Archivio mensile:Aprile 2023

Dodo come tanti altri bimbi senesi: oggi il primo giorno di scuola

Elezioni: chiuse Agnoletti e Raggio di Sole (anche per ballottaggio)

In occasione delle elezioni amministrative in programma i prossimi 14 e 15 maggio, per permettere l’allestimento dei seggi, alcune scuole dell’infanzia saranno chiuse dalle ore 14 di venerdì 12 e fino a martedì 16 maggio. Nello specifico saranno interrotti i servizi alla A.M.E. Agnoletti, in via Quinto Settano e Raggio di Sole (Costalpino) in via Consorti.

Nell’eventualità che si effettui il turno di ballottaggio, le stesse scuole resteranno chiuse dalle ore 14 di venerdì 26 maggio e fino all’intera giornata del 30.

Ufficio Stampa Comune di Siena

Otaria la volontaria presenta i “Nasi Rossi”

Ben trovati miei giovani amici!

Oggi vi voglio raccontare una storia super, che ha visto coinvolti una delle scuole superiori della nostra città e l’associazione Nasienasi Vip Siena onlus.

Ma, tanto per cominciare, sapete di cosa si occupa questo gruppo di persone? Ve lo spiego subito io! Sono dei volontari, facilmente riconoscibili perché indossano un naso rosso e spesso altri oggetti particolarmente colorati proprio come quelli dei clown, che se ne vanno in giro per le corsie del reparto di pediatria del nostro ospedale, cercando di far passare qualche ora di svago ai piccoli pazienti, tra una magia ed un sorriso. Gli stessi che hanno ricoperto le pareti del reparto, rendendole meno tristi, con magnifici disegni scintillanti!

Il progetto di cui vi accennavo prima, che si chiama Progetto Scuole, ha visto coinvolti questa bellissima associazione e una classe quinta dell’Istituto Caselli, ad indirizzo socio sanitario. I ragazzi che usciranno da questa scuola saranno infatti, con molta probabilità, le persone che un domani lavoreranno a contatto con i fragili, con le persone in difficoltà, talvolta anche bambini. Cosa c’è quindi di più importante che imparare a portare un sorriso anche nei luoghi in cui sorridere a volte è davvero difficile? La loro non è però una formazione teorica, ma pratica: i ragazzi hanno prima osservato come la squadra dei nasi rossi si muoveva e hanno cercato poi di imitarla. La squadra, sì. Anche questo è un lavoro di squadra, perché in certe situazioni è importantissimo capire, con un solo sguardo, fin dove è possibile spingersi e dove invece è necessario fermarsi. Le storie di ognuno sono diverse, e diversi devono essere gli approcci usati.

Insomma, i Nasienasi hanno a cuore le persone: non sono medici, ma in qualche modo curano l’anima.

Parola di Otaria la Volontaria!

Otaria la volontaria è il personaggio di Sienasociale.it   Nata dalla splendida matita di Elisa Bigio, la nostra protagonista,  presentata in conferenza stampa lo scorso 12 novembre, racconta le magnifiche storie di Elisa Mariotti e aiuta i più piccoli “ad entrare” nell’affascinante mondo del volontariato.

Le storie di Otaria le trovate, ogni domenica, su sienasociale.it…raccontatele ai cittini!

 

Professor Alessandro Fo volontario in carcere: “fra le sbarre si trova la poesia”

Docente ordinario di lingua e letteratura latina presso l’Università degli Studi di Siena, traduttore, scrittore, uomo di grandissima e sconfinata cultura da diversi anni opera instancabilmente nel mondo del volontariato portando il suo grande cuore anche oltre le sbarre. Da sua ex studentessa con il Professore non ci siamo mai persi di vista, così mi sono fatta coraggio e reputando la sua, una storia importante da raccontare, ho chiesto un’intervista. Immediatamente, con il suo inconfondibile savoir faire e la sua gentilezza, ha accettato e per l’estrema collaborazione che ha dimostrato, lo ringrazio.

professor Alessandro Fo

professor Alessandro Fo

Professore quando nasce il suo desiderio di fare volontariato?

