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Presso Contrada della Torre l’evento sul terremoto (le foto)

Importante e sentita partecipazione dei Contradaioli della Torre per l’incontroIl Terremoto a Siena – Perché averne paura (e perché non averne)” una chiacchierata scientifica (ma comprensibile) con la professoressa Cecilia Viti del Dipartimento di Scienze Fisiche, della terra e dell’Ambiente, Università di Siena. L’evento presso la Contrada della Torre  ha avuto luogo ieri sera in collaborazione con i volontari di Pubblica Assistenza Siena.

Spiegazioni chiare e comprensibili anche se su argomenti complessi come la tettonica a zolle ed i terremoti.  L’evento di ieri ha chiarito tanti aspetti e dato maggiore consapevolezza dell’importanza delle buone pratiche di protezione civile.

A breve la data del prossimo incontro che vedrà protagonista un’altra Contrada.

#pubblicaassistenzasiena
#iononrischiosiena
#anpas
#terremoto

Sonia Vannoni e Serena Bianconi

 

Si-Siena Sociale, arriva il convegno sul Terzo Settore

Appuntamento il 28 marzo al Santa Maria della Scala. Il nostro quotidiano sarà presente

Un percorso cominciato da tempo grazie al dialogo tra amministrazione comunale e protagonisti del Terzo Settore. Il prossimo 28 marzo la conclusione di questo importante lavoro di co-progettazione con il convegno“Si-Sienasociale: esperienze di coprogettazione per la costruzione del welfare locale. Analisi e prospettive”, presso il complesso del Santa Maria della Scala.

Un convegno aperto alla cittadinanza, organizzato dall’assessorato alle politiche sociali del Comune di Siena, che vuole fare il punto sui risultati ottenuti a sostegno della categorie più fragili della nostra comunità. Disabili, famiglia e anziani, sono queste le tre categorie messe al centro dei tavoli di lavoro organizzati insieme al mondo dell’associazionismo locale.

Un’azione congiunta e collaborativa con molti attori protagonisti e coinvolti nel tema del welfare – spiega l’assessore Francesca Appolloni – Un sostegno economico importante da parte dell’amministrazione che ha assegnato ai tavoli della co-progettazione 750mila euro totali. Grande coinvolgimento delle associazioni che hanno collaborato attivamente in un momento di trasformazione normativa e procedurale per il terzo settore”.

I risultato di questi lavori, con dei quadri rappresentativi della realtà territoriale senese, a seconda delle esigenze espresse e analizzate nel corso della co-progettazione, saranno presentati durante il convegno del 28 marzo.

Oltre al sindaco di Siena Luigi De Mossi e all’assessore al sociale del Comune di Siena Francesca Appolloni interverranno Stefano Zamagni, economista politico e “padre” della riforma del Terzo Settore, Luca Gori, ricercatore della Scuola Superiore Sant’Anna, Alessandro Salvi, settore welfare e innovazione sociale della Regione Toscana, Carlo Rossi, presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena.

Per le associazioni e i cittadini che volessero partecipare al convegno è necessario registrarsi ai link interni al sito: https://www.sienafamiglia.it/ e https://www.sienafamiglia.it/si-sienasociale/

“Da Siena al Congo. La storia di mio padre è nella mia Fondazione”

“Mio padre, Stefano Bellaveglia, è morto, nel giugno del 2006”. Così inizia il bellissimo racconto di Marta che affida a Sienasociale le sue emozioni: quelle di una donna che, nel solco del bene fatto da suo padre, ha continuato e continua ad impegnarsi per i più fragili. Ecco la sua storia 

Non so neanche da dove iniziare, non so mai da dove iniziare quando mi ritrovo a fare delle riflessioni sulla mia vita, sulla mia storia. Quel “non concluso”, non finito, che si aggira dentro e attorno a me, mi impedisce spesso di essere obiettiva e di poter lasciare andare le emozioni come dovrebbero andare. Riuscire quindi ad incanalarle e farle fluire dentro di me, limpide come l’acqua ma pesanti come macigni.

Mio padre, Stefano Bellaveglia, è morto, nel giugno del 2006. Mio Babbo, ex amministratore delegato e vicepresidente di Banca Monte dei Paschi di Siena e futuro Presidente di Hopa a Brescia, è stato portato via da una forma molto aggressiva di malaria, contratta in Congo mentre cercava di portare aiuto alle popolazioni del luogo, in particolare ai bambini per i quali aveva un debole. I bambini in Congo hanno sorti terribili, se non vengono rapiti o stuprati o utilizzati per ricambio di organi, quasi il 70% di loro diventano soldati, a qualsiasi età, e sono costretti a fare e subire violenze inimmaginabili.

