza Haitan, adesso so precisamente dove vanno e a chi vanno i miei risparmi. Aver adottato un bimbo e sapere che grazie al mio contributo la sua vita può essere un po’ più facile mi fa sentire utile e dà più senso alla mia vita.

Come è organizzata la scuola?

Durante il mio quarto viaggio sull’isola, mi sono resa conto più concretamente della realtà della scuola, ho passato del tempo nella struttura che accoglieva bimbi non vedenti, dawn, e con tutti i tipi di deficit. Anche se non potevo fare volontariato, perchè ci vogliono delle specializzazioni socio-sanitarie e un visto speciale, che io non avevo, mi sono comunque potuta rendere conto di quello che facevano e di quanto fosse importante il mio sostegno economico. Gli operatori devono convincere le famiglie a mandare i bambini a scuola ma poi lì sono impegnati in attività tutto il giorno e ricevono stimoli che altrimenti non avrebbero mai. Per fortuna sono molti i bambini adottati a distanza.

Ci racconti come è il tuo rapporto con Haitan?

Il bimbo che ho adottato io ha una sindrome autistica grave legata ad un deficit cognitivo importante. Quando l’ho incontrato è stato emozionante anche se lui purtroppo ha scarse capacità di relazione. Altri bambini invece sono molto affettuosi e ricercano il contatto fisico come necessità primaria.

Quali sono le principali necessità di questa scuola?

Oltre a penne e matite, spazzolini da denti e dentifrici, questi bambini hanno bisogno di farmaci di base e così, prima del mio quinto viaggio, ho comunicato questa necessità all’interno della mia Contrada, tra le mie piu care amiche. La voce si è poi sparsa e sono partita con una valigia piena di integratori e farmaci di base come vitamine o anche la semplice tachipirina. Quando sono arrivata là ho distribuito questo materiale prezioso negli spacci presenti nella scuola ma anche nei villaggi vicini. Mi sono sentita utile e ringrazio tutte le persone che hanno contribuito.

Hai visitato altre strutture a Zanzibar?

Si ho anche visitato un’ altra scuola gestita da “Cuori in viaggio” per bambini normodotati. Questi bambini sono speciali, sono molto diversi dai bambini italiani, sorridono sempre, si fanno coccolare, ti vengono incontro senza timore e ti accolgono per essere a loro volta accolti. Sono anime pure, felici nonostante non abbiano nulla. Quello che a noi può sembrare poco per loro è comunque tanto.

La povertà che ho visto a Zanzibar è per me una povertà piena di grande dignità  ed ho trovato una serenità unica fatta di cose completamente diverse dalle nostre. Non so da cosa dipenda ma credo che possiamo imparare da loro la gioia e serenità nonostante la povertà assoluta.

Noemi Caro

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