Archivio mensile:Maggio 2023

“Crisi da reclutamento volontari”: 2 possibili soluzioni

Il volontariato “fai da te” e l’osmosi tra associazioni: l’importanza di fare rete.  In 3 anni in Toscana meno 86.000 volontari. Solo su Siena e provincia iscritte al RUNTS ci sono  719 associazioni, di cui 255 organizzazioni di volontariato 373 APS ed altre. Il loro futuro passa necessariamente da un cambio di passo …e di mentalita’.

volontarie di Pubblica Assistenza di Siena

volontarie di Pubblica Assistenza di Siena

L’ultima indagine Cesvot mostra risultati che impongono, a tutto il terzo settore, una riflessione. Se la tendenza in corso continuasse, molte realtà del volontariato rischierebbero la propria inevitabile “fine”. E’ pur vero, che già ora la “crisi da reclutamento” è un fenomeno in atto: qualcosa che provoca già grandi “sofferenze”

Dal 2019 al 2021, in Toscana, meno 86 mila volontari. Dati che si commentano soli.

Possiamo e dobbiamo cambiare qualcosa.

Cosa chiedono i volontari potenziali?

  1. flessibilità sui tempi (30,8%);
  2. innovazione nell’organizzazione e nei progetti (19,3%);
  3. valorizzazione delle proprie competenze (19,1%);
  4. coinvolgimento nelle attività di informazione su attività e iniziative (15,2%).

In parole semplici, il volontariato deve risultare compatibile con le altre tantissime attività di ogni persona: e non è detto che sia continuativo nel tempo.

Prendere da ognuno quello che può dare”. Pare l’imperativo per ogni responsabile.

Ma non e’ tutto. Mai dare per assodato che per essere volontari ci si debba identificare con i valori dell’associazione. Oggi, diversamente da ieri, la cosa non e’ scontata. 

Infine, la gratuità viene riconsiderata alla luce dei costi che i volontari si assumono nello svolgimento delle attività volontarie, costi di cui sempre più spesso si chiede una qualche forma di compensazione (monetaria o meno). Il volontariato in organizzazione diviene così una modalità tra le molte possibili, di realizzazione identitaria e personale. Ma non la sola.

Le statistiche cominciano a raccontare dell’esistenza di un volontariato diverso più confacente alle sensibilità attuali, quello chiamato “personale” o “fai da te”, e comunque non svolto in organizzazioni e non in ets. Per “intercettare” questo volontariato fai da te e ricondurlo nei binari del volontariato organizzato dobbiamo cambiare.

Ne abbiamo avuto un chiaro esempio in Emilia : tante persone hanno dato una mano spontaneamente. La vera sfida e’ convogliare quelle forze in un volontariato organizzato.

volontario della Misericordia di Torrenieri

volontario della Misericordia di Torrenieri

Altro aspetto e’ l’osmosi che viaggia parallela all’identificazione . Non e’ da sottovalutare un volontariato che si esprima in più associazioni trovando, in ognuna di esse, una ragione per l’impegno.

Questo presuppone la capacità delle organizzazioni di fare rete, di scambiarsi informazioni e forze: necessario più che mai sembrerebbe un forum del terzo settore provinciale che, trasversalmente, potrebbe essere punto di riferimento per tutte le 719 realtà iscritte al RUNTS.

Forse, i tempi sono maturi per crearlo. 

Giuseppe Saponaro

“C’ero anch’io ad Abbadia Isola”: 35 anni di solidarieta’

C’ero anch’io ad Abbadia Isola. Da 35 anni uniti per la ricerca contro il cancro.

La storica ed omonima festa “C’ero anch’io ad Abbadia Isola” arriva quest’anno alla sua trentacinquesima edizione.

Nata da un idea di Meucci Sergio , cittadino di Abbadia Isola che, superata una terribile malattia, decise di istituire una festa paesana per raccogliere fondi a favore della ricerca contro il cancro.

Purtroppo, Meucci non ce piu’ ma il suo ricordo e la sua passione muovono ancora oggi i compaesani che portano avanti con orgoglio questa bella festa.

Si svolge tutti gli anni solitamente l’ultimo fine settimana di maggio e il primo di giugno, nel piazzale comunale antistante al paese Abbadia ad Isola.

Stand gastronomici, attività sportive, ricreative , spettacoli, ma anche Conferenze mediche e tanti appuntamenti interessanti caratterizzano il ricco programma della festa.

Riesco a contattare il presidente di  ABBI Associazione di Beneficienza Abbadia Isola, che organizza la festa, il Sig.  Lastrucci Graziano:

Noi cittadini di Abbadia Isola ogni anno ci impegniamo per offrire il meglio ai nostri ospiti: per la riuscita della festa chiediamo aiuto ai nostri “vicini” di Monteriggioni e Castellina Scalo che ogni anno con entusiasmo ci supportano con il loro sostegno. Siamo all’incirca 70 – 80 volontari impegnati soprattutto negli stand gastronomici, e fortunatamente siamo riusciti a riprendere questa bellissima iniziativa che si era interrotta tra il 2020 e il 2021 a causa del covid”

Gli chiedo se ha qualche aneddoto da raccontare:

Tanti anni fa era stato istituito un premio offerto dallo sponsor, un importante azienda della zona, che veniva conferito alle eccellenze del territorio. Questo ha portato alla Festa degli ospiti illustri come, ad esempio, Simona Ventura (presentatrice tv) e Antonio Conte (allenatore calcio)”.

Alla fine della festa solitamente con i volontari facciamo la “cena delle briciole” così da fare un resoconto dettagliato di come è andata la festa.

Tutti i soldi che vengono raccolti vengono conferiti principalmente all’ AIRC -Associazione Italiana Ricerca sul Cancro, ma una parte vengono anche donati a : Associazione Senese per la Prevenzione del Carcinoma Colo-Rettale, QUAVIO (Qualità della Vita in Oncologia) e  alle Pubbliche Assistenze sparse nel territorio.

Vorrei aggiungere un grazie personale a tutti i volontari impegnati nella realizzazione e nel mantenimento di queste feste paesane che hanno fatto e fanno la storia dei nostri piccoli centri, è solo grazie a loro che certe tradizioni vengono tramandate e conservate per il bene di tutta la comunità”

Pertanto, se volte passare una bella serata e fare pure qualcosa di virtuoso non mancate a “C’ero anch’io ad Abbadia Isola.” Presso Parcheggio Comunale Strada Provinciale 74 _ Abbadia ad Isola _ Monteriggioni (Siena)

Di seguito il programma di questa settimana (dal 1 al 4 giugno) che potete trovare più dettagliatamente nella loro pagina Facebook:

Apertura bar e paninoteca ore 17.00

Apertura Ristorante e Pizzeria ore 19.30

Nel pomeriggio musica e spettacoli

Dopo cena:

Giovedì 1 giugno Apericena + drink

Venerdì 2 giugno Voci nuove la Finale 2023  Selezione di voci per Sanremo Giovani

Sabato 3 giugno  Sander & Allison Magika Magiche illusioni Spettacolo di Magia e illusionismo

Domenica 4 giugno Spettacolo Cabaret di Gianni Giannini con Superpippo Gabellin e Ivan Benvenuti

per saperne di più 

https://www.facebook.com/FESTAABBI/?locale=it_IT

Giulia Meattini

 

 

 

 

Dalla Misericordia di Asciano: “ho 24 anni e vi racconto il mio primo impegno in emergenza”

Aurora e’ stata impegnata a Faenza. Ecco il racconto del lavoro fatto e delle esperienze ed emozioni vissute.

Ho 24 anni e frequento la Misericordia da quasi quattro anni. Mi sono avvicinata alla Misericordia nel 2019 facendo il corso base e poi avanzato per soccorritori ad Asciano spinta da una necessità di sentirmi, nel mio piccolo, utile per il paese in cui vivo e per le persone che hanno bisogno. Per quanto riguarda invece il mio percorso in Protezione civile, è un po’ più breve poiché ho svolto il corso base all’inizio del 2021 e ho cominciato facendo dei servizi in ambito sociale, non confrontandomi però ancora con situazioni di emergenza come quella in Emilia-Romagna”.

Ha le idee chiare questa volontaria reduce dall’impegno a favore del più grande disastro che ha colpito l’Italia negli ultimi mesi.

Fin dall’inizio dell’emergenza in Emilia-Romagna mi sono sentita impotente di fronte ad un evento di un così grande impatto. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata immaginarmi al posto di tutte quelle persone, quelle famiglie colpite dall’alluvione e provare a pensare a come mi sarei potuta sentire se una di quelle case fosse stata la mia. Credo che non ci si renda veramente conto di una cosa finché non la si tocca con mano e questo, insieme al desiderio di essere d’aiuto anche solo con un piccolo gesto, è stata la scintilla che mi ha spinto a partire”.