Stefano Bellaveglia

Stefano Bellaveglia

Babbo si perdeva in quegli occhi profondi, neri e tristi ed io ho capito solo molto tempo dopo del perché è tornato più volte in quel posto per cercare di far sorridere quei faccini.

L’ultima volta che è stato in Congo, quindi quando ha preso la malaria, mi ha chiamato: non riusciva a comunicare con un bimbo che parlava francese, io che lo avevo studiato alle medie ho cercato di aiutarlo come potevo per fare sì che i due si capissero.. poi me lo ha passato, il bimbo si chiamava Stephane, la versione francese di Stefano, e sono arrivata alla conclusione che, anche se si stavano capendo poco, si stavano divertendo tantissimo ed in sottofondo babbo cantava “Finchè la barca va” di Orietta Berti scatenando la gioia e l’ilarità di tutti i bambini presenti.

Babbo era così, con poco faceva sempre tanto: io cercavo di vederlo il più possibile anche se il suo ruolo ed i suoi impegni spesso me lo impedivano. Comunque, il tempo, anche se poco, passato con lui era straordinario. Non solo era simpatico, pronto allo scherzo e alla risata ironica ed autoironica, ma sapeva anche infondermi tutta la forza ed il coraggio quando ne avevo bisogno, quel coraggio che ho sempre creduto di poter ricevere solo da lui. Anche adesso, che lui non è più qui con me, riesco a trarre tutta la forza che ho dalla Fondazione che porta il suo nome, Fondazione Stefano Bellaveglia onlus, e che attualmente si sta occupando dei bambini ricoverati nel reparto di oncologia pediatrica a Pristina in Kosovo. Insieme alla borsa di studio per la dottoressa Mjedra Bajraktari che a sette anni è guarita da un male terribile e che ha deciso di fare prima la volontaria e poi studiare fino alla laurea in psicologia clinica per continuare ad aiutare i bimbi ricoverati in ospedale che spesso devono combattere contro leucemie e cure chemioterapiche molto dure.

Quando mi sono recata all’ospedale di Pristina, lo scorso anno, ho avuto la fortuna di incontrare persone straordinarie: i piccoli guariti con le loro famiglie, volontarie, infermiere e dottoresse e dottori che con forza e passione, ogni giorno, curano i bambini colpiti da leucemie terribili. Appena uscita dall’ospedale ho provato una sensazione che non avevo mai provato prima, mi sentivo davvero forte e coraggiosa e provavo chiara la sensazione che il mio meraviglioso babbo stesse vicino a me e che sorridesse. Da quel giorno, quando ho una giornata no (e ce ne sono tante) cerco di tornare alla sensazione provata in quel momento e aspetto un po’ di pace, chiudendo gli occhi e pensando a tutte le cose buone che stiamo facendo e quelle che, si spera, si possa fare per molto tempo.

Marta Bellaveglia

Sienasociale.it ringrazia Marta Bellaveglia per questa bellissima testimonianza 

Marta Bellaveglia da bimba sorride insieme a suo padre

Marta Bellaveglia da bimba sorride insieme a suo padre

 

Auser Siena: lo studio medico è “sogno realizzato”

Aprire uno studio medico che garantisse accoglienza a chiunque avesse bisogno di una visita urgente e senza necessità di presentare documenti o di dover pagare, era sempre stato un nostro sogno. Da aprile 2023 sarà possibile controllare la pressione

Nel 2017 il sogno è divenuto realtà grazie all’aiuto dell’Amministrazione Comunale e alla disponibilità del dottor Renato Scarinci e di alcuni suoi colleghi. Renato è il responsabile dello studio medico, è un pediatra, ma ha creato una rete di professionisti motivati e pronti a dare una mano in caso di bisogno.

Il nostro è uno studio medico, non un ambulatorio, si effettuano visite, si cercano le cause del disagio presentato e si indirizza o anche si accompagna la persona nel passo successivo per la soluzione del suo problema, spesso facilitando gli accessi.

Infatti, in particolare per i giovani migranti, Renato esce dallo studio e si reca personalmente dove ci sia bisogno di lui. Inoltre, se la persona ha necessità di essere accompagnata da uno specialista, l’Associazione si è organizzata per accompagnarla, in particolare se deve essere presente un aiuto per tradurre il colloquio.

