Ero proprio li. Tra il pubblico. Venerdì 17 novembre al Teatro Politeama a Poggibonsi una sala gremita di persone ha accolto il Dottor Paolo Crepet – psichiatra, sociologo, saggista e opinionista italiano con un dialogo ispirato al suo libro “Prendetevi la luna” Ed. Mondadori.

Alla presentazione iniziale l’Assessore delle Politiche Educative e Pari Opportunità di Poggibonsi , Susanna Salvadori, ha tenuto a precisare che all’evento erano presenti 800 persone, 600 nella sala maggiore e 200 nella sala minore, dove veniva proiettato l’intervento, un vero record per il Teatro Politeama.

Il dialogo incentrato sui giovani era diretto principalmente a loro ma anche a chi gli sta vicino quindi genitori, insegnanti, istituzioni scolastiche.

Due ore intense, forti a tratti dolorose come un pugno allo stomaco.

Tanti gli argomenti trattati dalle dipendenze sia chimiche che tecnologiche, le relazioni, la depressione e l’isolamento, l’abbandono scolastico.

Argomenti purtroppo di attualità che affliggono sempre di più i nostri giovani.

Crepet non dà delle risposte, ma insinua il dubbio, quello che ti smuove e fa sì che cambi qualcosa.

Ad un certo punto dice: “Se tra il pubblico ci fosse mia nonna forse mi direbbe: e ti pagano pure per dire queste ovvietà?”

Il rapporto genitore-figlio negli anni è cambiato molto e questa voglia di essere sempre più amici dei nostri figli ci fa forse essere sempre meno genitori ed è qui il divario con le generazioni dei nostri nonni ma anche dei nostri genitori in cui era il capofamiglia ad essere al centro delle attenzioni.

Oggi al centro del nostro mondo ci sono solo loro: i figli;  cresciamo dei piccoli pieni di attenzioni ma anche pieni di fragilità quando si trovano ad affrontare il mondo reale.

Tante sono le frasi che hanno fatto riflettere e mi piace ricordare:

“i profeti non li vogliamo perché sono scomodi, preferiamo gli imbonitori” (Parlando dell’influenza dei social media ma anche del mondo politico)

quelli bravi non chiedono consensi” (Parlando dello spingere i ragazzi a cercare i propri talenti, la propria individualità senza sembrare tutti delle fotocopie)

tutto quello che è comodo è stupido” (Parlando del ruolo del genitore che cerca sempre di accondiscendere il proprio figlio invece che fare “la fatica” di dargli un’educazione )

non ti prendo in braccio, ti insegno a camminare” (Parlando sempre del ruolo del genitore ma anche dell’insegnante)

Siamo passati dalle lacrime, quando ha parlato del caso di Giulia Cecchettin oppure della sua esperienza di lavoro con la malattia mentale insieme a Franco Basaglia, alle risate quando raccontando delle vacanze familiari ricordava la risposta di sua madre quando chiedeva dove stavano andando: “zitto e non vomitare”

Penso che chi era al Politeama a sentire Paolo Crepet sia tornato a casa sicuramente colpito, nel bene o nel male, scosso nella coscienza di persona, di genitore, di insegnante.

E forse è proprio questo il suo intento, mettere in moto il cambiamento che tutti noi possiamo essere.

Grazie al Teatro Politeama, Al Festival della Pedagogia LEF, all’amministrazione comunale di Poggibonsi e tutte coloro che hanno reso possibile questo bellissimo evento.

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