La nostra protagonista non si ferma e continua il suo racconto. 

“Il primo impatto in realtà, contrariamente a quanto mi aspettavo, è stato positivo, nel senso che tutte le strade principali erano già tornate quasi alla normalità. Il vero impatto forte c’è stato quando siamo andati nelle vie secondarie in cui non si vedeva altro che fango e acqua. Parchi che erano diventati distese di acqua e fango e persone che avevano ancora 50 cm, se non di più , di fango in casa, nelle cantine e nei garage. Persone che però, nonostante tutto, avevano il sorriso sul volto e una riconoscenza senza fine anche nei confronti di un piccolo gesto che quotidianamente siamo abituati a considerare quasi un nulla”.

Ed ecco il ruolo svolto.

Abbiamo ripulito strade, cantine, case, garage cercando di rimuovere più possibile il fango e l’acqua rimasti tramite pale, tira acqua e idrovore.
Il lavoro era organizzato più che altro in base alle vie delle varie località in cui c’era più urgenza e, in generale, si partiva la mattina e ci si recava sul posto assegnato, che poi è rimasto lo stesso per tutti e 3 i giorni di permanenza, si aiutavano le famiglie a ripulire o a spostare tutto ciò che era ancora recuperabile, poi si tornava al campo per il pranzo e dopo ci recavamo nuovamente sull’obiettivo e concludevamo i lavori in serata. Il pernottamento era in campo insieme a tutte le varie associazioni impegnate nell’emergenza e poi la mattina dopo si ripartiva”.

Sullo sfondo le emozioni

Era tantissima la voglia di essere d’aiuto e di dare il mio contributo al Paese. L’emozione più grande credo che l’abbiamo provata tutti quanti quando le persone ci ringraziavano per gesti piccolissimi, per aver spostato uno scaffale, per aver svuotato un garage. Sono quei grazie e quegli sguardi carichi di riconoscenza che mi hanno riempito il cuore di gioia e mi hanno fatto sentire più utile nel mio piccolo. Non nascondo che prima di partire ero un po’ timorosa perché non sapevo se realmente fossi stata in grado di dare un contributo effettivo, poi in realtà fin dai primi momenti ho capito che se fatto con il cuore ogni minimo gesto è importante, e di questo devo ringraziare l’altro volontario della Misericordia di Asciano che mi ha accompagnata in questa esperienza”

In conclusione, Aurora lascia un messaggio preciso: “Sicuramente sono tornata a casa con la certezza ,ancora più forte e salda, di quanto sia importante e possa essere fondamentale per la popolazione, per il nostro Paese, ma per tutti in generale, lo spirito del volontariato e il contributo delle varie associazioni tramite una forte collaborazione e coordinamento. Mi sento davvero di dover ringraziare la Misericordia di Asciano, e la Protezione Civile, per avermi dato l’opportunità di vivere un’esperienza di vita così importante e profonda”.

CC

Sanità e trasporto sanitario: una tavola rotonda a Monteroni d’Arbia

L’incontro è in programma per mercoledì 31 maggio alle ore 21.00 presso la sede sociale della Pubblica Assistenza Val d’Arbia in via IV novembre n. 147 a Monteroni d’Arbia.

In occasione del consueto appuntamento con la Festa Sociale del Volontariato, la Pubblica Assistenza Val d’Arbia promuove ed organizza una tavola rotonda, con la possibilità di interagire anche da parte del pubblico, per fare il punto sul ruolo crescente del Terzo Settore nella società odierna e sul riconoscimento del volontariato sanitario, testimone e interprete dei profondi mutamenti sociali ed economici in atto.

Grazie all’impegno delle volontarie e dei volontari, il capitale sociale del nostro Paese è uscito rafforzato dall’emergenza Covid-19 ed il Terzo Settore ha giocato, negli ultimi anni, un ruolo fondamentale in tante sfide del sistema sanitario per mantenere la centralità del cittadino. La cura di prossimità che nel corso della pandemia ha modificato la narrazione della sanità italiana, insieme alle numerose questioni teoriche-interpretative e pratico-applicative della normativa che regola il trasporto sanitario attualmente in bilico tra solidarietà e economia privata, ci ha insegnato e ci ricorda che la salute non può essere intesa soltanto come una risposta clinica, ma è il “prendersi cura”. In questa direzione, quello del volontariato organizzato è un punto di vista privilegiato. Ma da solo non basta.