Fin dall’inizio sono stati distribuiti volantini in italiano e in inglese per i migranti, da aprile 2023, grazie alla disponibilità dell’Amministrazione Comunale che ha finanziato l’acquisto della necessaria strumentazione, due volte al mese saranno effettuati gratuitamente controlli sulla pressione e su altri parametri.

Giuliana De Angelis

responsabile Auser comunale Siena

nella foto il dottor Scarinci

Terremoto a Siena perché avere paura evento domani

Terremoto a Siena: perché avere paura

“Il Terremoto a Siena – Perché averne paura (e perché non averne)” una chiacchierata scientifica (ma comprensibile) con la professoressa Cecilia Viti del Dipartimento di Scienze Fisiche, della terra e dell’Ambiente, Università di Siena. L’evento presso la Contrada della Torre, domani martedì 21 marzo, alle 19:15. Il tutto in collaborazione con i volontari di Pubblica Assistenza Siena.

A Siena c’è la “leggenda metropolitana” che il terremoto non può fare danni perché sotto, la città, è vuota e di tufo. Purtroppo la storia ci dice che terremoti (e danni) nella nostra città si sono verificati: l’Italia è, in generale, una zona sismica e per questo il tema deve essere trattato con tutta l’attenzione del caso.

Da anni, la Pubblica Assistenza di Siena con il progetto del DPC “Io Non Rischio” è impegnata proprio nella divulgazione delle buone pratiche di protezione civile quotidiane. In particolare, le giornate dedicate alla Campagna di Protezione Civile “Io Non Rischio”  hanno visto la collaborazione e la partecipazione dell’Arch. Marina Gennari (studiosa della storia sismica senese e architetto del nucleo tecnico nazionale della protezione civile) e del Prof. Dario Albarello (docente di Geofisica della terra solida all’Università di Siena e componente della Commissione nazionale grandi rischi)

Recentemente, su richiesta del Comitato dei Genitori degli alunni del Liceo Classico “E.S. Piccolomini” di Siena, Marina Gennari è stata protagonista di una iniziativa volta a descrivere  i comportamenti da tenere in caso di terremoto. L’evento, richiesto in seguito alle scosse di terremoto avvertite a Siena ad inizio febbraio, ha visto gli interventi, oltre che dell’Arch. Gennari e del Prof. Dario Albarello, anche del Prof. Enrico Tavarnelli (docente di geologia strutturale dell’Università di Siena). Grazie a loro sono state date importanti informazioni su cosa succede durante un terremoto e sulle caratteristiche del suolo e del sottosuolo della nostra città.
Hanno partecipato all’incontro mamme in presenza e genitori collegati on line. Presente all’incontro anche la Prof.ssa Cecilia Viti che, nell’occasione, si è fatta promotrice di un’altra bella iniziativa volta a dare informazioni sui terremoti e sulla sismicità del nostro territorio ai popoli delle varie Contrade. Anche in questo caso, i volontari comunicatori di “Io Non Rischio” hanno subito sposato e condiviso il progetto.

Si parte, domani, con la contrada della Torre.

#pubblicaassistenzasiena
#iononrischiosiena
#anpas
#terremoto

Sonia Vannoni e Serena Bianconi

Formarsi senza fermarsi

In Pubblica Assistenza di Siena ci si forma e non ci si ferma. Sabato 18 marzo si è concluso il percorso formativo di l° e ll° livello dei futuri volontari soccorritori.

Come ormai consuetudine, a coronare i due corsi annuali in associazione, anche questo corso ha visto impegnato il personale 118 della centrale operativa di Siena a valutare i 18 volontari che in questi ultimi 4 mesi e più si sono impegnati dedicati e formati con noi. È un grande impegno e fatica per tutto il Gruppo Formazione e per tutti i già volontari dell’associazione.

Vedere crescere la famiglia, includere condividere e confrontarsi con nuovi volti e nuove persone di ogni età, ci arricchisce e ci fa mettere in discussione ogni volta con la loro curiosità ed entusiasmo: ci spronano a fare e dare sempre di più.

Auguriamo ai nuovi volontari soccorritori un buon cammino nel nuovo mondo Anpas e buoni turni e servizi.

Intanto siamo già pronti per il nuovo corso che avrà inizio giovedì 23 marzo:  tutti i cittadini dai 16 anni sono i benvenuti. 

Perché quello che si dà ci torna indietro con qualcosa in più.