Un giorno del 2007 un’assai brillante ex allieva dei miei corsi universitari, Caterina Dreassi, che operava come volontaria in carcere, mi chiese se fossi disponibile a tenere un paio di lezioni al penitenziario di Ranza-San Gimignano nel periodo estivo, quando tutte le attività vengono interrotte. Questo suo invito mi metteva in una certa difficoltà, soprattutto perché non credevo (io, un latinista) di poter trasmettere nulla che riuscisse a destare l’interesse dei detenuti. Cercai così di opporre una qualche resistenza. Ma lei non si arrese, e alla fine, obtorto collo, mi rassegnai ad affrontare l’esperienza. (E mi permetterei di confessare che un certo qual ruolo, se non il più importante, ha giocato in questa decisione il famoso passo del Vangelo secondo Matteo 25, 36, «ero carcerato e siete venuti a trovarmi»: io in carcere non avevo mai visitato nessuno). Così, proposi alcune lezioni di carattere generale sulla poesia. Quando andai a tenere quelle lezioni, trovai da parte dei detenuti un’accoglienza estremamente calorosa, e nel contempo – fra ogni forma di squallore, chiasso e desolazione – mi facevo l’idea che chi viveva laggiù era talmente privo di tutto e talmente dimenticato da tutti, che sarebbe stata in realtà accolta con attenzione e riconoscenza qualunque cosa desse prova di un umano interessamento. All’epoca facevo parte di un gruppo di amici della lettura: proposi loro di organizzare un calendario di incontri con i detenuti. Accettarono in molti, e questi incontri sono divenuti un ciclo che dal 2008 a oggi, salvo per la pausa ‘obbligata’ in tempi di covid, non si è ancora interrotto”.

Dopo essere stata una sua studentessa all’Università ho avuto il piacere di incontrarla anche all’interno delle mura della Casa Circondariale Ranza di San Gimignano dove io ero l’insegnante di scuola secondaria di secondo grado e lei il docente volontario. Ci vuole raccontare questa progettualità? La sta portando ancora avanti?

Sì, come dicevo, il progetto continua tutt’ora. Consiste in incontri culturali su argomenti vari di cultura umanistica per lo più letteratura, ma anche storia, storia dell’arte, folklore, filosofia, a volte perfino diritto, con cadenza all’incirca bisettimanale. Per ogni appuntamento è previsto un oratore, che si sceglie il tema che preferisce, e che viene accompagnato da due o tre altri volontari in veste di uditori e di ‘compagni di strada’. Si tiene la lezione e si discute con il pubblico. Ma soprattutto, direi, è importante la dimensione dell’incontro, perché gli ospiti di Ranza non hanno molte occasioni di vedersi visitare da giovani, o meno giovani, interessati esclusivamente a tenere loro compagnia per un paio d’ore (purtroppo coincidenti con la loro ‘ora d’aria’, nell’orario, piuttosto irrituale, 13:30-15:30). Per un certo periodo abbiamo potuto affiancare a questi seminari anche un corso di pittura e un corso scrittura creativa (che ha prodotto anche una bella antologia di racconti: A volte mi ritrovo sopra un colle, a cura di Maria Rosa Tabellini, per Marcianum editore)”.

Oggi opera anche da volontario in altre realtà?

La realtà carceraria di San Gimignano è a dire il vero attualmente l’unica in cui io stia prestando opera di volontariato”.

Chi la affianca nel mondo del volontariato?

Il gruppo che coordino è piuttosto nutrito, e assomma a una quarantina di persone. D’altronde gli appuntamenti hanno una frequenza tale da richiedere la disponibilità di un buon numero di operatori. Fra questi, figurano professori degli Istituti superiori, in attività o in pensione, docenti universitari del mio Ateneo, ma anche dell’Università per Stranieri, e soprattutto molti studenti o dottorandi che, essendo venuti a conoscenza di questa iniziativa, hanno voluto aderirvi con particolare trasporto e con entusiastica militanza”.

Nel suo percorso di volontario, ci sono o ci sono stati eventi o persone particolarmente segnanti che si sente di poter condividere con noi?