“Siamo chiamati – spiega Massimiliano Fioravanti, presidente della Pubblica Assistenza Val d’Arbia – ad avere un ruolo determinante, lavorando in rete e ripensando le nostre associazioni come un punto di riferimento non solo sociale ma anche sanitario, ogni giorno ancora di più. Tuttavia, è importante creare reti di assistenza comunitaria per ripensare con efficienza e in sinergia la sanità del domani nel nostro Paese costruendo una strategia comune dove il Terzo Settore sia tra costruttori di un’assistenza a misura d’uomo.”

L’incontro, moderato dal giornalista Fabrizio Morviducci, sarà intitolato “La sanità del domani passa dal Terzo Settore” e vi prenderanno parte tra i relatori: Simone Bezzini, Assessore Diritto alla Salute e Sanità; Gabriele Berni, Sindaco di Monteroni d’Arbia; Davide Ricci, Sindaco di Murlo; Giuseppe Panzardi, Direttore C.O. 118 Siena-Grosseto; Dimitri Bettini, Presidente ANPAS Toscana; Daniela Salvadori, Coordinatrice ANPAS Zona Senese; Agostino Elia, Medico di Medicina Generale; Giuseppe Saponaro, Vicepresidente Consulta del Volontariato di Siena e provincia e Direttore Sienasociale.it.

Emilia Di Gregorio

Addio a Tosca. “Ha cambiato la vita di molte persone”

Si fa male a scrivere  in memoria di un animale. Si rischia di essere ipocriti nei confronti degli uomini. In verità Tosca ha cambiato la vita di molte persone, quindi si puo’ fare”.

Parole emozionanti quelle che Jacopo Vasconetto dedica a Tosca un cavallo speciale. Di lei, della sua morte avevamo appreso grazie ad un post su Facebook dell’associazione senese “Le Bollicine” realtà del volontariato rivolta a promuovere attività sportive per soggetti disabili residenti nel territorio senese, finalizzate alla pratica sportiva e riabilitativa, ad offrire occasioni di socializzazione, relazione e di conseguenza opportunità di integrazione.

“Buon Viaggio Tosca, cavallo sorridente! sei nata alle Bollicine e grazie a te abbiamo costruito tante opportunità: Il maneggio, le salite dei nostri ragazzi con il sollevatore, le passeggiate in campagna, il lavoro nei centri estivi. Sei sempre stata una cavalla di carattere ma di un altruismo unico. Grazie a te tantissimi nostri ragazzi hanno scoperto un mondo bellissimo. Ti vogliamo ricordare cosi con Jacopo Vasconetto, che ti ha fatto crescere come una figlia e ti ha voluto un bene speciale! un abbraccio da tutti noi”

Proprio Jacopo Vasconetto la ricorda così: “mai sottomessa a nessuno, dominante e scorbutica, tirava fuori una innata dolcezza materna con chiunque ne avesse bisogno. Si’, non stiamo parlando di una persona. Ma Tosca c’era sempre quando le persone avevano bisogno e si sottometteva alle loro fragilità. Era capace di capire quello che serviva e lo faceva con una sensibilità rara anche per  le persone.L’unica in grado di vedere per chi non vedeva, di muoversi al posto di chi non si poteva muovere, di capire chi non era capito. Chiunque l’abbia incontrata se la ricorda”.

“Tosca ora dorme”. Conclude Jacopo e noi crediamo che abbia ragione lui.

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Chi siamo

Dodo come tanti altri bimbi senesi: oggi il primo giorno di scuola

Siena e’ la provincia dove vivono meglio i bambini: analisi del Sole 24 Ore

Terza edizione dei 3 indici del Sole 24 Ore: i dati aggiornati premiano le province con il miglior contesto di vita per fasce di età. Analizzati bambini, giovani e anziani.

É Siena la provincia dove vivono meglio i bambini. I dati raccolti dal Sole 24 Ore raccontano la qualità della vita dei più piccoli su base territoriale: 12 indicatori misurano servizi, opportunità e condizioni di vita. 

Spazio abitativo, pediatri, asili nido, spesa per servizi ed interventi sociali, competenze numerica ed alfabetica non adeguate, edifici scolastici con palestra sul totale edifici scolastici, retta mensa scolastica, giardini scolastici, verde attrezzato, induce sport e bambini, delitti denunciati a danno di minori. Alla fine gran bel risultato per la città del Palio che, in modo concorde all’analisi, si può dire “amica dei cittini”

Qualità della vita: progetto a cura di Michela Finizio con Giacomo Bagnasco e Marta Casadei

Elaborazione dati: a cura di Andrea Gianotti e Marco Guerra dell’ufficio studi e analisi del Sole 24 Ore
Coordinamento Lab24: Luca Salvioli
Design director: Laura Cattaneo
Design: Alice Calvi, Luca Galimberti
Sviluppo: Marina Caporlingua, Renato Zitti Pozzi

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https://lab24.ilsole24ore.com/qualita-della-vita-generazioni/bambini/

Campi solari? Si. Risponde la psicologa

La scuola sta finendo e l’estate è ormai alle porte.

I ragazzi, impegnatisi durante tutto l’anno tra compiti e attività varie, appaiono stanchi e, fortunatamente, sempre più proiettati sulle vacanze e “le attività di svago” che, in questo periodo dell’anno, potranno dominare nelle loro giornate. Non a caso, nella nostra città, come un po’ in tutta l’Italia, si sente parlare di campi solari o attività di aggregazione per bambini e/o adolescenti con finalità ludiche, sportive o ricreative.

Perché ciò è tanto importante?

In psicologia, sin dai pionerestici contributi dei primissimi autori che si sono occupati di Infanzia e Adolescenza (Freud, Winnicott, Klein, Bion, Abrahm., ecc), si fa riferimento al bisogno di questi di socializzare. Per il giovane, alla ricerca della propria identità e di nuovi riferimenti, oltre a quelli genitoriali, il gruppo dei pari, e la frequentazione di coetanei in altri contesti oltre a quello familiare, acquista un’importanza assoluta se non prioritaria (Crocetti, et al, 2018). Condivisione e aggregazione costituiscono proprio degli aspetti fondamentali della crescita di ciascun essere umano (Crocetti, 2022). Non a caso anche la Costituzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (art. 31) riporta che “(…) Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica. Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale e artistica e incoraggiano l’organizzazione, in condizioni di uguaglianza, di mezzi appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali.”.

Inoltre sintetizzando quanto riportato dall’Osservatorio Povertà Educativa nel 2022, i Centri di Aggregazione Giovanile, spesso considerati alla stregua di luoghi per giovani in difficoltà, riservati esclusivamente alla cura delle marginalità e delle devianze presenti nelle periferie urbane, oggi devono essere visti nella loro funzione più ampia in linea con le più recenti concettualizzazioni. Quindi come una struttura portante nella costruzione di una comunità educativa sul territorio. Infrastruttura sociale e materiale che consente ad esempio di organizzare una serie di attività extra-scolastiche: dalle lezioni di recupero alle attività sportive, dai laboratori creativi ai corsi per lo sviluppo di competenze: momenti di incontro aperti a tutti, a prescindere dalla condizione familiare del minore.

Dunque – in quest’epoca dove il digitale e il virtuale si stanno imponendo rischiando di far perdere l’interesse ad uscire fuori da casa (Ibidem, 2018) – è invece importante ricordare che soprattutto gli adolescenti da sempre, hanno un desiderio irrefrenabile di uscire dalle mura domestiche per espandersi nel mondo dei coetanei (Parrilli, 2019) e di frequentare luoghi dove viversi, sognare, relazionarsi, scambiare esperienze e decisioni di vita. (Ambrosi & Fontana, 1996).

Quindi, in conclusione il mio pensiero/suggerimento va ai giovani. La mia speranza è che possano seguire e fare ciò che proprio Steve Jobs (inventore delle più moderne tecnologie) si augurava «Il tempo è limitato, non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, ossia vivere seguendo il pensiero di altre persone. Non lasciate che il frastuono delle opinioni altrui soffochi la vostra voce interiore. E, cosa più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. Essi sanno già che cosa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario […] “Stay Hungry. Stay Foolish” (Siate affamati, siate folli)».

Buon divertimento a tutti!!