NON MERITÒ DI NASCERE CHI VISSE SOL PER SÉ

Sonia Vannoni 

 

Alessandro con sua moglie anche lei volontaria

Alessandro il “babbo eroe del volontariato” nella Misericordia di Poggibonsi

Per le sue figlie Alessandro è stato ed è tuttora un babbo-eroe perché ha portato alto il nome ed il significato dell’essere un volontario, tanto da farle crescere all’interno dei locali della Misericordia di Poggibonsi e loro, come nelle migliori delle favole, si sono sempre sentite accolte, come in una grande famiglia.

Alessandro con una delle due figlie durante l’ultimo carnevale

Alessandro ha sempre avuto il pallino del volontariato e fin da piccolo ha sentito dentro di sé la volontà di fare qualcosa per gli altri, percependo il desiderio di mettersi a disposizione del prossimo. Un giorno, grazie ad un amico che già impiegava il suo tempo libero nella Misericordia, ha sentito che era arrivato il suo momento e ha così dato il via al suo percorso.

Siamo nel 1998 ed Alessandro inizia dapprima facendo il corso base primo livello per poi passare al secondo livello per le emergenze. Ci racconta che non si è mai tirato indietro di fronte all’impegno preso con l’Associazione, prestando servizio in Ambulanza, Protezione Civile e divenendo consigliere di Siena Soccorso, la realtà che su Siena coordina le attività di trasporto sanitario e protezione civile; il suo impegno è andato sempre crescendo nel tempo, unitamente alle soddisfazioni ricevute.

Ed è proprio in questo ambiente che Alessandro conosce quella che è attualmente sua moglie, volontaria anche lei della Misericordia. Dall’unione nascono Letizia e Agata (15 e 13 anni) che sono letteralmente cresciute all’interno dell’Associazione visto che spesso i genitori si trovavano ad essere impiegati negli stessi orari. Per le due ragazze era così “normale” passare le giornate o le serate in quei locali – anche a guardare la TV mentre mamma e babbo facevano il turno – che durante la Pandemia hanno sofferto moltissimo il distacco dall’Associazione e la routine pressoché quotidiana insieme al gruppo dei volontari, quasi come se mancasse loro parte della famiglia.

Alessandro e la moglie in occasione dei suoi 30 anni di servizio

La figura del babbo, un eroe per le ragazze, è sempre stata in loro molto presente come un grande modello da seguire e di cui essere orgogliose; sentimento che esprimono tuttora anche a scuola quando, durante le ore di educazione civica in cui si parla di servizio civile o argomenti inerenti alle prime forme di soccorso, le figlie lo citano come esempio davanti tutte le compagne, fiere del loro uomo di casa!

Alessandro all’interno della Misericordia ha anche creato un gruppo di lavoro mirato alla comunicazione efficace, differenziando i vari lettori; “è inutile che si pretenda di parlare ai giovani su Facebook quando i giovani prediligono social come tik tok o altri. Bisogna fare arrivare i messaggi dell’associazione a tutte le fasce di età sfruttando tutti i canali disponibili e usufruendo degli strumenti giusti con il linguaggio mirato all’utenza”.

Ho fortemente voluto diversificare le modalità di comunicazione sperando che le iniziative organizzate dall’associazione arrivino anche a fasce di età più giovani, vista – purtroppo –  la carenza di personale e soprattutto di ragazzi”.

Confidiamo anche noi in questo bel progetto di Alessandro e rinnoviamo i complimenti ed auguri per una strepitosa Festa del Papà!

Stefania Ingino

Massimo volontario Pubblica Assistenza con uno dei suoi figli

“Io babbo di 3 figli: siamo 4 volontari della Pubblica Assistenza”

Per me è quasi un atto dovuto fare del bene…  fa parte della mia coscienza“. Incontriamo Massimo che anche oggi, fedele all’impegno preso come volontario allo stadio, ci racconta la sua storia e lo straordinario risultato regalatogli dai suoi tre figli. Un  papà speciale al quale vanno i nostri auguri

Lui è Massimo, 63 anni, tecnico di impianti telefonici per una ditta di Siena, che da anni dedica il suo tempo libero indossando orgogliosamente i panni del volontario presso la Pubblica Assistenza di Siena. Tutto accade per caso, quando nel 1988 sposa sua moglie Monica (venuta purtroppo a mancare tre anni fa) ed insieme vanno a vivere in un appartamento in Viale Mazzini proprio dove l’Associazione stava trasferendo i suoi locali.