Naturalmente, sull’arco di ormai quindici anni, gli episodi importanti sono stati numerosi. Con vari ospiti di Ranza è nata una sincera amicizia, che dura anche ora che la loro pena si è estinta o è stata mitigata da benefici di legge, come la semilibertà. Alcuni dei loro racconti o alcune delle situazioni che mi sono trovato a vivere fra le sbarre si sono poi trasformate in testi poetici di una sezione dedicata al carcere nella mia ultima raccolta, Filo spinato, pubblicata da Einaudi nel 2021. Talora abbiamo vissuto episodi drammatici. Ma abbiamo vissuto anche momenti molto belli: fra gli episodi più toccanti che mi è capitato di vivere ce n’è uno che risale proprio ai primi tempi dei nostri ‘seminari’. Un giorno, finito l’incontro, stavamo uscendo (ero con la professoressa Tabellini), quando ci imbattemmo in un giovane che aveva in collo due grandi sacchi neri di quelli della spazzatura. Era un giovane «liberante», come si dice in gergo: ossia, veniva liberato in quel preciso momento, dopo una detenzione relativamente breve, e in quei sacchi aveva tutti i suoi effetti personali. Si trovava ora abbandonato al suo destino in mezzo alla campagna, senza mezzi di trasporto e senza un telefono: ci chiese se poteva usarne uno dei nostri, e noi lo accompagnammo fino a San Gimignano, dove i suoi sarebbero venuti a rilevarlo. Poter condividere quel momento di riconquistata libertà, e stare vicino a qualcuno che dall’inferno tornava alla vita, fu un’emozione indimenticabile”.

Grazie per la disponibilità Professore. Un’ultima cosa, qual è il suo augurio al mondo del volontariato?

“Supererò il timore di sembrare presuntuoso nel fare mia una frase biblica, e (rivolto naturalmente anche al mio gruppo e a me medesimo) risponderò con telegrafiche parole che già dicono tutto il bisogno che vi sia di questa disposizione verso l’umano, così differente dalle inclinazioni che il mondo viene prendendo: «Crescete, moltiplicatevi e riempite la terra»”.

Giada Da Frassini

Siena Cuore odv in trasferta a Salerno

Il volontariato di Siena arriva in provincia di Salerno con Siena Cuore odv

Siena Cuore OdV va in trasferta a Castel San Lorenzo!  Il corso BLSD in cui Juri Gorelli – presidente dell’Associazione – crede fortemente da tempo e che tiene a divulgare il più possibile, anche questa volta ha visto la presenza di una trentina di persone; molti i giovani partecipanti ed interessati che si sono ritrovati nell’aula polivalente del Comune di Castel San Lorenzo per trascorrere cinque ore utili e proficue, imparando ad usare correttamente l’apparecchio atto a soccorrere persone affette da arresto cardiaco.

Incontriamo Juri Gorelli, ancora in loco e fresco di corso insieme alla dott.ssa Diana Francesca – direttore scientifico ed istruttore dell’Associazione – che ci racconta della nascita del gemellaggio con questo piccolo comune situato nella provincia di Salerno: “tutto risale ad un collega che lavorava con me all’Ospedale Le Scotte di Siena; quando lui ha deciso poi di ritornare al suo paese, abbiamo pensato di non perdere i contatti e di avere una continuità, oltre che amicale, anche progettuale. Ecco che in un anno e mezzo la nostra Associazione è già stata ospite del Comune di San Lorenzo, ben tre volte!”.

Questa volta Siena Cuore OdV per rendere omaggio al Comune e ringraziarlo dell’ospitalità ricevuta, ha voluto donare un defibrillatore che vedrà la sua collocazione su una vettura dei Vigili Urbani itinerante; tale accortezza potrà risultare utile e di pronto utilizzo, in qualsiasi parte del paese.

Al termine del corso l’Associazione rilascerà l’attestato BLSD per operatori non sanitari. Un bell’inizio ma anche un bel traguardo per la popolazione locale che grazie al corretto utilizzo e alla presenza dei dispositivi potrà contare su un Comune sempre più cardio protetto!

Complimenti a Siena Cuore OdV per avere sempre e sempre di più uno sguardo lungimirante verso il prossimo!