Cristina Rigacci

(Psicologo e Psicoterapeuta, è studiosa di dinamiche psicologiche sottese ad una genitorialità difficile o resa tale per la presenza di un figlio che soffre a causa di una malattia o disturbo, ha lavorato per anni con le associazioni senesi “Sesto Senso” e “Asedo” per facilitare l’integrazione di alunni con disabilità e favorire esperienze di autonomia (housing) per un piccolo gruppo di ragazzi Down. E’ tra i soci fondatori di Codini & Occhiali).

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Campi solari: contributi del comune

 

Francesco campione trapiantato: “ho sempre lottato per vincere e per vivere”

Lui è realmente nato per vincere! E nonostante la vita gli abbia messo degli ostacoli davanti e lo abbia fermato di fronte a quella che era la sua passione, il tennis, ha sfruttato i momenti di sosta solo per riposare, riprendersi e ripartire più grintoso e battagliero che mai!  Il 3O maggio sara’ a Siena per AIDO

Francesco Fiore ha solo dieci anni quando è costretto a subire il primo trapianto di cuore a causa di una miocardiopatia dilatativa, una condizione che si verifica quando la cavità cardiaca si allarga in seguito a una perdita di forza di contrazione del muscolo cardiaco, riducendo così in maniera sensibile la capacità che ha il cuore di pompare il sangue.

A seguito della condizione precaria, i suoi reni non hanno potuto svilupparsi integralmente portando Francesco ad iniziare la dialisi a soli vent’anni e ad entrare nelle liste per un trapianto. A ventinove anni la sua situazione vede un peggioramento quando il suo cuore ha una TV (tachicardia ventricolare maligna) che è considerata l’anticamera dell’arresto cardiaco causato da anni di dialisi. Questa condizione lo costringe ad entrare in lista per un doppio trapianto di cuore e reni.

Fortunatamente quasi subito viene trovato un donatore compatibile ma l’operazione è talmente gravosa (dura ben 18 ore) che il nostro amico è costretto ad otto giorni di coma farmacologico, un mese in terapia intensiva e due mesi in reparto. Quando esce dall’ospedale il suo fisico è certamente provato ma la sua forza di volontà lo porta a reagire cominciando con piccole passeggiate, arrivando nel 2019 ad affrontare il Cammino a Santiago de Compostela… da solo!

Nel 2020 durante un viaggio con una comitiva di amici, viene coinvolto in una partita amatoriale di tennis nella quale Francesco sente che il suo fisico reagisce bene. D’altra parte, lui che viene da una famiglia di tennisti, questo sport l’ha sempre avuto nel sangue! Viene a conoscenza dell’esistenza dei giochi nazionali per trapiantati e da qui non si ferma più. Sempre sotto stretto controllo medico, comincia ad allenarsi regolarmente arrivando a vincere i campionati nazionali e a ottenere la medaglia di bronzo ai campionati mondiali di Australia “ho sempre lottato per vincere e per vivere”, ci racconta Francesco orgoglioso dei risultati ottenuti.

Chiedo a Francesco quali i suoi obiettivi futuri: “mi sono iscritto all’università di scienze motorie: voglio portare il mio messaggio in maniera consapevole soprattutto nelle scuole perché credo fortemente che lo sport sia un mezzo inclusivo dei più rapidi e di forte impatto; in ogni caso la mia vittoria più grande è stata la normalità cioè riuscire a raggiungere una vita semplice, fatta di cose che fanno tutti e con la leggerezza che la vita ci dona; resto un po’ duro verso le persone che sono contrarie alla donazione di organi, pur rispettando la loro scelta… diciamo che preferisco focalizzare la mia attenzione e ringraziare chi invece è propenso alla scelta, che per me è significato rinascere”.

