La Crisalide Odv nasce nel 2006 da un’idea di Stefano Sesti con l’obiettivo di unire delle famiglie aventi parenti con disabilità; c’era l’esigenza di scambiarsi idee, consigli, rassicurazioni e, perché no, stare insieme e semplicemente condividere. L’inizio ha visto coinvolte poche persone in via sperimentale, ma negli anni il numero è decisamente aumentato, fino a divenire una realtà di riferimento per ben più di 250 di famiglie!

Incontriamo Erika Ravagni, mamma di Manuel un ragazzo di 16 anni con la sindrome dello spettro autistico che ci racconta l’importanza di un’associazione così inclusiva, sul territorio montevarchino “nel 2015 portando mio figlio ad un corso di nuoto, mi venne detto  dell’esistenza di questa associazione e che, tra le loro attività principali, c’era quella di accompagnare i ragazzi in piscina; l’obiettivo era quello di sviluppare la loro autonomia sotto diversi punti di vista e, una volta terminati gli esercizi in acqua, questi venivano accompagnati negli spogliatoi ed insegnato loro a vestirsi, lavarsi, asciugarsi, senza la presenza del genitore”.

Manuel

Grazie all’impegno costante e continuo del presidente Stefano Sesti e del Consiglio Direttivo, la Crisalide OdV offre ospitalità e accoglienza a persone con disabilità che per merito di progetti organizzati, sviluppano competenze ed autonomie. Erika ci racconta che tra di loro si crea una sorta di equilibrio: come se istintivamente l’uno comprendesse le difficoltà dell’altro ed automaticamente si attivasse per tendergli la mano.   Ad esempio, negli anni è nato anche il progetto Key, un progetto volto ad espandere sempre più le autonomie personali grazie alla condivisione di momenti conviviali, come le uscite e le attività svolte insieme.

Purtroppo, la pandemia ha visto frantumarsi tanti equilibri che con fatica si erano conquistati negli anni – ci racconta Erika – perché i nostri ragazzi hanno dovuto evitare contatti, incontri e abitudini di cui loro vivevano quotidianamente. Ci siamo ritrovati a dire il contrario di quanto gli si era fino ad allora insegnato (ad esempio gli si diceva di non dare più la mano, di non abbracciare…) con la conseguenza di un periodo destabilizzante per loro, del quale ancora vediamo le conseguenze”.

Mentre parlo con Erika, ci raggiunge Manuel al telefono che vuole salutarmi ed io felicissima scambio quattro chiacchiere anche con lui, prima che vada a fare colazione “Manuel è anche molto ben integrato a scuola, ha amici che lo coinvolgono nelle loro attività anche se a volte lui preferisce stare a casa e riposarsi; comportamento che non sempre va assecondato perché la tendenza all’isolamento è alta. Nonostante ciò, la sua giornata è piena anche grazie all’aiuto dei nonni che in tutti questi anni non si sono mai tirati indietro nell’aiutarci”. Erika ci racconta che come i suoi coetanei, anche lui è in piena fase adolescenziale con tutti i pro e i contro che questo periodo di crescita comporta “ci sono giornate in cui mi fa un sacco di domande e vuole sapere tante cose, e giornate in cui, come tutti gli adolescenti, non sta bene in nessun modo ed in nessun luogo; ma bisogna star loro vicino per accompagnarli nel migliore dei modi in questo bel cammino che è la vita!”.

Concordo con Erika quando mi sottolinea l’importanza dell’integrazione che i ragazzi disabili devono avere con la società sia per lo sviluppo della loro autostima e consapevolezza e sia perché un domani possano essere persone libere, autonome e non più dipendenti dalla famiglia o da strutture.

Grazie Erika per la disponibilità e complimenti per la forza e l’entusiasmo che mi hai trasmesso!

Per informazioni: associazionelacrisalide@gmail.com

(9) La Crisalide odv | Facebook

Stefania Ingino

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