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“Pesavo 34 chili ma mi vedevo grassa” la storia di Maria Vittoria

Oggi, 15 marzo, ricorre la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla dedicata all’anoressia, alla bulimia e agli altri disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Sienasociale.it, al fine di promuovere la cultura dell’ascolto, proporrà storie di vita legate a questi temi. Ecco le testimonianze della scrittrice Maria Vittoria Strappafelci , che ha vissuto il problema “sulla sua pelle”, e dell’Associazione Il Girasole che aiuta i più fragili.

Il 15 marzo ricorre la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, contro i disturbi del comportamento alimentare, nata undici anni fa, grazie all’iniziativa di Stefano Tavilla, padre di Giulia, morta a 17 anni a causa della bulimia.

L’obiettivo di questa iniziativa è stato fin da allora quello di porre attenzione alle strategie per prevenire e combattere un fenomeno che richiede interventi tempestivi e che la pandemia da Covid ha moltiplicato. Il Fiocchetto Lilla è simbolo delle storie di coloro che hanno vissuto queste malattie in prima persona e che, dopo essere a lungo rimasti nell’isolamento e nel silenzio, si sono uniti per dar fiducia a chi ancora si trova ad affrontare la malattia perché, dicono, dai disturbi del comportamento alimentare si può guarire.

Convinta della possibilità di uscire dal tunnel rappresentato dai disturbi del comportamento alimentare è la scrittrice Maria Vittoria Strappafelci, che narra la sua dolorosa vicenda a lieto fine in un libro, “Il digiuno dell’anima: una storia di anoressia”, edito da Kimerik, e che abbiamo voluto ascoltare.

Perché hai voluto scrivere questo libro, diverso da tutti gli altri che poi hai pubblicato?

Ho voluto far conoscere il problema dell’anoressia e della bulimia. Credo, infatti, che di ciò non si parli mai abbastanza. Certo, per me scrivere è stato anche terapeutico, ma quando io, dopo sforzi inumani, ne sono uscita, mi sono sentita in dovere di fare in modo che il maggior numero di persone, anche quelle che di fronte a questa malattia si girano dall’altra parte, non potessero più dire che non sapevano.

“Il titolo del tuo libro è fortemente evocativo…”

Ho scelto un titolo che comunicasse fin da subito al lettore il vuoto che vive chi si ammala di questi disturbi che portano al silenzio delle emozioni. La persona che soffre di questi disturbi, DCA li chiamano, non nutrono il fisico perché anche l’anima non si nutre più dei sentimenti.”

Come succede che una giovane, ma oggi il fenomeno non risparmia neppure i maschi, precipiti in questa condizione?”

Nel mio caso, ho iniziato a soffrire psicologicamente quando, io e mio fratello molto piccoli, mio padre si ammalò e fu curato lontano da casa: lui e mia madre si trasferirono per lunghi periodi lasciandoci affidati ad altri. Io vivevo quei periodi come un vero e proprio abbandono. Poi mio padre dovette smettere di lavorare e io, appena conclusa la scuola media, dovetti rinunciare a studiare per lavorare. Per me fu un dolore enorme, mi faceva sentire diversa ed infelice. A diciotto anni caddi in depressione e smisi di magiare. Nessuno allora parlava di anoressia, mi curarono  con psicofarmaci, ma non coglievano l’essenza del problema. Inoltre, molti apprezzavano la mia magrezza e io ne ero lusingata: lì scattò il meccanismo che ruppe l’equilibrio tra corpo e mente; lo specchio iniziò a restituirmi una visione distorta di me: pesavo trentaquattro chili, ma io mi vedevo grassa. Non lo sapevo, ma avevo imboccato una strada che per tanti, soprattutto nel passato, è stata senza ritorno.”

“E invece ci tieni a sottolineare che il tuo libro è un inno di speranza.