Noi intanto ringraziamo Francesco per la sua testimonianza che non si ferma qui ma che continua a Siena il 30 maggio p.v. con l’evento “Dona la vita con AIDO”. Un grande appuntamento dedicato all’informazione e alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla donazione di organi e tessuti. Questo l’obiettivo della seconda edizione di “Dona la vita con AIDO”, manifestazione organizzata dall’Aou Senese e dall’AIDO, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico provinciale di Siena, che si terra’, dalle 10 alle 13, nell’aula Magna del centro didattico dell’ospedale Santa Maria alle Scotte. Saranno presenti anche gli studenti che hanno partecipato al concorso supportato da AIDO, sezione Soci Siena Unicoop Firenze e Lions Club Siena: i due migliori elaborati nelle sezioni grafiche per sculture, grafiche pittoriche, disegni e filmati, riceveranno importanti premi. Ospite d’eccezione sarà Francesco Fiore, trapiantato e appena rientrato dal mondiale dedicato ai trapiantati che si è svolto in Australia, dove ha vinto due medaglie per il tennis. Francesco Fiore, che ha ricevuto tre trapianti, parlerà della sua esperienza e di quanto siano importanti la generosità e l’altruismo dei donatori. All’evento parteciperanno Antonio Barretta, Direttore Generale Aou Senese; Roberto Di Pietra, Rettore Università di Siena; Adriano Peris, Direttore Organizzazione Toscana Trapianti; l’Assessore al Diritto alla Salute Regione Toscana. Tra i relatori: Bertilla Troietto, Segretaria Generale AIDO Nazionale; Stefano Bechini, presidente AIDO Comunale Siena; Laura Savelli, Direttrice UOSA Coordinamento Locale Donazione Organi e Tessuti Aou Senese. Saranno presentati anche i programmi trapianto attivi all’Aou Senese, con relazioni di Serafina Valente, Direttrice DAI Cardio-Toraco-Vascolare e Sabino Scolletta, Direttore DAI Emergenza, Urgenza e dei Trapianti. Parteciperà anche Angela Contestabile, dell’Ufficio Scolastico Provinciale, che illustrerà il contributo culturale delle scuole sul tema della donazione di organi e tessuti.

La cittadinanza è invitata a partecipare.

Buona vita Francesco, la tua grinta e la tua voglia di vivere sarà da esempio per tante e tante persone!

Stefania Ingino  

Otaria la volontaria ai cittini: “cercate la vostra passione”

Ciao a tutti cittine e cittini!

Giorni fa, in occasione della presentazione del romanzo della professoressa Marina Berti e di quello del professore Piero Fabbrini, ho avuto l’opportunità di conoscere un ragazzo molto interessante. Era il musicista che, grazie alle splendide note suonate dal suo violino, ha intervallato l’evento che si è tenuto nell’aula magna dell’Istituto Tecnico e Liceo Sarrocchi.

Questo giovane uomo, appena diciottenne,  studente dello stesso istituto all’indirizzo di robotica, mi ha colpito sin da subito per la sua bravura, disinvoltura, felicità nel suonare quell’affascinante e al tempo stesso difficile strumento, forse il più difficile di tutti!

Da quanto tempo studia musica? Qualcosa nella giornata rimane indietro? Sono sacrifici quelli fa? A cosa ha dovuto rinunciare per arrivare fin lì? Insomma, ero così piena di domande, che non ho potuto non farle a lui! Ho così scoperto che si è formato al Conservatorio di Siena, che si è interessato alla musica sin da piccolissimo, che ha scelto il violino perché ha una melodia che si contraddistingue da tutte le altre, che quando ha dovuto scegliere la scuola superiore lo ha fatto perché incuriosito dal settore, anche se le due cose – robotica  e musica – non hanno niente a che fare l’una con l’altra ed è difficile integrarle perché entrambe richiedono applicazione e studio. Una cosa impossibile senza una grande forza di volontà. Arrivati in fondo alla piacevole conversazione, ho allora capito una cosa importante: seguire i propri interessi e le proprie passioni non comporta sacrifici, ma scelte. Fare ciò che ci appassiona è divertente e dunque non pesa.

Cosa voglio dirvi, dunque? Cercate la vostra passione ragazzi, ognuno di noi ne ha una. Non è la stessa per tutti e soprattutto non ha gli stessi tempi: qualcuno la riconosce fin da piccolo, qualcun altro impiega un po’ di più. Ma c’è, esiste, è la che aspetta di essere scoperta! Appassionatevi, perché la passione è ciò che fa muovere il mondo!

 Parola di Otaria!

Otaria la volontaria è il personaggio di Sienasociale.it   Nata dalla splendida matita di Elisa Bigio, la nostra protagonista racconta le magnifiche storie di Elisa Mariotti e aiuta i più piccoli “ad entrare” nell’affascinante mondo del volontariato.

Le storie di Otaria le trovate, ogni domenica, su sienasociale.it…raccontatele ai cittini!

