Il primo appuntamento dell’edizione 2023 della Festa Sociale del Volontariato, che ha preso il via stasera a Monteroni d’Arbia, è stato dedicato alla celebrazione dei trent’anni dall’istituzione del servizio di trasporto sanitario. Le volontarie e i volontari hanno scoperto una targa dedicata a questa ricorrenza.

C’è chi ha cominciato perché convinto da altri volontari, per mettersi in gioco e fare della propria vita qualcosa di più. C’è chi ha svolto in associazione il Servizio Civile Universale e chi quando è arrivato il momento della pensione dal lavoro non ha esitato a dare la propria disponibilità per dare più valore al proprio tempo. C’è chi ha cominciato perché ne ha sentito la necessità e chi giocava a calcio nella squadra dell’associazione e poi ha deciso di frequentare il corso per volontari soccorritori. C’è chi ha cominciato perché nel momento di bisogno per familiari, amici o parenti, la Pubblica Assistenza c’era e quell’esserci ha fatto la differenza. C’è chi ricorda ogni dettaglio del suo primo turno su quell’ambulanza che l’associazione acquistò nel 1993 e chi ha da sempre coltivato l’altruismo perché donare qualcosa agli altri fa bene agli altri e fa bene anche a te. C’è chi ha sempre guardato con ammirazione le ambulanze sfrecciare in sirena, chi ha cominciato insieme ai propri amici e ha continuato anche quando gli altri per svariati motivi hanno smesso e chi sostiene che la Pubblica Assistenza è una questione di cuore e di congiunti.

Vogliamo parlare poi dell’età? C’è chi di anni ne ha trentatrè e dichiaratamente ne percepisce comunque ventiquattro ma facciamo anche una ventina e basta anche se poi quando sei con la spinale e devi andare a piedi fino al settimo piano sembrano quasi il quadruplo ma soprassediamo. C’è chi sull’età mente spudoratamente e chi arrotonda con eleganza. C’è chi di anni ne ha sedici perché sì, si può fare volontariato al compimento dei sedici anni di età e non soltanto per far sentire più vecchi tutti gli altri ma perché tutti possiamo fare la differenza. C’è chi è in età da pensione e chi lavora e si districa tra turni, ferie, orari incasinatissimi. C’è chi studia e fa il Servizio Civile Universale, chi cerca lavoro e chi vorrebbe avere più tempo.

Tutti hanno cominciato in momenti diversi della propria vita e per tutti c’è un episodio, una circostanza, un turno che non dimenticheranno mai. Elvio ricorderà per sempre quel servizio in cui per tutto il viaggio ha tenuto stretta la mano del paziente, un gesto di fratellanza che racchiude tutta l’importanza dell’esserci, del poter essere almeno di conforto e portare un po ‘ di rassicurazione. Lo stesso gesto che, tra una chiacchiera e un’altra, ha fatto “volare il tempo” al paziente accompagnato da Anna. Oggi non può più dedicarsi ai servizi in ambulanza ma non riesce a stare lontana dalla nostra sede sociale perché trova sempre qualcosa da fare. Per lei l’importante è esserci, fare la propria parte, aiutare. Questo le rende le giornate più solari. Poi ci sono loro, i congiunti del sabato sera che non dimenticheranno mai quella volta in cui, durante la pandemia, sono intervenuti per un arresto cardiaco e quel cuore ha ripreso a battere. Emilia ha realizzato dopo due giorni che essere di turno quel pomeriggio e sapere cosa fare, coordinarsi con gli altri volontari, mantenere la lucidità, metterci la giusta forza e tanta speranza aveva fatto la differenza tra la vita e la morte. Quello è il turno a cui sarà per sempre grata per la consapevolezza maturata, per come si è sentita parte di una squadra, per le emozioni che ha elaborato. Oggi per lei la Pubblica Assistenza è una “questione di cuore e di congiunti”, è il posto in cui si sente parte del cambiamento che vorrebbe vedere lì fuori, dove si è scoperta partecipe e solidale alla vita degli altri. Filippo ricorda bene quando, nel 2012, era alla guida dell’ambulanza che trasportava verso l’ospedale una ragazza a cui si erano rotte le acque, con la dottoressa che gli chiese letteralmente di “volare”. Fu un intervento molto particolare e complesso, uno dei tanti che nel lungo periodo ti fa capire che fare volontariato alla Pubblica Assistenza rende molto più di quanto si dà. Alice è volontaria in Servizio Civile Universale presso la nostra associazione e non dimenticherà mai il suo primo codice rosso di attivazione, terminato purtroppo con un decesso. Ha meravigliato sé stessa e gli altri per come ha gestito il suo operato nel corso del servizio e sente che questa esperienza l’ha fatta crescere molto. Duccio ricorda bene quel pomeriggio in cui con la sua squadra si trovò a soccorrere una paziente che si era sentita male mentre viaggiava sul bus in città, oggi continua perché fare volontariato gli dà emozioni forti. Daniela si emoziona ogni volta al suono della campanella perché non si sa mai cosa aspettarsi ma poi poter aiutare gli altri ti riempie il cuore, come la gioia di essere tre donne in famiglia ed essere tutte e tre volontarie. Marcello ricorderà sempre quell’attivazione che in un pomeriggio di agosto li portò ad intervenire al Kartodromo di Pian delle Cortine per un malore. Il paziente era in arresto cardiaco e, nonostante la squadra insieme al personale sanitario avesse fatto tutto il possibile, non ci fu null’altro da fare. Un “grazie”, comunque vadano gli interventi per i quali siamo chiamati a soccorrere, è il motivo che ancora oggi lo spinge a continuare. Enza ci strappa sempre una risata anche condividendo un ricordo. Sapete quale è il servizio che non dimenticherà mai? Quella volta in cui con il pulmino è rimasta incastrata all’uscita dal giardino di un’abitazione. Il furgone non andava né avanti né indietro. E sapete perché continua? Perché non lo guida più. Giuliano, invece, continua per lo stesso motivo per cui ha cominciato tanti anni fa: dedicare il suo tempo libero agli altri anche se con meno possibilità di prima perché nel frattempo è invecchiato. Luca lo fa perché in associazione trova sempre la compagnia dei volontari. Simone è quello dell’età “q.b. – quanto basta” e non dimenticherà mai la dimissione di un paziente dall’ospedale al suo domicilio, dove appena arrivato trovò ad attenderlo la moglie che lo salutò con un bacio e tutto l’amore di una vita intera, emozionando l’intera squadra.

Le storie da raccontare potrebbero essere ancora tante e ci impegneremo a raccoglierle e a tenerle strette. Come quella di Lido e Gianfranco che sono tra coloro che hanno visto la nascita del servizio di trasporto sanitario con la prima ambulanza che fu acquistata per la nostra associazione. Ascoltare le loro parole ci ha fatto sentire orgogliose, ci fa apprezzare ancora di più ciò che è oggi la Pubblica Assistenza Val d’Arbia così come l’abbiamo conosciuta e come la viviamo, ogni giorno. Lido e Gianfranco ci hanno detto che i loro passi sono stati importanti ma che i nostri passi oggi sono meravigliosi. Sentiamo di dovergli una promessa: i loro passi sono stati importanti e noi lavoreremo affinché i nostri e quelli dei volontari di domani siano meravigliosi

Emilia Di Gregorio, Cristina Cardinali e Giulia Nucci

Iscriviti alla nostra newsletter per rimanere aggiornato sulle attività delle Associazioni del Territorio Senese

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi