Secondo fine settimana del corso di formazione di I livello per operatrici d’accoglienza presso l’associazione Donna chiama Donna di Siena alla presenza di illustri professioniste che collaborano ciclicamente con il Centro della nostra città e che, oltre a portare la loro esperienza, condividono con le nuove “leve” informazioni, conoscenze preziose e dati estremamente importanti.

Figure come avvocate, PM e GIP del nostro territorio, venerdì 12 e sabato 13 aprile si sono susseguite per divulgare e mettere a conoscenza di coloro che vorranno intraprendere il compito di operatrice presso il CAV di Siena, iter e Leggi da conoscere.

Non sarà facile” hanno detto tutte le figure formatrici “ma le donne vittime di violenza hanno estremamente bisogno di noi (e non solo) perché quando decidono di rivolgersi ad un centro come il nostro, è perché sono proprio al culmine della sopportazione e noi dobbiamo principalmente accoglierle, ascoltarle senza giudizio e rafforzare la loro autostima che troppo spesso viene letteralmente annientata da compagni maltrattanti. Dare loro la forza e gli strumenti per intraprendere un iter a parer loro farraginoso ed impossibile, rassicurandole che staremo al loro fianco appoggiandole e sostenendole finché sarà necessario”.

Si, perché il copione che porta le vittime a sentirsi sole, è sempre lo stesso: il compagno maltrattante prima le seduce, poi le manipola, le isola ed infine esercita su di loro un totale controllo affinché queste si sentano completamente emarginate e confinate ad un’esistenza infelice. Dinamiche queste estremamente efficaci (soprattutto in soggetti deboli o che vivono in situazioni familiari di disparità e diseguaglianza) che i Centri Antiviolenza conoscono bene ma che grazie al contributo della rete territoriale, riescono a gestire e a donare speranza a chi trova la forza di bussare alla loro porta.

E’ stata quindi sottolineata l’importanza di fare rete tra operatori d’accoglienza, professionisti (psicologhe, avvocate), forze dell’ordine, personale sanitario e assistenti sociali: perché solo uniti si può vincere e dare respiro a chi si sente soffocare.

Altro aspetto importante è l’uso delle parole e del linguaggio che, grazie ad una sempre più maggiore sensibilità, negli ultimi anni si sta modificando nell’ottica di un’inclusione più efficace e attenta; fondamentale il sostegno a livello internazionale della Convenzione di Istanbul, entrata in vigore in Italia nel 2014, che ha come obiettivi principali quello dell’eliminazione della violenza contro le donne attraverso la loro protezione e lo sradicamento di una cultura ancora troppo discriminante e tutt’oggi massivamente presente.

Complimenti all’organizzazione del Centro Donna chiama Donna per l’encomiabile lavoro!

Stefania Ingino

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