Volontari, mezzi e attrezzature della Colonna Mobile di Regione Toscana sono stati impegnati per 35 giorni, fino allo scorso 8 giugno, in Emilia-Romagna per l’emergenza alluvione, a Castelbolognese prima e a Conselice poi. Tra loro, per i volontari della Pubblica Assistenza di Castelnuovo Berardenga, presso la quale si è da poco costituito il Gruppo di Protezione Civile, è stata la prima esperienza in emergenza. Ce la raccontano Federica, Giulia e Paolo.

Tante le attività che hanno visto impegnati i volontari, dall’assistenza alla popolazione al supporto logistico, dal presidio idraulico alle attività di segreteria, dal supporto alle sale operative alle attività di sgombero e ripulitura delle strade e delle case. Centinaia i volontari partiti in missione da tutta la Toscana (guarda il video di ANPAS Toscana: clicca qui), come quelli delle pubbliche assistenze di ANPAS zona Senese che hanno garantito una presenza continua e importante nel corso di tutta l’emergenza. Una storia con dentro tante altre storie, giornate spesso sfiancanti, talvolta tutte uguali. Giorni in cui si sono creati legami, amicizie, empatia. Partenza dopo partenza siamo cresciuti come squadra. Sono partiti oltre 40 volontari ANPAS dalla zona Senese ma in realtà siamo partiti tutti noi. 

“Siamo orgogliosi – ci racconta Federica Luzzi, presidente della Pubblica Assistenza di Castelnuovo Berardenga – del percorso fatto dal nostro Gruppo di Protezione Civile che si è costituito da poco presso la nostra associazione. Tutto è iniziato a giugno 2022, quando è nata l’idea di fare protezione civile. A settembre abbiamo ufficializzato la nascita della nostra sezione e a febbraio si è svolto il primo corso per Operatori di Colonna Mobile Nazionale, nell’ambito del quale si sono formati i primi 8 volontari. A maggio, in occasione delle ricognizioni per l’emergenza alluvione in Emilia-Romagna, abbiamo dato la disponibilità a partire. Voglio ringraziare Paolo e Giulia che sono stati i primi volontari a partire in emergenza ma un ringraziamento doveroso va a tutti i miei ‘ragazzi’ – sì così li chiamo – ovvero tutti i volontari che ogni giorno mandano avanti l’associazione che senza di loro non esisterebbe. Mi piace citare una canzone che dice ‘prendi quello che ti servirà del mio cuore, il battito migliore‘. Ecco il battito del mio cuore è per ringraziare voi.”

“La mia partenza per l’Emilia-Romagna – condivide con noi Giulia, volontaria – è stato un’esperienza unica ed irripetibile. Sono tornata da Conselice entusiasta e con un bagaglio enorme di conoscenze personali e affettive. In quei giorni ho lavorato fianco a fianco con persone che non conoscevo ma siamo riusciti a creare una squadra vincente. Ringrazio per questo i miei compagni di viaggio, Rachele e Paolo, con i quali preparavamo dai 500 agli 800 pasti ogni giorno. La stanchezza era tanta ma passava in secondo piano perché veniva ripagata dal bellissimo lavoro che abbiamo fatto. Gli abitanti ci hanno accolto in modo eccezionale, infatti quando sono andata via ci siamo stretti in un abbraccio caloroso.”

“Spero – ci scrive Paolo, volontario della Pubblica Assistenza di Castelnuovo Berardenga dal 2019 – che raccontare quanto abbiamo fatto possa ispirare qualche lettore ad intraprendere lo stesso mio percorso. Sono entrato a far parte della grande famiglia di ANPAS in forza alla Pubblica Assistenza di Castelnuovo Berardenga come volontario soccorritore per i trasporti sanitari e sociali. Qualche mese prima di frequentare il corso per Operatore di Colonna Mobile Nazionale, avevo preso parte ad una esercitazione dimostrativa con prova tecnica delle attrezzature, tra cui l’idrovora, e per le attivazioni relative all’emergenza alluvione in Emilia-Romagna sono stato destinato alla volta di Conselice insieme ad altri due volontari di ANPAS zona Senese, Federico e Alessandro, dai quali ho imparato molto. Insieme a noi tre c’erano altre due protagoniste, ossia le nostre macchine: un fuoristrada, motrice di un rimorchio su cui è montata la fedele idrovora da 6.000 litri/minuto, una motopompa della Viesse Pompe Italia motorizzata VM, ironia della sorte, entrambe prodotte da aziende del territorio emiliano-romagnolo. Mi piace credere che entrambi, pompa e motore, siano tornati a casa per aiutare, nel momento del bisogno, chi li ha progettati e costruiti. Il nostro compito era garantirne la continuità di funzionamento, sia per quanto concerne il rifornimento di carburante, sia per controllarne la lubrificazione, attraverso il costante controllo del livello e del colore dell’olio motore. Nei primi due giorni l’idrovora della Pubblica Assistenza Val d’Arbia ha pompato e dunque ‘spostato’ circa 25 milioni di litri d’acqua, continuando a lavorare quasi con gli stessi ritmi fino a fine emergenza. Anche noi volontari non ci siamo risparmiati, organizzandoci su più turni. Certo la stanchezza ogni tanto si faceva sentire ma avevamo le forze dentro di noi, nella nostra motivazione, nel nostro entusiasmo, entrambi alimentati da un sano spirito di servizio e di aiuto verso il prossimo, soprattutto ai più bisognosi. A volte ci è capitato di spiegare alla popolazione i razionali di certe scelte, come quella di non impiegare idrovore ancora più potenti e numerose per liberare l’acqua dalle campagne: l’afflusso di grandi quantità di acqua nei canali avrebbe infatti potuto portare alcuni tratti degli argini dei canali a collassare ulteriormente, inondando altre zone, con il risultato finale di creare altri alluvionati, oltre a quelli già colpiti dalla calamità. Una macchina operativa quella del volontariato che, credetemi, lavora bene e speriamo tutti possa funzionare ancora meglio, con il contributo di sempre più forze, professionisti e volontari, perché l’unione fa la forza, sempre.”

Emilia Di Gregorio e Sonia Vannoni

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