Sì, perché io sono stata fortunata e vorrei che potessero essere tutti quelli che di questa malattia si ammalano. Una notte, in un periodo in cui ero affetta da bulimia, vidi la morte in faccia: da sola a casa, mentre vomitavo, svenni. Mi ripresi a fatica e in quel momento scattò in me la consapevolezza che stavo distruggendomi; volevo uscirne, ma da sola era difficile. Mi vergognavo di confessare ai miei genitori che soffrivo di questi disturbi e cercavo soluzioni al di fuori della cerchia famigliare. Poi, un giorno finalmente, mio fratello mi minacciò dicendomi che dovevo smetterla di comportarmi così. Fu un pugno nello stomaco, duro da sopportare, ma che indicava che lui, e anche i miei, si preoccupavano, che non ero trasparente. Esistevo!”

Il libro scritto da Maria Vittoria

digiuno dell’anima una storia di anoressia. Il libro scritto da Maria Vittoria

Chi ti ha aiutata?”

Sono entrata in terapia presso un centro specializzato. Prima hanno dovuto farmi imparare a mangiare e dopo è iniziato un periodo di psicoterapia. Ci sono voluti altri anni, ma ce l’ho fatta e oggi posso dichiararmi guarita. E testimoniare, con la mia storia, che la possibilità di uscire da quel tunnel c’è. Questa malattia è un demone, un mostro, ma se si trova il bandolo della matassa, se ne esce.”

Che cosa suggeriresti alle ragazze che oggi si trovano nella tua situazione?”

Di non vergognarsi. Di parlare fin da subito, soprattutto in famiglia, che deve essere il primo sostegno per questi malati. E poi di chiedere subito di essere ricoverate in un centro specializzato. Oggi ce ne sono tanti e aiutano moltissimo.”

Ma quelle stesse famiglie, a cui accenna la scrittrice Strappafelci, si trovano ad affrontare il demone, il mostro, senza avere chiaro cosa fare.

Per aiutare queste famiglie da sei anni a Siena esiste la sezione locale dell’associazione “Il Girasole”, nata precedentemente a Spoleto, il cui referente senese è Fabrizio Padrini, che conosce per esperienza personale (felicemente conclusa) tutte le problematiche connesse ai disturbi del comportamento alimentare.

La nostra sezione è nata all’interno del reparto di pediatria dell’Ospedale senese, grazie ad un progetto triennale a suo tempo finanziato dai gruppi dei donatori di sangue delle Contrade. Il progetto prevedeva la collaborazione di un team medico (psicologo, pediatra, endocrinologo, specialisti e personale infermieristico) per curare i ragazzi che soffrivano di questo disturbo e di volontari che si incontravano con i genitori. Oggi il progetto originale si è concluso e alcune attività hanno avuto bisogno di essere rimodulate ed adattate, ma noi del Girasole continuiamo la nostra attività che si esplica in supporto alle famiglie. Si tratta di un gruppo di auto-aiuto aperto e rivolto ai genitori di ragazzi e ragazze con questa patologia.”

Quali sono i suggerimenti che potrebbe dare a un genitore che si accorga che il proprio figlio manifesta disturbi del comportamento alimentare?:

“I genitori che si trovano per la prima volta di fronte a questo problema sono disorientati e non sanno dove andare. Quando colgono i segnali, e non è detto che lo facciano subito perché questi ragazzi sono bravi a confondere le cose, innanzitutto dovrebbero rivolgersi al proprio pediatra poi anche ad un’associazione come la nostra. Mi sentirei di dire di evitare di rivolgersi unicamente a nutrizionisti o dietologi, perché il disturbo del comportamento alimentare è prima di tutto un problema di carattere psicologico.”

Quando vengono da voi, che problemi hanno i genitori?”