Stefania Ingino

“Vedere soffrire la propria figlia è qualcosa che non si può descrivere”: mamma Reina racconta il coraggio di Luce

Accogliere una storia è di per sé un immenso privilegio; raccontarla è avere in dono la possibilità di narrare le corde più profonde dell’anima e dell’esistenza umana dinanzi al dolore, alla sofferenza, al coraggio, alla gioia, alla tristezza, alla forza, alle lacrime e ai sorrisi.

Perché anche in storie di grande sofferenza ci sono tenaci sorrisi ed è questo il senso profondo del messaggio di Reina Raffo, la madre di Luce, ragazza toscana con sindrome CHOPS.

Luce ha sedici anni, vive a Montecatini Terme ed ha la sindrome CHOPS, in una variante diversa da tutti gli altri casi ad oggi conosciuti.

<< La diagnosi arriva solo nel 2017, Luce ha già 10 anni – racconta Reina – il percorso di ricerca di una diagnosi è stato lungo, sofferto, a volte disperato, perché vedere soffrire la propria figlia è qualcosa che non si può descrivere, non esistono parole>>

I genitori di Luce, Reina Raffo e Luca Battiloni, attraversano momenti di sconforto tra ospedali, ricoveri, diagnosi inesatte (malattia mitocondriale generativa) e volti medici senza risposta, ma non si danno per vinti, e con forza e coraggio ricercano casi, storie, contatti. Volano negli Stati Uniti d’America al Texas Children’s Hospital di Houston e Luce ha la sua diagnosi: CHOPS. << Nel 2017 Luce è il 4^ caso riconosciuto della sindrome; oggi in letteratura medica ce ne sono solo 13 e – nella rete delle famiglie – se ne contano circa 30. Ma c’è ancora poca, pochissima conoscenza ed è importante fare informazione, sensibilizzare, fare rete per sostenere la ricerca. La diagnosi è solo l’inizio di un lungo cammino >> – risponde Reina con tono sicuro, battagliero e, mentre conversiamo, la voce meravigliosa, musicale di Luce la chiama “mamma, mi vuoi bene?; si – risponde Reina – “come l’anima?” Incalza Luce – “Come l’anima”!

Devo ammettere che la mia penna si ferma, per qualche istante, assorta nel suono della voce di Luce; penso che in quella musicalità sia custodita tutta la forza che avevo colto fino a quel momento, nelle parole di Reina.

<< Non so come sia possibile>> – risponde Reina – << ma Luce è felice, canta, gioca a fare pranzi e cene finte, si inventa personaggi, è quasi cabarettista. A volte si rende conto che alcune cose non riesce a farle, ma vince la parte allegra di lei>>

La vittoria della parte più allegra di Luce è il senso di questa storia, non è la sindrome, non è il dolore, è la vita che supera la realtà <<nell’incertezza  della diagnosi, quando ricercavamo risposte e cenni, l’unica cosa che ci interessava era che vi fosse una possibilità di vita per Luce, che non dovessimo perderla>> – << può sembrare strano, ma Luce non ci vede mai tristi, cantiamo insieme, scherziamo, facciamo battute e in questo modo insegniamo a Luce “la normalità”, che non è semplice perché – purtroppo – c’è ancora indifferenza ed anche paura dinanzi alla diversità. Ecco perché sarebbe fondamentale spiegare, raccontare, incontrare giovani, prima che genitori, volontari, operatori perché questi ragazzi non sono la patologia, sono ragazzi>> tuona convinta la mamma di Luce.

Luce ha provato tutte le difficoltà sulla sua pelle in questa strada tortuosa verso la diagnosi, le prova ancora in una quotidianità scandita da esami, terapie e centri specializzati; ha una notevole percezione ed una sensibilità straordinaria, quando deve sottoporsi ad esami invasivi e dolorosi, è lei che chiede scusa.

Per questo mondo di Luce e perché altri bambini possano essere riconosciuti in tempo con una diagnosi ed aiutati nelle cure, mamma Reina si impegna con tutte le sue forze, condividendo la storia di Luce e raccogliendo fondi affinché  la ricerca possa individuare farmaci per attenuare i sintomi.

