Martedì 28 novembre, dalle 17.30 alle 19.30, presso la Sala delle Lupe, nel Palazzo pubblico di Piazza del Campo, organizzato da Soroptimist Club di Siena, con il patrocinio del Comune, si terrà l’ incontro “Read the signs: impara a riconoscere una relazione problematica”, uno degli eventi realizzati a Siena per sensibilizzare e sconfiggere la violenza sulle donne.

L’ incontro ha un contenuto assolutamente attuale, anche se in realtà è stato proposto come progetto da erogare alle scuole nell’estate del 2022 e
svolto nel corso dell’anno scolastico passato. L’incontro del 28 novembre vedrà la partecipazione di rappresentanti della Polizia di
Stato, dello psicologo Gianmarco Bonsanti, della presidente del Club
di Siena di Soroptimist, dottoressa Simona Sestini, e di una rappresentanza di studenti che hanno preso parte al progetto. Tra questi, gli studenti della 2 E Liceo delle Sienze Applicate del Sarrocchi di Siena, accompagnati dalle professoresse Michela Vanni, referente della funzione strumentale per lo star bene a scuola, ePaola Calise Piro, collaboratrice della Dirigente, Professoressa Cecilia Martinelli.

Chiediamo alla professoressa Vanni il senso della partecipazione a
progetti come Read the signs

Lo scorso anno scolastico abbiamo deciso di aderire al progetto “Read
the signs”, proposto da Soroptimist e realizzato in collaborazione con
la Polizia di Stato e lo psicologo, Gianmarco Bonsanti. Si è trattato
di alcuni incontri di professionisti con i nostri studenti. Per noi docenti è importante proporre ai ragazzi strumenti che li aiutino a comprendere i comportamenti propri e altrui, anche quando sono complessi e ardui da accettare. La finalità di questo progetto, cioè imparare a riconoscere i segni che condurranno alla violenza di genere, ci è parso coerente con ciò che noi desideriamo veicolare ai giovani. Per questo abbiamo aderito con quattro classi, tre seconde Istituto e una prima Liceo. E’ stata occasione, per i ragazzi, di confrontarsi e riflettere su atteggiamenti a cui superficialmente non si attribuisce pericolosità, come per esempio la tendenza ad esagerare con i gesti e l’insistenza perché, all’interno di una coppia, si facciano subito le cose serie o l’invio esagerato di messaggi. Sono
segni che si possono sottovalutare, ma che sono pericolosi, quanto per esempio la volontà di impedire alla ragazza di vedere i propri amici.”

Martedì 28 novembre sarete alla Sala delle Lupe.

Si, i ragazzi esporranno le riflessioni che sono scaturite dagli incontri. Oggi, con quanto è successo alla povera Giulia Cecchettin, sembra ancora più importante il percorso che hanno intrapreso. I nostri studenti testimonieranno l’importanza di aver partecipato a questo progetto. Alcuni di loro ci hanno scritto: “Dopo l’incontro con la Polizia di Stato e lo psicologo ci è rimasto tanto, perché ci sono state poste problematiche importanti; una delle cose che ci ha lasciato questo progetto è la voglia di combattere e riuscire a fermare questi comportamenti per poter vivere finalmente in un mondo migliore.” E
voglio sottolineare che questo è il pensiero di un gruppetto di ragazzi, tutti maschi, che ritengono anche che sarebbe bene che questo tipo di attività fosse indirizzato anche agli adulti e alle famiglie.”

Naturalmente, oggi la sensibilità di questi ragazzi, ma anche dei
docenti e della scuola, è acuita dal fatto di recente cronaca nera, ma l’attività di supporto alle donne e di contrasto alla violenza di genere è il filo conduttore dell’impegno delle professioniste riunite
in Soroptimist Internazionale, vero motore di questa iniziativa.

Incontriamo la presidentessa del Club senese di Soroptimist International.

Nell’estate del 2022 abbiamo proposto al Comune il progetto “Read the
signs: impara a riconoscere una relazione problematica”. La proposta è
piaciuta e l’abbiamo realizzata perché siamo convinti che sia decisivo
insegnare a riconoscere il pericolo, prima che esso si presenti. E lo dobbiamo fare sia alle ragazze, per prevenire i drammi come quello di Giulia, ma anche ai maschi, perché siamo fortemente convinte che sia
indispensabile educare il genere maschile.”

Tutti gli attori di questo progetto presenteranno i risultati di questa operazione che va incontro a quella richiesta di mobilitazione, ma anche di sensibilizzazione, all’interno delle scuole.

La morte di Giulia ci ha colpito tutti. – Conclude la professoressa Vanni – Ha colpito immensamente anche i ragazzi e l’opinione pubblica che, come al solito, si chiede cosa faccia la scuola. Ecco, la mia scuola, il Sarrocchi, ormai da anni dedica progetti destinati all’educazione all’ affettività, ma anche alla sessualità e alla prevenzione della violenza di genere. Personalmente credo che sia questa la strada da percorrere, se si vuole educare in modo diverso il genere maschile. Le ricadute di queste attività le potremo constatare nel futuro, ma già ora posso dire che, durante gli incontri, capita
che qualcuno dei ragazzi, pur senza parlare di se stesso, illustri qualche comportamento da stigmatizzare, attribuito ad amici e conoscenti.”

L’incontro nella Sala delle Lupe è aperto al pubblico e gli organizzatori auspicano che questa iniziativa possa essere uno
strumento di sensibilizzazione, anche di coloro che mantengono atteggiamenti scettici di fronte a drammi come quelli che hanno a che vedere con la violenza di genere, sia essa fisica sia psicologica.

Marina Berti

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