Riceviamo e pubblichiamo la lettera che Federica Scaglioso dedica a sua madre. Una donna scomparsa ma che pare aver lasciato una traccia: indelebile.

Ieri sera alle undici sono crollata, addormentata per la stanchezza della settimana. Non è facile mai conciliare tutto, lavoro, casa, famiglia ( cani compresi), amicizie…

E allora mi sei venuta in mente tu. Mamma.

Che restavi sveglia fino alle due di notte per finire di sistemare , (anche se poi non ci riuscivi mai) , per bere con noi la camomilla serale, e poi per dirci , quando “ciangottavamo” allegre facendo le ore piccole senza pensare al risveglio del giorno dopo, ‘andate a letto, è tardi‘.

Passavi il cencio in terra, cantavi a bassa voce, o recitavi una poesia di Leopardi o del Foscolo, un passo dei Promessi sposi o della Ginzburg.

Non sei mai stata molto organizzata.

Casa nostra era come i tuoi pensieri: un groviglio fervido e intricato di libertà e proibizioni.

Ieri sera, chiudendo la luce e salutando il mondo intorno già quieto, ci ho pensato: non so come tu riuscissi a reggere quei ritmi confusi e irrequieti fisici e dell’anima, mentre io mi sentivo disarmata di fronte al sonno che mi avvolgeva, impotente.

Ho fatto anche il conto degli anni: quando ero ventenne tu ne avevi 56. Più vecchia di me.

La tua vita dedicata alla famiglia. Alla scuola. Ai gatti.Mai a te.

E a settant’ anni, poco più, anche la mente ti ha abbandonato poco a poco.

Mi chiedo spesso come saresti stata se tu avessi fatto una vita diversa. Se tu non avessi vegliato per 72 notti di fila in ospedale la nonna .

Se tu non avessi atteso le mie sorelle al mattino, dopo una notte dei loro divertimenti, seduta tutta la notte sul seggiolino del pianoforte, guardando dalla finestra.

Se non avessi portato decine e decine di buste pesanti della spesa su in casa, ogni volta.

Se non avessi accudito i tuoi genitori fino all’ ultimo respiro.

Se non ti fossi affannata a fare i cenci con la ricetta dell’ Artusi per tutti i conoscenti a carnevale.

Se invece la sera tu ti fossi sdraiata su un divano, e avessi detto: “stasera fate voi, io mi riposo”. Non l’ hai mai fatto, nemmeno una volta.

Me lo chiedo, sì. Perché un pensiero a volte mi assale, che magari la tua mente avrebbe aspettato ad andarsene via, e anche il tuo corpo, se tu avessi fatto una vita diversa. E adesso saresti una nonna un po’ particolare, sui generis, quello di certo, come lo eri come madre.

Ma saresti qui magari ancora.

Federica Scaglioso

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