<< Chiediamo l’aiuto di tutti e speriamo che vogliano prenderci per mano in questo percorso, dandoci supporto>>

Sono tanti i temi che affrontiamo in questa nostra conversazione, ricerca scientifica, cure, sensibilizzazione,  informazione, inclusione, ma il messaggio che Reina ci lascia è quasi più potente, ci dice che la vita può essere felice anche nel dolore e che non bisogna tralasciare – rivolgendosi alle neo-mamme- nessun segnale. Bisogna osservare, ascoltare il proprio “sesto senso mamma “ e cercare risposte, non darsi mai per vinte, condividere, raccontare, parlare.

Anche Reina e Luca, come Manuela e Gianni, i genitori di Mario, saranno a Siena alla Certosa di Pontignano, per la Conferenza Internazionale “Disorders of Chromatin and Transcriptional Regulation: Cohesin & Beyond” (13-15 maggio 2023).

Per saperne di più e non restare indifferenti!

Secondo la rete Orphanet Italia, nel nostro Paese i malati rari sono circa 2 milioni: nel 70% dei casi si tratta di pazienti in età pediatrica. In base ai dati coordinati dal Registro Nazionale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in Italia si stimano 20 casi di malattie rare ogni 10.000 abitanti e ogni anno sono circa 19.000 i nuovi casi segnalati dalle oltre 200 strutture sanitarie diffuse in tutta la penisola (OsservatorioMalattieRareosservatoriomalattierare.ithttps://www.osservatoriomalattierare.it › malattie-rare)

RareBase è la compagnia californiana che sfrutta la tecnologia e la biologia all’avanguardia per scoprire e sviluppare trattamenti per milioni di persone in tutto il mondo che vivono con una malattia rara ; RareBase porta avanti la ricerca farmacologica per limitare gli effetti della CHOPS (Rarebaserarebase.orghttps://www.rarebase.org)

Saluto Reina e la ringrazio per parole, emozioni e sensazioni condivise, le chiedo quale sia la musica preferita di Luce, mi risponde che Luce è appassionata di Elvis Presley (Incredibile! Elvis è anche il mio mito) e che quando sono stati in America, nel 2017, l’hanno portata a Graceland, la dimora di Elvis, al numero 3734 dell’Elvis Presley Boulevard a Memphis.

Penso che Luce sia Rock, e che debba fare rumore!

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Raccolta fondi di Manuela Mallamaci : Un aiuto per Mario e non solo (gofundme.com)

Fai Luce!

Filomena Cataldo

Santa Caterina da Siena

Santa Caterina antesignana del volontariato

Il 29 aprile si celebra il dies natalis di Santa Caterina da Siena, morta nel 1380. Di lei, Dottore della Chiesa, Patrona d’Italia, d’Europa, patrona secondaria di Roma, patrona delle infermiere (di questi tempi), patrona della Nobile Contrada dell’Oca e della Contrada del Drago tutto è stato scritto. Ma se la guardiamo con gli occhi di noi che lavoriamo nel “sociale” possiamo azzardarci a definirla un’antesignana del volontariato. Certo avrebbe potuto fondare e dirigere, che so, una cooperativa sociale.

Ce la vedo a “tuonare” all’Orto de’ Pecci per organizzare al meglio il lavoro e tutelare i soggetti più fragili (coi ricchi, coi potenti, con gli sbruffoni, i falsi e con chi si faceva passare per finto buono non è mai stata, giustamente tenera).

Lei che assisteva ogni bisognoso, ogni malato, ogni essere “ultimo”. Lei che, come vuole la tradizione col suo sacchetto di medicamenti e unguenti, si recava tutte le sere all’ospedale di Santa Maria della Scala, e ovunque ne vedesse la necessità, per curare e confortare i malati.

Del resto, proprio nell’antico ospedale, c’è ancora il “giaciglio” nel quale si dice che riposasse quando andava proprio nelle notti in cui andava ad assistere poveri e infermi. E questo si trova in un locale accanto al carnaio, in un’area che dal 1607 era stata assegnata alla Compagnia di Santa Caterina della Notte, una delle Compagnie laicali sorte sulle sue orme, proprio perchè si sapeva che in quelle stanze la Santa amava pregare all’interno dell’ente ospedaliero.