Innanzitutto, si sentono in colpa, per esempio per non essere stati capaci di cogliere i segnali ma anche perché spesso si indica la responsabilità della malattia negli stili di vita dei genitori, che è una cosa assurda. E’ vero che la maggior parte di questi ragazzi sono perfezionisti, ma non necessariamente perché rispondono alle aspettative delle famiglie. Molti di loro sono così e poi, oggi, l’attività social amplifica queste loro caratteristiche. Però, per una somma di motivi, questi genitori si sentono sbagliati e diversi e così finiscono per isolarsi evitando ogni forma di socializzazione che invece potrebbe aiutarli.”

Oggi ricorre la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, simbolo della possibilità di guarigione dai disturbi del comportamento alimentare. Che cosa si sente di dire a chi oggi sta ancora vivendo questo problema?”

Che non perdano il coraggio, che non si vergognino, perché quella che ha colpito i loro figli è una malattia, e sentirsi unici responsabili non fa bene né a loro, né ai figli. E, infine che, abbiano fiducia perché è una malattia da cui si guarisce. Oggi ci sono tante strutture, anche specializzate, che si occupano di questi pazienti ma non tutte (… anzi forse nessuna!) accetta pazienti in situazione di gravità fisica, cosa che invece una struttura ospedaliera – come quella che esiste a Siena – può fare, e in modo eccellente.. Io stesso sono un esempio di genitore che ha seguito positivamente questo percorso e adesso continuo in questa attività con l’associazione Il Girasole per sostenere e dare fiducia e speranza ad altri che sono ora come io fui nel passato.”

Come ogni ricorrenza, l’augurio è che l’attenzione su questo problema non si spenga il giorno successivo, ma continui e si diffonda la consapevolezza che permetta ad ognuno di scorgere i segnali nei giovani affinché né chi è entrato nel tunnel né le loro famiglie si sentano soli.

Per saperne di più

https://www.associazioneilgirasole.it/

Marina Berti

(Nella foto di copertina Maria Vittoria)

 

 

 

Nina e Alfiero magiche storie di vita

Grande affluenza di pubblico, venerdì 3 marzo, presso la sede della Pubblica Assistenza di Siena, in cui si è svolto l’incontro per la presentazione del libro “Al volo” scritto da Alfiero Chiavistrelli, ex tassista romano ed ex volontario della Confraternita di Misericordia di Castelnuovo Berardenga, in compagnia di Nina, la nostra amica e volontaria di QuaViO odv (Qualità della Vita in Oncologia) che l’ha supportato in questo meraviglioso ed appagante progetto! Nina (Martina Frullanti), presente all’incontro, ci racconta sia dell’emozione e dello stupore di Alfiero e sia del totale coinvolgimento dei partecipanti, rimasti incantati di fronte ai racconti e alla vitalità dell’autore. Organizzazione evento a cura di Grazia Ragazzoni del “Tavolo anziani” di Si-Sienasociale la coprogettazione che tanto vale”.

Alfiero e Nina presentano “Al volo” presso la sede della Pubblica Assistenza di Siena

Storie semplici di vita passata, la maggior parte di questa trascorsa a bordo del suo taxi per le vie di Roma, in cui Alfiero racconta di aver vissuto tutti i cambiamenti epocali dall’inizio del suo lavoro – 1 novembre 1954 – fino alla pensione e di aver avuto il piacere di incontrare persone famose dello spettacolo che quotidianamente accompagnava in giro per la capitale e con cui scambiava confidenze e aneddoti curiosi, appuntati meticolosamente su un’agendina. Quando nel giugno 2022 conosce Nina al mercato di Castelnuovo Berardenga, Alfiero le confida la volontà di pubblicare queste storie a lui tanto care, e la nostra amica non se lo fa ripetere due volte! Lei, che aveva auto-pubblicato il suo libro “Do you speak Amore” nel 2018, sa bene come fare e a chi chiedere una mano… ecco che coinvolge amici come Alessandro Valdrighi che ha fatto dono della copertina ed Emanuela Vezzoli che ne ha curato la revisione. Il resto è storia…

Le dediche di Alfiero!