Massimo con il figlio Paolo, anche lui volontario della Pubblica Assistenza, al Palio

Mi è sembrato naturale dare una mano anche durante il trasloco”, ci racconta Massimo “visto che eravamo così vicini”. Da questo gesto già si intravedeva un’indole di aiuto e solidarietà.

Inizia a prendere la certificazione del primo livello e poi, qualche anno dopo, consegue anche il secondo livello di soccorritore. Massimo ci racconta che è sempre stato pronto a tutte le tipologie di bisogni: “anche se c’era da spazzare un piazzale, io c’ero ed ero sempre pronto a tutto, senza mai tirarmi indietro”.

Dal matrimonio nascono tre figli Paolo, Francesca e Fabio. I ragazzi, ormai grandi, sono cresciuti giocando a pallone nel piazzale della Pubblica Assistenza respirando quotidianamente aria di volontariato sia fuori e sia dentro casa, visto che anche la moglie di Massimo prestava servizio nell’Associazione.

I genitori, d’altra parte, si impegnavano a manifestare la loro solidarietà verso la realtà del volontariato parlandone con naturalezza in famiglia; in casa preferivano affrontare tipologie di discorsi mirati al sociale piuttosto che parlare di cose futili e superficiali. Massimo ci racconta di non essere mai stata una persona che frequentava bar  ma piuttosto di sentire come una spinta proveniente dal cuore finalizzata ad aiutare gli altri… “per me è quasi un atto dovuto fare del bene” dice con estrema genuinità.

E sarà per questa sua predisposizione al prossimo e per aver reso i suoi figli sempre partecipi (insieme alla moglie) delle sue iniziative nel sociale, che tutti e tre i suoi ragazzi sono diventati a loro volta, volontari della Pubblica Assistenza, iniziando dapprima col Servizio Civile e continuando dopo in maniera costante, dedicando il loro tempo libero alle attività dell’Associazione. Per i tre ragazzi il loro babbo è certamente stato un esempio di vita, tanto da seguirne le orme e riempirli di fierezza.

Massimo e il figlio Paolo

Un uomo esemplare Massimo, ma anche un babbo orgoglioso di un risultato così straordinario da meritare i complimenti di tutta la redazione di sienasociale.it che gli augura di celebrare una meravigliosa Festa del Papà.

Stefania Ingino

Grido d’allarme dalla Misericordia di Abbadia San Salvatore

Condividiamo un importante messaggio e grido di allarme della Misericordia di Abbadia San Salvatore, la quale invita la popolazione a sostenerla, dato l’enorme servizio che l’associazione da sempre presta per tutti i cittadini
 
SOSPENSIONE DEI SERVIZI  AMBULANZA NOTTURNA
 
La Confraternita della Misericordia di Abbadia San Salvatore (SI) è l’unica dell’Amiata senese che svolge, per conto dell’AUSL Toscana Sud Est, il servizio di Emergenza Urgenza H24 con la messa a disposizione di un secondo mezzo di reperibilità notturna a giorni alterni.
Mentre nelle ore diurne il servizio viene svolto anche con l’attività di altre associazioni, la notte solamente la Misericordia di Abbadia San Salvatore (SI) presta la sua opera di soccorso in tutti i paesi limitrofi dell’Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia. (Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, Radicofani, Castiglione d’Orcia.)
Già da tempo la Misericordia di Abbadia San Salvatore (SI) ha segnalato nelle sedi opportune la grave difficoltà finanziaria che sta attraversando in relazione all’importante diminuzione dei viaggi ordinari che si sono praticamente azzerati.
Considerando che la Confraternita già in precedenza riusciva con fatica a sostenere i costi dell’Emergenza-Urgenza, anche a causa della diminuita presenza di volontari, con la mancanza della risorsa economica dei trasporti ordinari non è più in grado di sostenere il servizio Emergenza nelle 24 ore.
Già dal 2021 si sono avute progressive perdite di bilancio e dal monitoraggio dell’anno 2023 si evidenzia una perdita finanziaria di circa Euro 120.000, cifra insostenibile per l’Associazione.
In considerazione di quanto sopra esposto informiamo la popolazione che, a far data dal 1° Aprile 2023, la Confraternita è costretta ad interrompere il servizio notturno di soccorso.
Sarà garantito però, seppur con sforzi non indifferenti, il servizio di soccorso diurno dalle ore 8.00 alle ore 20.00.
Come conseguenza di quanto detto il personale dipendente sarà posto, a turnazione, in Fondo di Integrazione Salariale (F.I.S.)
In questo difficile momento invitiamo la popolazione a sostenerci.
“Chi aiuta la Misericordia aiuta se stesso”

“Il senso di Mattia”: l’incontro a Siena

Un progetto selezionato dall’associazione “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile

Si svolgerà il prossimo 23 marzo alle ore 16.00, presso l’aula 1 del centro didattico dell’Ospedale Santa Maria delle Scotte in viale Bracci a Siena l’incontro dal titolo “Il senso di Mattia“, promosso nell’ambito del progetto intervento multilivello protezione infanzia.