E proprio da questo suo “girovagare” nella notte da un luogo all’altro nasce anche una leggenda: a lato del Battistero sale una ripida scalinata che conduce fino al portale del Duomo Nuovo. Realizzata a metà del Quattrocento, la scalinata è popolarmente detta di Santa Caterina perché si dice che la giovane vi sarebbe caduta spinta dal diavolo, perdendo i denti incisivi quando stava tornando a casa dopo il suo operato in ospedale. Un’altra versione dice che, mentre rientrava proprio dal Santa Maria incotrò il demonio ma lei, con un urlo, lo mise in fuga. Il punto esatto dove si svolsero l’uno o l’altro di questi eventi si dice che sia segnato su un gradino con una croce. La Santa di Fontebranda, tuttavia, se inciampò (o se a cadere fu il diavolo) lo fece sull’insidioso mattonato posto a taglio con cui allora si lastricavano le strade senesi perché, quando le scale furono costruite, Caterina era ormai morta da più di settanta anni.

Giuseppe Saponaro

In questa giornata speciale per Siena, Sienasociale.it esprime i migliori auguri di buon onomastico a tutte le “moderne” Caterina

 

Auguri ai volontari di protezione civile

Ebbene sì, oggi è il nostro compleanno: il 29 aprile di 41 anni fa nasceva il Dipartimento della Protezione Civile. Auguri a tutte le donne e gli uomini che hanno condiviso e percorrono con noi questo lungo e importante viaggio”. Ecco quanto si legge all’interno della pagina Facebook ufficiale della protezione civile italiana.

"La Racchetta" Organizzazione di Volontariato – Antincendio Boschivo e Protezione Civile

La Racchetta” Organizzazione di Volontariato – Antincendio Boschivo e Protezione Civile

A tutti i volontari impegnati, appunto,nel volontariato di protezione civile giungano gli auguri piu’ sinceri: siete autentico orgoglio della nostra collettivita’.

Mezzo protezione civile nella notte del terremoto

Mezzo protezione civile nella notte del terremoto

Giuseppe Saponaro

il defibrillatore strumento essenziale per la sicurezza

Sicurezza nel lavoro e cooperazione: particolare attenzione ai “fragili”

Ieri, 28 aprile 2023, si è si celebrato il ventennale della “Giornata Mondiale della Sicurezza e della Salute sul Lavoro”, istituita dall’Organizzazione internazionale del lavoro nel 2003 per ricordare la data della promulgazione della Convenzione sulla sicurezza e la salute dei lavoratori, adottata nel 1981 dall’ILO. Sicurezza in ogni ambito alla base di un clima positivo e partecipe

Un momento di riflessione per i lavoratori, i datori di lavoro, le organizzazioni datoriali e sindacali, governi ed Enti di tutto il mondo, volta ad approfondire le problematiche legate all’importanza della prevenzione degli infortuni e delle malattie in ambito lavorativo.

E la sicurezza sul lavoro assume un ruolo ed un aspetto del tutto particolare quando si parla di cooperazione sociale, inclusione lavorativa e quando coloro che vengono collocati a lavoro sono soggetti “fragili”, abbiano essi disabilità fisiche, psicologiche, di vita.

Nel mondo della cooperazione, soprattutto di tipo B, cioè in quell’ambito cooperativo che è deputato, specificamente, al reinserimento nel mondo del lavoro (e della vita) dei cosiddetti “soggetti svantaggiati”, poniamo una particolare attenzione all’aspetto della sicurezza partendo dagli aspetti pratici: dall’utilizzo di sistemi e strumenti finalizzati alla tutela della sicurezza stessa in qualsiasi ambito di impiego e, conseguentemente, alla formazione costante sulla prevenzione di infortuni nelle attività svolte. Uno dei principi base della cooperazione è fare questo: fare tutto il possibile per assicurare al personale un ambiente di lavoro salubre e sicuro, impegnandoci nella prevenzione e nella riduzione dei rischi. Uno degli scopi che ci “muove” è quello di acquisire una sensibilità e una consapevolezza alla dimensione organizzativa, migliorando le relazioni interpersonali e accrescendo le competenze di apertura, fiducia, sicurezza.

Ci rendiamo conto che in tale ambito la formazione è solo l’inizio e non è sufficiente a tenere sotto controllo un aspetto di tale importanza ma è necessaria, soprattutto per le persone che hanno difficoltà di qualsiasi natura esse siano, ma soprattutto a questi ultimi deve essere garantita un’informazione costante, un aggiornamento continuo e, soprattutto, un’attenzione continua per rendere chiunque in grado di svolgere le mansioni ad essi assegnate.

