Se il vento di tramontana vi dà fastidio per andare in giro,  se questa Pasqua non promette tempo bello, se non avete voglia di spostarvi dalla città allora è il giorno giusto per andare a “Follonica”, non al mare, ma alle fonti.

 

Le fonti di Follonica, sono tra le più antiche e più grandi di Siena, fortificate nel 1270 perchè poste vicino alla cinta muraria. Il nome, Follonica, deriva dal fatto che in questo luogo, fin dal 1226 si “follava” la lana (dal latino fullones, appunto, che era una fase importante nella lavorazione stessa e consisteva nell’immergere il panno appena tessuto in bacini d’acqua e soda e nel pestarlo; talvolta il panno veniva sottoposto ai colpi di pesanti mazze, mosse spesso da un mulino ad acqua).

Quelle fonti che Pandolfo Petrucci, quando divenne a forza signore di Siena, alla fine del XV secolo, fece sue. Poi l’abbandono, l’interramento, quasi la scomparsa fino allo splendido recupero fatto alcuni anni fa. Nella Valle di Follonica (vi si accede dai giardini della Contrada del Leocorno) potrete osservare la bellezza e l’eleganza (funzionali sì, ma con stile) della cinta muraria e lo stato di conservazione dei bastioni di difesa ed un impensabile bosco di bambù. Strano? No, i Piccolomini, proprietari del palazzo che sovrasta la valle, avevano la passione delle piante esotiche ed i semi di bambù, portati dal vento hanno attecchito creando un passaggio tra un “bosco” unico in città.

La valle di Follonica è tenuta aperta dalla Contrada del Leocorno, è visitabile da famiglie con bambini e da disabili. Per scendere alle fonti la strada sterrata è ben tenuta ma in discesa.

Maura Martellucci 

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