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Laika al funerale del suo padrone

L’ultimo desiderio di Alvaro: la storia di Laika oltre la morte

Stamattina ho portato Laika al funerale del suo amato proprietario”.  Così comincia il post di Ilaria Fagotto, un’artigiana orafa di Augusta che già dalle prime parole scambiate, mi trasmette il suo immenso amore per gli animali, raccontandomi una storia di solidarietà e altruismo. Ilaria è Presidente nazionale L.A.I. Lega Antispecista Italiana che da sempre ha a cuore il bene dei cani soprattutto di quelli abbandonati

Nel 2021 viene taggata su Facebook da alcune volontarie che avevano letto un messaggio di Alvaro di Siracusa scritto in un momento estremo della sua vita: “Vi prego, sono in ospedale e sto per morire, mia moglie ha la 104, qualcuno si prenda cura della mia cagnolina, non voglio che finisca in un canile, mi rimane poco tempo da vivere, per favore …aiutatemi”.

Laika

La sensibilità di Ilaria viene colpita, tanto che decide di adottare Laika – il nome della cagnolina – e portarla a vivere con sé. Chiama quindi Alvaro per rassicurarlo e promettergli che non mancheranno l’amore e la cura e che per nessun motivo al mondo, la piccola verrà mai portata in canile.  “Il giorno dopo averla presa decido di effettuare una video chiamata per tranquillizzare Alvaro e fargli vedere che la cagnolina stava bene; lui è felicissimo! Ci diamo appuntamento telefonico per l’indomani e ci salutiamo. Purtroppo, a distanza di poche ore il quadro clinico si aggrava e dopo poco vengo informata dalla figlia, che Alvaro è deceduto; dopo un iniziale senso di smarrimento ho capito che ero arrivata in tempo per regalargli un ultimo sorriso visto che il futuro della sua Laika era per lui, un pensiero fisso e costante”.

Il giorno del funerale di Alvaro tutto il quartiere è presente per l’ultimo saluto al caro concittadino; Ilaria decide di portare anche Laika che, contro tutte le aspettative, non solo viene invitata dal parroco ad entrare in chiesa, ma anche chiamata ad assistere alla funzione accanto al suo padrone. La commozione dei presenti continua anche fuori dalla chiesa quando Laika si avvicina con le zampe alla bara di Alvaro come per avere un ultimo contatto con colui che l’aveva presa ancora cucciola in un canile, salvandola da chissà quale vita travagliata.

Laika al funerale di Alvaro

Una storia toccante quella di Alvaro che, consapevole del poco tempo a disposizione avendo una malattia ad uno stadio terminale, si è preoccupato di non lasciare la sua compagna a quattro zampe senza più un affetto stabile. Un amore con la A maiuscola, un amore incondizionato ed altruista che anche di fronte alla morte, non ha avuto cedimenti.

Da allora Laika vive serenamente con Ilaria ed altri cani che lei salva da situazioni violente, di randagismo o addirittura recupera dai cassonetti della spazzatura, buttati come immondizia come se non avessero il diritto alla vita.  Ogni tanto la nostra amica fa sentire la voce registrata del suo padrone alla cagnolina che lo ascolta tranquilla e appena può, la accompagna dalla moglie di Alvaro a Siracusa per un nostalgico saluto e tante coccole.

L’impegno di Ilaria ed il suo ammirevole gesto meritano un aiuto da tutti coloro che desiderano cominciare ad amare un “pelosetto”: i cani salvati, curati e vaccinati dall’associazione possono essere accompagnati in tutta Italia per l’adozione. Pensiamoci!

Cucciolo di due mesi e mezzo, in cerca di adozione

Ringrazio Ilaria per la dedizione, la passione e l’amore incondizionato che dona ogni giorno ai nostri amici a quattro zampe, salvandoli da un destino certamente angoscioso ed infelice.