Ma questo non è l’unico gesto d’amore che Nina ha compiuto gratuitamente, perché nonostante la sua giovane età (44 anni) ha già all’attivo anni di volontariato presso la QuaViO di Siena (Qualità della Vita in Oncologia) e studi approfonditi sul fine vita conseguiti presso l’Università degli Studi di Padova. Tutto nasce nel 2013 quando, a seguito della scomparsa della sua unica ed amatissima zia, si trova a vivere la morte in prima persona e ad affrontare il lutto.

Il dolore è talmente forte che Nina lascia il suo lavoro di Hotel Manager di una struttura prestigiosa di Pienza e parte per un viaggio in Africa per ricominciare la sua vita. Aveva bisogno di ritrovarsi…

Dopo qualche mese trascorso nel continente, comincia a scrivere una lista di 500 parole positive, che le aprono il cuore verso la scrittura e la consapevolezza che questa potrà esserle amica e guaritrice.

Torna in Toscana con questo quaderno di viaggio, si iscrive alla Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari e dà vita a “Do you speak Amore” un’autobiografia “che si legge da tutte e due le parti, come uno sguardo alla vita che inizia da capo anche laddove ci si aspetterebbe la conclusione” dice Nina. È la sua storia autobiografica, quella di una giovane e romantica donna che trova il significato della vita nell’Amore, con l’invito a prendersi cura di sé.

“Do you speak Amore” – libro di Martina Frullanti

Un invito che lei rivolge ed augura a tutti, perché la vita è realmente una cosa meravigliosa! E a proposito di auguri, anche stamattina, parlando con lei al telefono, non vedeva l’ora di sentire il suo caro amico e compagno di viaggio Alfiero perché, proprio oggi, il nostro “tassinaro” compie 92 anni.  A lui giungono i nostri personalissimi auguri, con la speranza di leggere presto un altro intenso racconto, magari scritto a due mani con Nina!

Stefania Ingino

 

Per saperne di più

Alfiero 92 anni: tassista, volontario e scrittore “Al volo”

Associazione Nazionale Carabinieri per la sicurezza dei più piccoli

Questa mattina, nella Sala delle Lupe del Palazzo Pubblico di Siena, ha avuto luogo la presentazione del libro “La giornata di Caterina e Bernardo”, da parte della dott.ssa Giovanna Romano, Presidente Gruppo Stampa Autonomo Siena, con l’intervento dell’Assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Siena Dott.ssa Clio Biondi Santi, del Presidente A.N.C. Sezione di Siena Lgt. Aldo Di Raimo e dell’Ing. Florio Faccendi, Presidente Banca Centro Toscana Umbria, moderati dal socio A.N.C. dr. Claudio Giomini. Presenti numerose Autorità Istituzionali.

La realizzazione del libro è avvenuta grazie al Contributo del Comune di Siena e di Banca Centro ed ha avuto il patrocinio dello stesso Comune, della Regione Toscana e  della Prefettura e della Provincia di Siena e si rivolge ai bambini delle ultime classi delle scuole primarie, ai quali sarà distribuito.

E’ stato realizzato, per quanto riguarda i testi, dalla dott.ssa Mariarosa Lapi e da Alessandro e Riccardo Cherici per la grafica e l’impaginazione, suggestive e  di notevole impatto, ed ha la finalità di  dare ai bambini alcuni suggerimenti sull’educazione stradale, che poi svilupperanno crescendo.

La pubblicazione fa parte del progetto “La strada tra passione e sicurezza”,  percorso di formazione negli aspetti tecnici, legali e medici della sicurezza nella strada, promosso e coordinato dall’Associazione Nazionale Carabinieri di Siena, che si prefigge l’obiettivo di dare degli elementi educativi per formare una coscienza responsabile nella sicurezza della guida, nel rispetto dei diritti civili, al fine  di insegnare il corretto comportamento nella strada, bene di tutti.

Durante l’anno vengono effettuati numerosi percorsi formativi, con la teoria che si unisce alla pratica in laboratori snelli ed incisivi nei messaggi che propongono,  destinati a Siena ed in provincia agli alunni delle classi  V delle Scuole Primarie, delle classi III  delle Scuole Secondarie di Primo Grado e delle classi IV delle Scuole Secondarie di Secondo Grado, con l’intervento di numerosi enti ed istituzioni.

Martina ed Alfiero

Alfiero 92 anni: tassista, volontario e scrittore “Al volo”

Da un incontro casuale, nasce un’idea. Un ex tassista e volontario della Misericordia di Castelnuovo Berardenga è autore di “Al volo”. Ad aiutarlo nel progetto Nina che è curatrice della pubblicazione: “artefice di un sogno per il bene comune”. Il libro sarà presentato venerdì 3 marzo ore 16.30 presso Associazione Pubblica Assistenza di Siena (viale Mazzini 95) nell’ambito della coprogettazione di “Si-Sienasociale” tavolo anziani. Ecco il racconto di Alfiero e Nina

Ho cominciato a scrivere il mio diario di vita intensamente vissuto a Roma, proprio per far trascorrere le lunghe ore del giorno. Finito il periodo di quando ero volontario della Misericordia e quindi ero quasi ogni giorno impegnato a condurre in ospedale o cliniche persone bisognose di cure, oppure ad accompagnare i due ragazzi non vedenti a scuola o il piccolo autistico Diego a ginnastica.  

Adesso che non ho più questi impegni (molto gratificanti) il mio tempo lo trascorro facendo lunghe passeggiate in campagna o a fare l’approvvigionamento giornaliero al supermercato.

Un certo giorno mi è venuta un’idea: perché non fare un diario sulla tua movimentata vita? Così una bella mattina ho preso carte penna ed eccomi a scrivere…

Credevo che dopo le prime pagine avrei smesso, invece più scrivevo e più mi piaceva, mi venivano alla mente fatti, persone e ricordi assopiti dal tempo, e allora ho deciso di continuare, scriverò un libro! Non avrei mai immaginato che un giorno l’avrei anche pubblicato. Ed ecco il miracolo!

Una calda mattina di giugno 2022 incontro al mercato settimanale di Castelnuovo Berardenga una longilinea, bella ragazza che con molta simpatica disinvoltura mi saluta e si presenta “Mi chiamo Nina”. Simpatizziamo subito e cominciamo a parlare, lei mi dice che ha scritto un libro “Do Speak Amore?”(che poi mi regalò), mi racconta delle sue peregrinazioni dal Giappone, all’Africa, agli Stati Uniti. Io le racconto che anche io avevo scritto qualcosa della mia lunga vita. Gentilmente Nina mi chiede di poter leggere ciò che avevo scritto dopodiché mi suggerisce di pubblicarlo. Lei mi avrebbe dato il suo aiuto. Dietro il suo supporto, le sue premure e le sue splendide capacità, oggi si può leggere “Al volo”, piccolo diario di un tassista romano di 92 anni (tra qualche giorno!)

Grazie Nina del tuo affettuoso, impagabile aiuto e come mi disse una volta il buon cliente Gigi Proietti “Che Dio ti benedica”.

Alfiero Chiavistrelli

Alfiero al volante

Alfiero al volante

A giugno, al mercato, ho incontrato Alfiero, un caro signore di 92 anni che mi ha svelato il suo desiderio miracoloso: voleva trovare qualcuno che lo aiutasse a pubblicare il suo libro, la storia della sua vita, il suo viaggio di cinquant’anni alla guida di un taxi, a Roma. Da quel giorno ci siamo visti una volta alla settimana, sempre al mercato. Abbiamo parlato, bevuto caffè, letto e corretto il suo manoscritto. Abbiamo riso, ci siamo ascoltati, ci siamo detti molte cose davanti a un bellissimo giardino, un pasto caldo, un bicchiere di vino, una busta piena di foto in bianco e nero, una collezione di vecchi francobolli, un’agenda datata 1988.