Elisa in un respiro: un trapianto e l’attesa di un altro

La fibrosi cistica è una malattia genetica grave multiorgano e degenerativa. Parliamo di una patologia che colpisce soprattutto l’apparato respiratorio e quello digerente, ed è dovuta ad un gene alterato, cioè mutato, chiamato gene CFTR (Cystic Fibrosis Transmembrane Regulator), che determina la produzione di muco eccessivamente denso. Questo muco chiude i bronchi e porta a infezioni respiratorie ripetute.

Siamo a Magenta, nella provincia milanese dove conosciamo Elisa, 27 anni appena compiuti, che convive con la malattia dalla nascita da quando, ad un solo giorno di vita (confermato un mese dopo con l’esame del sudore) ne viene determinata e confermata la presenza “credo che i miei genitori abbiano avuto momenti di panico, anche perché negli anni ’90 non c’era tanta informazione come ora e la malattia, solo a nominarla, faceva paura ed in quegli anni era ancora chiamata mucoviscidosi”.

I primi sintomi si sono manifestati con disturbi e occlusioni intestinali ma, trattandosi di malattia degenerativa, le cose si sono complicate attaccando la funzionalità dei polmoni. A marzo del 2015 Elisa è in lista per un trapianto che arriva ad ottobre dello stesso anno, salvandole la vita poiché la nostra amica era già in coma a seguito di una “banale” (ma non per lei) influenza. Quando si risveglia le sembra di rinascere “ero senza parole” ci confessa, e dopo appena due settimane dal trapianto viene mandata a casa per riprendere la sua vita, là, dove l’aveva lasciata e guardando al futuro con occhi speranzosi.  Purtroppo, la felicità viene presto adombrata, come ci racconta Elisa “prima il rigetto acuto, rallentato e fermato per anni con la fotochemioterapia, ma poi all’inizio del 2020 una broncopolmonite, rivelatasi   successivamente covid, ha fatto peggiorare tutto il quadro polmonare e il rigetto è diventato cronico. Nel 2021 si comincia a parlare di secondo trapianto e a ottobre 2022 sono ufficialmente in lista, di nuovo…”

Ricomincia quindi il percorso che la porta a rientrare nelle liste d’attesa. Un percorso che lei conosce bene, fatto di ansia, timore e attese vivendo come dentro una roulette russa quotidiana. Qualcosa però si smuove: nella notte dell’otto marzo di quest’anno riceve una telefonata dal policlinico in cui le viene comunicato che sono arrivati gli organi. Giusto il tempo di realizzare, alzarsi e vestirsi ed ecco che la nostra amica arriva in ospedale, col compagno Luca ed i genitori. Sale l’adrenalina, sale l’impazienza e la speranza di ritornare a respirare mentre le fanno una radiografia preoperatoria. Purtroppo, tutte queste belle emozioni subiscono un crollo improvviso quando un infermiere dell’equipe operatoria le comunica che i polmoni donati, hanno il covid. Elisa si richiude nel suo guscio protettivo per metabolizzare, ancora una volta…

Ma la vita continua ed Elisa, che non ha mai smesso di sperare, a ottobre scorso è andata a convivere nella campagna magentina col suo Luca che la supporta e la conforta nei momenti di fragilità. Lavora come segretaria ma il suo sogno è quello di aprire un B&B con annessa fattoria didattica per aiutare ragazzi disabili, praticando la pet therapy. Ha ricominciato a studiare per approfondire tecniche di realizzazione e metodologie operative per essere utile al prossimo e vedere star meglio chi è nato più fragile ed indifeso di altri.

Chiedo ad Elisa cosa pensa delle persone che vedono nella donazione degli organi, la privazione della speranza di vita “purtroppo c’è ancora pochissima informazione e la gente si trova difronte alla scelta solo in momenti estremi in cui anche la stabilità psichica è alterata da una prospettiva di vita o di morte. Bisogna coltivare la cultura del dono e della donazione degli organi perché è veramente gratificante pensare che anche una piccola parte del corpo donata, può ridare vita e speranza”.

Saluto Elisa che nonostante il fiatone è riuscita a regalarmi un bellissimo scambio di sensazioni ed emozioni. Quelle che mi sono rimaste e che terrò accanto a me strette strette, sono la sua grinta e la sua voglia di vivere che mi auguro le permangano per sempre!

Grazie Elisa, buona vita!

Stefania Ingino