Per aiutare Ilaria e/o avere informazioni sui cuccioli da adottare

LA.I. Lega Antispecista Italiana- Guardia Nazionale | Facebook

Stefania Ingino

Chiara Veneri e il suo Simone

“In hospice l’amore si è moltiplicato”: Chiara ricorda Simone

Riceviamo e pubblichiamo il bellissimo ricordo di Chiara. Parla di un uomo, il suo uomo, portato via da una malattia. La cosa meravigliosa è che Chiara, comunque, parla di un amore sopravvissuto alla morte.

Eravamo una coppia come tante altre, non sempre era facile andare d’accordo, entrambi con una forte personalità e poco inclini a fare un passo indietro quando necessario. Ma eravamo insieme da 18 anni e per gran parte del tempo siamo stati felici.
Poi una mattina all’improvviso una crisi epilettica ha mandato in frantumi il nostro mondo e soprattutto ha decretato la fine della vita di Simone, a soli 57 anni.

In appena 9 mesi se n’è andato per sempre, con una sofferenza inumana per entrambi.
Ma lui, fino a che ha potuto comprendere, mi ha voluto proteggere pur sapendo cosa stesse succedendo alla sua vita, ha sempre mostrato la sua forza per rassicurarmi.
Poi é stato operato al cervello e non é stato mai più lo stesso Simone che conoscevo.
Ho sempre creduto che quel suo deficit cognitivo dopo l’operazione, gli abbia consentito di superare in qualche modo quei momenti terribili da solo in ospedale e poi al centro di riabilitazione. Era tornato ad essere come un bambino, aveva bisogno di tutto e ciò che più desiderava, era tornare a casa sua

E c’è tornato per alcuni mesi durante i quali mi é stato possibile donargli tutto quello che potevo per alleviargli l’agonia. Mi ha chiamata col nome di sua madre milioni di volte… sembra che quando una persona si avvicina alla morte ricorda solo la propria madre e a lei rivolge ogni grido di aiuto.

E così faceva anche Simone, specialmente durante la notte quando le tenebre lo avvolgevano e risvegliavano ogni sua paura. Allora mi accucciavo in fondo al suo letto e lo accarezzavo per ore fino a che non si calmava. E così arrivava l’alba, quando la luce del giorno lo avvolgeva nel suo abbraccio e lui allora si lasciava trasportare in un sonno profondo.

In questo modo siamo andati avanti durante quei mesi a casa insieme.
Quel periodo mi ha permesso di donarmi a lui con tutta me stessa, mi dicevo che non avrei voluto passare neppure un minuto del mio futuro con il senso di colpa, per non essergli stata abbastanza vicina. Io in quei mesi ho imparato l’amore, quell’uomo pragmatico, così razionale ed estremamente intelligente, pratico e spesso poco incline a lasciarsi andare, alla fine mi ha insegnato l’amore, mi ha insegnato ad amare nella maniera più pura, quando sai che é l’ultima occasione che hai di regalare amore a chi ami.

E poi siamo andati all’hospice perché il momento fatidico si stava avvicinando. Ed è proprio all’hospice che quell’amore si è moltiplicato e lì ci siamo ringraziati per la prima volta in 18 anni, per essere lì insieme, per avere quella opportunità, per provare quella forza e quell’amore. Fino all’ultimo respiro, quella mattina all’alba del 3 settembre 2021.

Quando mi sono accorta che non respirava più, gli ho detto che non lo avrei mai dimenticato e gli ho promesso che da quel momento in poi avrei pensato io a me stessa e che lui se ne poteva andare tranquillo, finalmente libero da ogni responsabilità.

Questo è ciò che ho imparato da quella esperienza ed è ciò che mi sostiene oggi. L’amore che ho provato, la forza che ci siamo dati e la scelta di dedicarmi a me stessa, al mio benessere e al mio futuro.

Ho una sola missione oggi… onorare la mia vita oltre ogni limite, per me e per Simo.

Chiara Veneri

Chiara Veneri oggi