Partiremo alle 04.00 di questa notte. Nel gruppo WhatsApp giungono tutti i “messaggi logistici” dai responsabili della mia parrocchia. Il nostro e’ uno dei tanti gruppi “social”. Ogni parrocchia ne ha uno. Idealmente, tutta l’Arcidiocesi e’ collegata sul filo sottile del web. Orario dell’udienza generale del Santo Padre, quello della Santa Messa in San Pietro e l’importanza del pranzo al sacco. Senza dimenticare le modalità di rientro. Ma la cosa che mi chiedo è una sola: cosa spinge tante persone a interrompere i propri impegni quotidiani e settimanali per un pellegrinaggio di meno di 24 ore? La risposta è in una parola: Fede.

Mancano poche ore all’appuntamento con il bus. Anche per noi. Abbiamo, come sempre, organizzato quasi tutto. Ecco in quel “quasi” c’è un mondo. Le maestre dei bimbi da avvisare, il capo da avvertire, la vicina di casa da istruire.

Qualcosa dimenticheremo: lo so già. E’ matematico. Benvenuti nel piccolo mondo del pellegrino senese e della sua famiglia. Oggi scrive da Siena, domani, stessa ora, sarà dal Papa.

In un normale mercoledì settimanale, di quelli a volte sempre uguali, la routine sara’ “rotta” da un evento che, in migliaia, aspettiamo da mesi. Tanti ci hanno lavorato, molti altri lo stanno facendo. Altri lo faranno.

Tutti volontari.

C’è chi mi ha atteso una sera di mesi fa per avere il denaro utile alla copertura delle spese del viaggio. Chi ha pensato alle “veste bianca” che i miei figli indosseranno per “servire” la Messa che sarà celebrata in San Pietro dal Cardinale. Ancora chi ha pensato a tutte le istruzioni utili agli autisti dei diversi bus.

Un motivatissimo esercito, di uomini e donne, che si è prodigato affinché tutto ciò fosse possibile. Allora penso che un piccolo miracolo sia avvenuto già: prima di partire.

Non nego di sentirmi orgoglioso nel poterlo testimoniare nelle pagine di questo giornale in cui, ogni giorno, parliamo di chi, gratuitamente, dedica il proprio tempo e le proprie energie agli altri. Tante volte scriviamo di altruismo, solidarietà, desiderio di “spendersi” per i più fragili. In questo caso, credo che la motivazione forte abbia solo un nome, 4 lettere: Fede.

E’ quello che ci spingerà, forse, a non dormire per attendere, prendere lo zaino, chiuderci alle spalle la porta di casa e incontrare altri come noi. Per una notte speciale.

Da pellegrino tra pellegrini.

Per saperne di più

Pellegrinaggio interdiocesano: doni per il Papa – SIENASOCIALE.IT

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