Il suo desiderio si è avverato e anche il mio. Abbiamo pubblicato e presentato il suo libro “Al volo” a Castelnuovo Berardenga prima di Natale per condividere un messaggio di speranza e celebrare la Vita. E’ stato emozionante! Lui era incredulo e sorpreso dalla tanta gente che sarebbe stata ad ascoltarlo per ore. Io ero beata e piena di gratitudine per aver dedicato il  mio tempo vicina ad Alfiero, per avergli portato un sorriso, un abbraccio, una parola che lo avesse fatto allontanare dalla sua tristezza, dai giorni sempre uguali, nella solitudine e nella preoccupazione. Mi sono sentita artefice di un sogno, per il bene comune. 

Abbiamo imparato l’uno dall’altra, storie di vita, di amore, di disgrazie, pezzi di mondi, di Roma e di umanità. E’ stato uno scambio reciproco sempre. Dal primo momento, ad ogni nostro incontro settimanale. E ancora oggi, ogni volta che ci vediamo, non ci vorremmo mai salutare. Non vorremmo mai smettere di chiacchierare. Siamo in sintonia e in viaggio, insieme. 

Lo porterò al mare, è un suo e anche mio profondo desiderio. Adoriamo il mare. E poi andremo a Roma, la capitale ancora non sa che custodiamo un piccolo grande tesoro di 100 pagine. Un pezzo di storia del nostro paese, un prezioso patrimonio della nostra straordinaria cultura. 

Confido che questo sia il primo di tanti altri contributi come Nina al servizio della fine della vita per dare voce alle emozioni, alle memorie, ai valori e ai desideri concentrandomi sui Legacy Works  – Progetti di lascito – per lasciare un segno, creare rituali per l’Ultimo viaggio e celebrare l’Amore. La scrittura cura, in silenzio.

Martina Frullanti

“Il Duca”. Tanto pubblico per l’evento con Balestracci

Ma insomma chi era quell’uomo al quale mancava un pezzo di naso ed un occhio, come lo ha immortalato Piero della Francesca. Un uomo che guarda negli occhi una giovane donna bionda e bellissima. Davanti ad una sala piena, attenta e a tratti divertita nel pomeriggio di ieri, mercoledì 15 febbraio, presso il centro socioculturale “La Lunga Gioventù”, Duccio Balestracci, ce lo ha presentato, quell’uomo che altri non è se non il protagonista del suo ultimo libro “Il Duca. Federico da Montefeltro” (Editore Laterza, 2022).

L’autore ha ripercorso la non facile biografia del duca di Urbino, dalle sue origini incerte fino alla grandezza di politico, stratega e uomo di stato e di cultura che lo ha portato alla ribalta della storia anche per non aver mai subito sconfitte di rilievo sul campo di battaglia. Esponente di quelli che Machiavelli definiva i “principi nuovi”, simbolo del Rinascimento e di un’epoca che stava mutando le pieghe del Medioevo, Federico da Montefeltro è anche un uomo che ha dato molto spazio e fiducia alla giovane moglie (la seconda) Battista Sforza. Balestracci ha illustrato il ruolo di questa donna che ha affiancato il marito (sposato a quattordici anni) non solo come moglie ma anche come guida politica della signoria in assenza di Federico stesso. La storia di un’importante casata, ma soprattutto di un solido legame tra due persone che sono stati compagni di vita in tutte le sue accezioni.

Un momento dell'incontro

L’incontro fa parte del ciclo di eventi promossi,  a favore di anziani, minori, famiglie e disabili, nell’ambito di Si-Sienasociale la coprogettazione che tanto vale che è tra Comune di Siena ed enti del Terzo Settore.

Redazione Sienasociale.it