Tutto come sempre. La signora che ti accoglie gentilmente all’ingresso, al desk l’operatrice che registra documenti e poi si procede. Qui a Siena lo sciopero non ferma le donazioni: sono le ore 10.25 di un venerdì particolare, ho il numero 42 e hanno appena chiamato il 30.
Disagi per chi viaggia, per chi deve accompagnare il bimbo all’asilo ma non per chi dona: qui non ci si ferma.
“Ci sarà da attendere” sorride un “mio collega” che indossa il giallo ciano della Misericordia di Castellina Scalo. Compilo il questionario che, devo ammetterlo, mette un po’ di imbarazzo. Oltre alle domande sullo stato di salute e presenza di eventuali patologie pregresse ecco, tra i quesiti che non ti aspetti, quello più pericoloso: “negli ultimi 4 mesi ha cambiato partner?”. Metto una croce ben visibile sul NO: mia moglie, sono sicuro, gradirebbe un segno più ampio e deciso ma lo spazio sul foglio impone una certa “accuratezza”…La situazione anche.
Io scrivo sul cellulare, il tempo passa ed ecco il mio turno. Nel frattempo, accanto a me sono passati diversi giovani, un paio di cinquantenni lavoratori e una studentessa universitaria.
Comprendo che qui la donazione e’ trasversale: riguarda tutti proprio perché tutti potrebbero aver bisogno di sangue.
Oggi donatore, domani ricevente. Chissa’. Intanto ho mangiato un pacco di crackers (gentilmente offerti dall’organizzazione).
Anche i donatori giunti da Castellina in Chianti e da Pievasciata hanno già compiuto il loro gesto di solidarietà: “ora pranziamo tutti insieme e poi si torna a casa”.
(nella foto volontari di Fratres Castellina in Chianti e Fratres Pievasciata giunti a Siena per donare)