Ricordare l’importanza della donazione degli organi significa dare l’opportunità di una rinascita per chi, come il nostro amico, ha potuto gioire nuovamente tornando a vedere per assaporare e godere dei colori della vita.

Filippo Cannizzaro, 52 anni di Cantù, ha subìto il primo trapianto lamellare della cornea quando, una volta diagnosticata la malattia ed avendo deciso con il suo oculista che non si poteva più aspettare, viene messo in lista d’attesa.

Il Cheratocono da cui è affetto Filippo, è una patologia genetica degenerativa che si verifica quando la cornea perde rigidità e resistenza e il suo tessuto si assottiglia e si deforma nella parte centrale, assumendo la forma di un cono “può portare alla cecità – mi racconta Filippo – ma fortunatamente ho avuto il miracolo della donazione per entrambi gli occhi, il primo nel 2009 ed il secondo nel 2021. Tutto è cominciato alle scuole medie quando progressivamente ho iniziato ad avere problemi di vista; fin da subito, i miei genitori si sono attivati per portarmi da ottici ed oculisti che però ogni volta cambiavano gli occhiali, la montatura e le lenti a contatto ma senza fornirci una soluzione definitiva ed una diagnosi che avesse un nome ed una cura”.

Nel 2001 grazie ai consigli di un amico ottico, ho effettuato una visita oculistica specialistica che mi ha diagnosticato il Cheratocono allo stadio estremo di assottigliamento della cornea. Ero un caso a rischio. Nel 2009 un donatore compatibile – che rappresenterà per sempre il mio Angelo – mi ha ridato la vista ed ho potuto finalmente rivedere le meraviglie del mondo. Nel 2021 avviene il secondo trapianto, col quale per me e la mia famiglia si è concluso un ciclo di sofferenza. Voglio assolutamente ringraziare i miei genitori che mi sono sempre stati vicini portandomi ovunque affinché la mia situazione potesse migliorare; devo anche tanto alla mia passione per il calcio giocato nella squadra giovanile della mia piccola città perché mi ha aiutato a vivere normalmente facendomi pesare meno la malattia e il mio disagio”.

Dal 2012 il nostro amico è entrato a far parte della Nazionale Italiana Calcio Trapiantati con cui promuove la cultura della donazione di organi e tessuti in tutta Italia, con campagne di informazione e sensibilizzazione “ci rechiamo spesso anche nelle scuole per divulgare ed espandere la comunicazione ai giovani che sono molto attenti e sensibili. Il 4 ed il 5 maggio scorsi siamo stati all’Istituto Superiore di Montepulciano dove studiava Yara Gattavecchi, una ragazza prematuramente scomparsa a causa di un incidente stradale, i cui genitori hanno voluto dare il consenso per la donazione dei suoi organi. È stato un incontro assolutamente piacevole ed interattivo con curiosità e domande per nulla scontate o banali. Credo molto nei giovani e nelle loro consapevolezze pertanto, finché potrò, porterò avanti questa mia missione, in tutto il nostro Paese. Abbiamo poi continuato la nostra visita a Montepulciano giocando con tutta la squadra in occasione del 2° Memorial Yara Gattavecchi, apprezzando la vicinanza della cittadinanza su questo argomento di cui ancora si parla poco, in un momento di unione e commozione”.

La Nazionale Italiana Calcio Trapiantati nasce nel 2010 grazie alla volontà dell’allora presidente Paolo Ciarfella di Ponsacco, anche lui trapiantato di midollo, purtroppo scomparso. Oggi la carica la riveste Katy Russo, sua moglie e la squadra annovera tutte persone trapiantate.

Vorrei riaffermare il valore della donazione perché lo considero un gesto di generosità inestimabile. Noi trapiantati custodiremo per sempre l’immenso valore del nostro dono, come protetto in una cassaforte indistruttibile”.

Ringrazio Filippo per la sua testimonianza concludendo con un suo pensiero… “il buio ci rende tutti uguali, l’importante è sentirsi uguali anche quando si torna alla luce”.

Buona vita!

Stefania Ingino

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