Ad aprire l’iniziativa saranno i saluti istituzionali di Andrea Nuti, Vice Presidente ANPAS Comitato Regionale Toscano ODV, Francesca Appolloni, Assessore alla Sanità e Politiche Sociali del Comune di Siena, e Antonio Barretta, Direttore Generale Aou Senese.
A seguire si svolgeranno gli interventi dei relatori: Federica Giannotta, Responsabile Advocacy e Programmi Italia, Fondazione TDH Italia, relazionerà in merito al progetto intervento multilivello protezione infanzia; Stefania Losi, Pediatra e Responsabile Servizio GAIA, IRCCS AOU Meyer, affronterà il tema della SBS – Sindrome del bambino scosso, che cos’è e quali sono le conseguenze; Caterina Innocenti condividerà la sua testimonianza da mamma; Francesca Menegazzo, Medico psicoterapeuta, IRCCS AOU Meyer, condurrà una riflessione sulla Sindrome del bambino scosso con un approfondimento sugli aspetti psicologici e la prevenzione. All’incontro prenderà parte Barbara Tomasini, Direttrice UOC Terapia Intensiva Neonatale AOU Senese.

L’iniziativa – spiega ANPAS Comitato Regionale Toscano ODV in una nota – nasce grazie all’incontro con i genitori di Mattia, Caterina e Riccardo che si sono rivolti a noi chiedendoci di far conoscere la loro storia. Mattia è un bambino di Pistoia che a soli 8 mesi muore per un ‘incidente’ avvenuto all’asilo nido in cui si trovava. Mattia è morto per Sindrome da Scuotimento (SBS – Shaken Baby Syndrome). Parlare con loro ci ha fatto riflettere su quali azioni avremmo potuto intraprendere come Anpas Comitato Regionale Toscano ODV, per apportare un nostro contributo e rispondere ai bisogni del territorio e della società più in generale. Grazie all’esperienza pregressa di alcuni incontri già realizzati e all’interesse mostrato dalle Pubbliche Assistenze, il nostro progetto si è sviluppato ulteriormente in un percorso di 13 incontri sul territorio toscano come azione omogenea e di ampia risonanza. L’obiettivo generale del progetto è quello di informare e sensibilizzare la comunità, con un focus specifico ai caregivers ed i genitori, su una sindrome che è ancora sottovalutata e talvolta sconosciuta, al fine di garantire il benessere psicofisico del neonato.

L’iniziativa “Il senso di Mattia” fa parte del progetto “Promozione Intervento Multilivello di Protezione Infanzia” coordinato da Fondazione Terre Des Hommes Italia. L’esperienza dell’ente capofila nell’ambito della prevenzione e del contrasto del maltrattamento e l’impegno nella campagna nazionale Non Scuoterlo (visita il sito web) sono state le premesse per inserire il percorso informativo “Il senso di Mattia” proposto da Anpas Toscana, all’interno delle azioni di progetto, avendo così la possibilità di diffondere ad ampio raggio le conseguenze, spesso sottovalutate, legate alla Sindrome da Scuotimento.

Per registrarsi all’evento è necessario compilare il modulo online: clicca qui.
Per il collegamento da remoto: clicca qui.

Come arrivare: per le indicazioni dal sito web dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese: clicca qui.
Per raggiungere l’aula: prendere gli ascensori nel corridoio che porta alla cappella, corridoio situato poco prima dell’edicola e andare al piano 1 (il piano di ingresso da Viale Bracci è 1s). Uscendo dagli ascensori andare a sinistra e arrivare alla fine del corridoio, l’aula si troverà alla vostra destra. È necessario indossare la mascherina FFP2 per l’accesso in ospedale.

Scarica la locandina con il programma completo: clicca qui.

Emilia Di Gregorio

Nella foto una volontaria Anpas tiene stretto il suo bambino