Tutti allo stesso livello, tutti con la stessa possibilità di operare. Ciò che intendiamo ribadire, e che cerchiamo di mettere in atto ogni giorno, è creare un benessere organizzativo che offra la possibilità ad ogni lavoratore (fragile o meno, ma poi le distinzioni sono più velate e nebulose delle parole) di sentirsi a proprio agio, motivato e coinvolto ma anche ascoltato, compreso e libero di esprimersi. E di esprimere dubbi e paure che una “poca sicurezza” potrebbe portare”. Per questo il concetto di “Responsabilità sociale”, per noi cooperatori di tipo B, vuol dire condividere l’elaborazione delle strategie della nostra cooperativa, ascoltare le opinioni e i punti di vista di chiunque collabori alle nostre attività, prestare particolare attenzione alle difficoltà incontrate sul lavoro e alle criticità emerse. E garantire, al fine, la risoluzione di tali difficoltà proprio con l’informazione, la formazione e la sicurezza in ogni ambito perché questo è alla base di un clima positivo e partecipe. E sicuro, appunto.

Maura Martellucci

Le Bollicine - una delle realtà scelte per la ricerca

Università di Siena e terzo settore insieme: 150 studenti studiano il volontariato

Sienasociale.it – diario del terzo settore senese” e il gruppo di ricerca di economia sperimentale del dipartimento di Economia e Statistica dell’Università di Siena, guidato dal Dr. Alessandro Stringhi e prof. Paolo Pin, hanno collaborato alla realizzazione di un progetto di ricerca che ha coinvolto cinque realtà del terzo settore attive sul territorio: riceveranno, gratuitamente, gift cards (carte per effettuare acquisti) gratuite

Questo progetto di ricerca, finanziato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e dalla regione Toscana, ha lo scopo di osservare come cambia il comportamento delle persone quando le loro azioni vengono osservate da altri partecipanti allo studio.

All’esperimento hanno preso parte oltre 150 studenti universitari, i quali, dopo aver ricevuto una somma di denaro, 10 euro, hanno scelto come ripartire questa somma tra sé stessi e una delle cinque associazioni coinvolte nel progetto. Risultati preliminari mostrano che gli studenti donano di più quando informazioni riguardo alla loro donazione vengono inviate ad un pubblico di spettatori nella stessa stanza.

Questo effetto è presente nonostante l’identità e comportamento dei partecipanti sono mantenuti anonimi sia durante che dopo l’esperimento.

La prima ondata di esperimenti è stata in grado di raccogliere 500€. Questo studio rappresenta l’inizio di una collaborazione tra l’università e il terzo settore, dimostrando l’impatto della ricerca universitaria sul proprio territorio.

Ed ecco le 5 realtà inserite nel progetto che avranno diritto a percepire una somma di denaro:

-Auser comunale Siena
-Codini e Occhiali
-QuaViO odv
-Le Bollicine
-Associazione Arturo Pratelli 

Sienasociale.it ringrazia Alessandro Stringhi, ricercatore dell’Università di Siena, per la disponibilità e la “vicinanza” ai valori della solidarietà  dell’altruismo

Giuseppe Saponaro

nastro nero lutto

Prof. Grottanelli De’ Santi: cordoglio di Fondazione Monte Paschi

La Fondazione Monte dei Paschi di Siena partecipa commossa alla scomparsa del prof. Giovanni Grottanelli De’ Santi, primo presidente dell’Ente dalla sua costituzione nel 1995 fino al 2000. Dal 1993 al 2000 ha ricoperto anche la carica di presidente dell’Accademia Musicale Chigiana.

“Ricordiamo con grande stima il prof. Giovanni Grottanelli De’ Santi, nostro primo presidente. Grande giurista e uomo di grande saggezza pose le basi della neonata Fondazione delineandone il suo percorso a sostegno del territorio. Il nostro Ente e la comunità gli sono profondamente riconoscenti.” – afferma Carlo Rossi, attuale presidente della Fondazione Mps.